Wise Society : Eccedenze alimentari, fra lotta agli sprechi ed etica del cibo

Eccedenze alimentari, fra lotta agli sprechi ed etica del cibo

di Lucia Fino
11 Gennaio 2024

Lo spreco di cibo è fa male alle tasche dei cosumatori e all'ambiente. Al food waste è infatti legato molto inquinamento lungo tutta la filiera. Sono però molti i progetti legati alla ridistribuzione delle eccedenze alimentari, e non solo

Da cibo a rifiuto. È questo il circolo vizioso dello spreco alimentare che, solo in Italia, porta nella spazzatura e poi in discarica milioni di tonnellate di cibo. Lo spreco alimentare è anche però anche uno spreco di risorse (per prime quelle consumate nella filiera del cibo come l’acqua e l’energia) e una fonte di inquinamento tanto che l’Agenda 2030 dell’Onu fra i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile si propone di dimezzarlo. In questo senso, l’idea del recupero delle eccedenze alimentari si è fatta avanti solo negli ultimi anni ma sta facendo rapidi passi in avanti. Tutti abbiamo imparato, soprattutto in tempi di inflazione e crisi energetica a fare acquisti più intelligenti, anche in fatto di cibo. Ecco perché non buttare il cibo conviene a noi e fa bene all’ambiente e come si può contribuire in prima persona a dire “no” al food waste.

spreco alimentare

Foto Shutterstock

Il recupero delle eccedenze alimentari diventa globale

Nell’ultimo periodo si è avviato un processo globale di lotta allo spreco alimentare con tanti protagonisti, un nuovo corso, più solidale e sobrio, che si può apprezzare in molte nazioni: ha fatto notizia per esempio il Coronation Food Project lanciato nel Regno Unito da re Carlo III in persona.

Ma i protagonisti attivi della lotta al food waste sono tanti anche in Italia: ci sono le Onlus che si occupano di eccedenze alimentari e di redistribuzione del cibo (fresco o trasformato) a chi ne ha bisogno, le aziende che si propongono per la donazione di cibo in eccedenza, le app smart che aiutano a recuperare il cibo che rischia di rimanere invenduto. Insomma, chi produce cibo e lo commercializza ha imparato il valore etico ed economico della donazione delle eccedenze alimentari e le fasi del recupero si sono fatte via via più efficaci, capillari e accessibili.

La donazione di cibo: cosa fanno le onlus

Contro il food waste serve una sinergia: una tecnologia valida che consenta di tracciare sempre meglio il cibo in eccesso nelle aziende che lo producono, nei negozie e nei ristoranti, un packaging diverso che per evitare sprechi inutili, che deve essere funzionale e sostenibile, e infine l’impegno delle ONLUS e dei volontari nel raccogliere e distribuire il cibo, anche agendo “nel piccolo”, a livello delle comunità locali, nelle grandi città come Milano come in territori più decentrati a rischio povertà.

Per renderlo possibile sono importantissime le ONLUS come il Banco Alimentare, che opera in tutta Italia. Le ONLUS provvedono a ritirare il cibo e a distribuirlo, garantendo la sicurezza alimentare lungo tutto il processo di recupero delle eccedenze e la consegna a chi ne ha più bisogno.
Oggi ci sono anche diverse piattaforme come ecibo, che mette in contatto in via digitale aziende, negozi e ristoratori che hanno cibo in eccesso ed enti caritativi (organizzazioni senza fini di lucro e di volontariato) che li distribuiscono poi ai loro assistiti, saltando le fasi intermedie.

I vantaggi della donazione di cibo

Donare eccedenze alimentari in realtà ha più di un vantaggio. Se il cibo invenduto o non utilizzato finisce in discarica si ha meno inquinamento e spreco di risorse per lo smaltimento, le aziende possono dare una valenza etica al loro impegno, ma anche  un vantaggio economico perché il surplus di cibo è un costo e donandolo si possono avere gravi fiscali. Ma la cosa più importante, in fondo, è aiutare le persone in difficoltà che, soprattutto con la crisi degli ultimi anni di pandemia, devono fare i conti con la cosidetta “food poverty”.

Mensa per i più bisognosi

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Perché il cibo si butta e dove

Secondo un’indagine del Politecnico di Milano in collaborazione con Banco Alimentare, in Italia più della metà (il 57%) del cibo sprecato arriva dal processo di produzione e trasformazione e si ha già quindi lungo la filiera agricola e industriale e nella distribuzione presso negozi e supermercati, ristoranti. Per il resto (un buon 43%) a sprecare sono i consumatori finali, singoli e famiglie. Il nostro Paese ha affrontato il tema del “food waste” con la Legge n.166 del 19 agosto 2016 che punta a recuperare il cibo per l’alimentazione umana e a renderlo fruibile quando ha ancora tutte le caratteristiche per finire in tavola, sia per qualità che per sapore.

