Wise Society : Donne sostenibili: la storia di Samantha Di Laura, che aiuta gli agricoltori a produrre in modo etico

Donne sostenibili: la storia di Samantha Di Laura, che aiuta gli agricoltori a produrre in modo etico

di Mariella Caruso
23 Marzo 2022

Fondatrice della Scirocco, l'azienda che ha come collaboratrici soltanto donne, è un bell'esempio di inclusione e innovazione ecofriendly

La sostenibilità è roba da donne e così anche le professioni che ruotano attorno ad essa. Quell’impressione che tutto ciò che è sostenibile sia insito nel Dna femminile è confermato dalle ricerche. Secondo il volume La sostenibilità come professione pubblicato nel 2020 a cura del Csr manager Network, l’associazione nazionale dei manager e dei professionisti della Sostenibilità (da poco ribattezzatasi Sustainability Makers – The professional network), i mestieri della sostenibilità sono a forte vocazione femminile. Secondo la ricerca realizzata dall’associazione in collaborazione con ALTIS Università Cattolica e Università degli Studi di Milano, i professionisti della sostenibilità hanno un elevato livello di formazione e le donne rappresentano il 62% del totale, e salgono fino al 70% tra i professionisti di età compresa tra i 25 e i 40 anni.

Samantha Di Laura

Foto: Ufficio stampa Scirocco

Csr al femminile: la storia di Samantha Di Laura

La storia di Samantha Di Laura, classe 1972, piemontese di origini siciliane, fondatrice della Scirocco, azienda di consulenza direzionale etica, Csr management e di direzione commerciale sostenibile, è paradigmatica. Laureata in Lingue orientali all’Università Ca’ Foscari, ha cominciato a girare il mondo come export manager per una multinazionale del riso, e per passare il tempo, ha conseguito un Master in Business and Administration of International Companies al Politecnico di Madrid. Poi ha scelto di tornare in Italia, in Sicilia per lavorare per una delle maggiori cooperative vitivinicole dell’isola. La vicinanza alla terra e all’agricoltura ha cambiato la sua visione delle cose e l’etica e la produzione del cibo sostenibile è diventata il motore dei suoi pensieri e del suo lavoro.

L’etica in agricoltura

«A un certo punto della mia vita ho deciso di impegnare le mie forze nel managerializzare e professionalizzare l’agricoltura italiana, mettendo però l’etica al centro del mio lavoro e aiutare chi vuole produrre cibo sostenibile», ha raccontato a Wisesociety.it. «Scelgo con cura le aziende da seguire, senza farmi influenzare dal profitto. A ispirare il mio lavoro è il pensiero di Diego Planeta, l’agricoltore e imprenditore siciliano che mi ha convinta a tornare in Sicilia. E ci sono anche Gino Girolomoni, che è stato tra i precursori del biologico italiano, che ha saputo conciliare rispetto per l’ambiente, spiritualità con il business facendo rinascere un territorio su cui nessuno scommetteva più, e non ultimo Adriano Olivetti per la sua visione illuminata del reinvestimento dei profitti a beneficio della comunità».

L’impegno per le donne

Samantha Di Laura è anche un grande sostenitrice dell’empowerment femminile. E non poteva essere altrimenti essendo figlia di una delle prime donne capostazione d’Italia, la siciliana Maria Agnese Di Carlo che nel 1971 prese il comando della stazione di Vercelli dove la Di Laura nasceva un anno dopo. «Tutte le collaboratrici di Scirocco, non per caso, sono tutte donne. Le scelgo e le sostengo, facendo lavorare in maniera sostenibile e flessibile», racconta l’imprenditrice alla quale nel luglio 2021 è stato assegnato, da Banca Intesa San Paolo e Fondazione “Marisa Bellisario”, il premio “Women Value Company. La Scirocco di Samantha Di Laura è stata, infatti, selezionata tra oltre 800 piccole aziende scelte tra quelle che s’impegnano in «concrete e innovative strategie e politiche d’inclusione, partecipazione, promozione e conciliazione volte a potenziare il contributo femminile in azienda».

Samantha Di Laura, dal Csr alla produzione agricola

Da consulente per gli agricoltori che vogliono produrre cibo sostenibile, Samantha Di Laura è passata anche dall’altra parte della barricata e ha messo le mani nella terra diventando in prima persona anche un’imprenditrice agricola. Oltre ad aiutare le aziende che si rivolgono a lei, infatti, si è impegnata in due piccole produzioni: una di olio extravergine di oliva biologico, etico e sostenibile di qualità superiore, l’Oliove, e ha da poco prodotto anche la sua prima etichetta di vino, Lucìe.

Il vino Lucìe

Samantha di Laura col vino Lucie

Foto: Ufficio stampa Scirocco

«Lucìe è un vino senza trucco che nasce dalla mia necessità di poter tornare a berne senza che mi facesse male visto che sono allergica a tantissime cose», racconta. Ottenuto da uva Inzolia raccolte a Santa Ninfa, nel Trapanese il vino di Samantha Di Laura è frutto del lavoro etico di Mattia Filippi, enologo trentino, esperto in vini spumanti e vini naturali. «Ho voluto affidarmi a lui perché è un maestro dei vini naturali», continua Di Laura. «Lucìe è un vino biologico a bassa gradazione alcolica (11,5%), integrale, non filtrato, frizzante, rifermentato in bottiglia con aggiunta di lieviti indigeni e mosto d’uva. È un vino senza solfiti aggiunti, con solforosa totale di 32 mg/lt. Abbiamo utilizzato un tappo a corona che è facile da smaltire e abbiamo scelto l’etichetta trasparente nella quale indichiamo anche le calorie: 64kcal per100ml», spiega con orgoglio. Anche l’etichetta è un piccolo gioiello. «Questo vino è segno di rinascita, è inclusivo e vuole essere un messaggio alle donne, un vino femminile plurale: per questo si chiama Luciè che significa “portatrici di Luce”. Il mio desiderio – conclude – è che illumini i momenti speciali delle donne e le faccia stare bene».

Mariella Caruso

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