Un progetto del comune prevede incrementare l'offerta di prodotti locali in 25 dei 39 mercati rionali
La sindaca di Barcellona Ada Colau eletta a maggio del 2015, lo aveva promesso partecipando lo scorso 15 di ottobre al Milan Urban Food Policy Pact, il grande patto che riunisce 110 città del mondo impegnate a difendere un sistema alimentare delle aree urbane più equo e sostenibile.
Detto fatto, tornata nella capitale catalana ha messo all’ordine del giorno l’approvazione di un provvedimento in base al quale il Comune di Barcellona si impegna nei prossimi tre anni e mezzo, a trasformare 25 dei 39 mercati municipali in centri di offerta di prodotti a chilometro zero (o comunque provenienti da un raggio di 150 chilometri di distanza da Barcellona) ed ecologici.
Il piano è tuttavia già cominciato con un progetto pilota nel Mercat de la Llibertat situato nel caratteristico quartiere di Gràcia dove i 36 espositori offrono già ai loro clienti prodotti ecologici provenienti da canali di prossimità. Nell’immediato futuro sui prodotti in vendita al Mercat de la Llibertat e in altri 13 marcati rionali, i clienti troveranno etichette verdi certificate dalla Unione Europea che avviseranno i clienti che in quel mercato si vendono prodotti a chilometro 0.
«Nella nostra città ci sono 39 mercati rionali che rappresentano la principale fonte di rifornimento di prodotti freschi e locali per moltissima gente. Con sessanta milioni di visite all’anno, questi mercati si sono convertiti in centri economici importanti che generano coesione sociale e territoriale nella città», ha commentato Ada Colau.
Ma non è tutto: il governo cittadino punta a realizzare un Piano di consumo responsabile 2016/2020 che tra le altre cose prevede il rafforzamento di politiche educative per diffondere buone pratiche di consumo sostenibile e l’elaborazione di misure volte a evitare lo spreco alimentare.