Si chiama Toscolata, ha proprietà benefiche riconosciute a livello medico, ma, per la legge europea, non è possibile chiamarla così
Non chiamatela cioccolata. Non si può, perché la legislazione europea in materia alimentare, infatti, prevede l’olio di palma, ma non l’olio d’oliva tra i grassi vegetali ammessi negli ingredienti dei prodotti vendibili come “cioccolata”. E così la Toscolata, marchio registrato, è etichettata come “prodotto a base di cacao” pur avendo caratteristiche organolettiche e proprietà salutistiche notevoli e accertate.
Sì, proprio così: in Toscana è stato ideato e prodotto un alimento che non solo è buono, ma fa anche bene. È il frutto di un progetto di ricerca per la “Valorizzazione nutraceutica di prodotti tipici toscani in alimenti innovativi a base di cacao”, ideato e coordinato da Claudio Cantini dell’Ivalsa-Cnr (Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio nazionale delle ricerche) in sinergia con le Università di Pisa e di Siena, con l’Istituto di Scienze della vita della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e con la partecipazione delle aziende Vestri (cioccolato) e Manni (olio), grazie al finanziamento ottenuto tramite un bando della Regione Toscana. «L’idea è stata quella di unire prodotti tradizionali, ben fatti e ricchi di sostanze antiossidanti, al cacao lavorato in modo artigianale come fanno alcuni produttori toscani ma non solo», spiega Cantini. Il team di ricerca, in collaborazione con le aziende, ha sviluppato delle tavolette a base di cacao contenenti olio extra vergine d’oliva, mele essiccate autoctone e farina di castagne. Così è nata Toscolata®, in più versioni, i cui ingredienti sono tracciabili oltre che provenienti da agricoltura biologica.
TEST SENSORIALI E CLINICI – Il prodotto, così come risulta dai test fatti su un panel di assaggiatori esperti, ha dato esito lusinghiero. Ma è il risultato a livello medico a risaltare. Il dipartimento di Patologia chirurgica, medica molecolare e dell’area critica dell’ateneo pisano, dove opera Rossella Di Stefano, specializzata in angiologia e dirigente il Laboratorio di Ricerca Cardiovascolare, ha condotto un progetto clinico correlato alla Toscolata, studiando in particolare gli effetti attesi su alcune particolari cellule coinvolte nella riparazione del sistema cardiovascolare. «Si sa, per evidenze scientifiche note, che il cioccolato fondente, assunto moderatamente e con regolarità fa bene – spiega l’angiologa – Per esempio, la popolazione isolana Kuna, al largo di Panama, consuma individualmente 40 tazze di cioccolata alla settimana e rileva una percentuale significativamente inferiore di rischio cardiovascolare rispetto alla media. Altri studi, tra cui quello pubblicato quest’anno sulla rivista scientifica Heart, condotto in Svezia su più di 67mila persone per un tempo di 13 anni, ha rivelato che l’assunzione di 3 o 4 porzioni di cioccolato fondente alla settimana portava a una riduzione globale del rischio d’infarto del 10%. Va detto che quando parliamo di cioccolato fondente parliamo di un prodotto contenente cacao almeno al 75%, ma altrettanto importante è la procedura di preparazione che mantenga il più possibile intatte sostanze preziose come i flavonoidi. Esse sono particolarmente utili per la salute delle nostre arterie, in particolare il loro rivestimento interno, chiamato endotelio e particolarmente suscettibile a essere danneggiato da fattori di rischio vascolare». Arriviamo alla sperimentazione clinica della “cioccolata made in Toscana” per cui «sono stati coinvolti 30 volontari, fra 35 e 65 anni, portatori di almeno tre fattori di rischio cardiovascolare come fumo, ipercolesterolemia, familiarità per malattie cardiovascolari, sovrappeso e ipertesi». Il progetto clinico, in particolare, ha voluto analizzare se l’endotelio riuscisse a rigenerarsi grazie a particolari cellule, dette progenitrici endoteliali, addette alla riparazione, mediante l’assunzione di Toscolata.
PERCHE’ FA BENE – I volontari hanno assunto per due mesi una dose quotidiana di 40 grammi di Toscolata (commercializzata nei negozi della Vestri e anche online), alternando la versione con olio extravergine alla versione con mela “Panaia” rossa. Per calcolare gli effetti sono stati fatti dei prelievi all’inizio e al termine della prova per valutare l’aumento delle cellule riparatrici. «Effettivamente abbiamo riscontrato miglioramenti significativi, in particolare con l’assunzione del prodotto contenente olio extravergine d’oliva», sottolinea la dottoressa. Altri benefici, analoghi a quelli già espressi in letteratura medica sul cioccolato fondente, mostrano riduzione della pressione arteriosa e un lieve miglioramento del profilo lipidico.