I cibi che gli italiano sprecano di più

Ma quanto cibo sprechiamo a casa? Tutti sappiamo cosa succede quando non facciamo la spesa in modo “intelligente”: il cibo deperibile finisce nella pattumiera dopo una sosta più o meno breve in frigo o in dispensa. A volte quando è davvero inutilizzabile, a volte perché ha semplicemente raggiunto la “data di scadenza consigliata” e quindi non ci convince più.

Gli italiani sono abbastanza spreconi, almeno secondo i dati pubblicati dal centro studi Divulga in occasione della Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari del settembre 2023. Ogni anno da noi si buttano circa 8,65 tonnellate di cibo. Peggio ancora fanno la Germania con 10,9 tonnellate di cibo sprecato e la Francia con le sue 9 tonnellate di food waste.

Secondo le ricerche del CREA – Centro di ricerca alimenti e nutrizione, fra i cibi che più facilmente vengono buttati ci sono le verdure, la frutta e il pane seguiti da pasta, patate, uova, budini, derivati del latte (yogurt, formaggi). Nelle famiglie con figli piccoli si buttano via spesso anche gli “ingredienti” di panini e spuntini (affettati, formaggio a fette) mentre l’attenzione al risparmio cresce con l’età e con il diminuire delle possibilità economiche.

Spesso la causa dello spreco è la fretta negli acquisiti e la paura di rimanere senza scorte a casa. Negli anni la consapevolezza dell’importanza del riciclo del cibo, del recupero alimentare e dei danni del “food waste” per il singolo e la comunità è aumentata ma rimane ancora molto da fare.

Il decalogo antispreco

Per evitare lo spreco di cibo e mangiare meglio, risparmiando il CREA ha stilato un decalogo pratico con 10 regole antispreco. Da ricordare (magari attaccando la lista sul frigo) per salvare portafoglio e dispensa!

  • Pianifica bene la spesa e conserva correttamente gli alimenti.
  • Occhio alle tentazioni: le maxi-confezioni non sempre fanno risparmiare davvero e si rischia di non consumarle tutte.
  • Attenzione a pane, frutta e verdura, sono molto deperibili: comprane solo quanto serve.
  • Leggi sempre bene l’etichetta, ti spiega quanto dura quel cibo e come si conserva.
    “Da consumarsi entro” è il limite oltre il quale il prodotto non va consumato (di solito viene usata per pochi prodotti altamente deperibili come il latte fresco). “Da consumarsi preferibilmente entro” indica che, oltre la data riportata, il prodotto può essere ancora consumato, possibilmente in tempi brevi, senza rischi per la salute.
  • Quando cucini fai attenzione alle dosi: usare più cibo di quanto serve significa poi buttarlo.
  • Utilizza bene gli avanzi del giorno prima, anche utilizzandoli in nuove ricette.
  • Dopo una festa a fine serata pizzette, dolci, tartine e altri piatti avanzati possono essere donati come regalo gastronomico agli ospiti.
  • Viva la doggy bag. Quando vai al ristorante chiedi di poter portare via il cibo non consumato durante il pasto.
  • Informati sui programmi di recupero delle eccedenze alimentari della tua cità. Potrai aiutare chi ne ha bisogno.
Doggy Bag

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Le app che salvano il cibo

Per combattere lo spreco alimentare e (perché no?) anche risparmiare sulla spesa ci sono anche molte app contro le eccedenze alimentari, in continuo aggiornamento.
Eccone alcune.

To Good To Go

Letteralmente “troppo buono per essere buttato” è una app danese che si è diffusa in molti paese europei compresa l’Italia e negli Stati Uniti. Consente ai ristoratori di mettere in vendita, a fine giornata, cibo che non può essere conservato e rimarebbe invenduto. Il consumatore lo ritira con una semplice prenotazione e un pagamento online: il contenuto della box è a sorpresa, ma anche il prezzo lascia stupiti: è scontatissimo!

Phenix

Per il momento si può usare a Milano, Torino, Bologna. Anche in questo caso c’è la possibilità di acquistare una box con cibo invenduto, anche in versione vegan, vegetariana, bio.

Last Minute sotto Casa

Sconti da non perdere anche con Last Minute sotto Casa che permette ai supermercati di vendere il cibo con scadenza ravvicinata o fresco e al consumatore di fare spese convenienti nella sua zona.

Myfoody

Cibo ancora buonissimo ma che rischia di rimanere invenduto perché prossimo alla scadenza, stagionale o con qualche difetto: prenotarlo e acquistarlo a prezzi supr-scontati è possibile con Myfoody.

UBO

UBO che sta per Una Buona Ooccasione insegna come conservare facilamente il cibo a casa senza sprecarlo.

Bring! Lista della spesa

Liste della spesa da condividere con parenti e amici per sprecare meno cibo, tempo e risorse e un “frigo virtuale” per organizzare la conservazione casalinga in Bring! l’app che aiuta a pianificare al meglio l’acquisto di cibo.

Svuotafrigo

Quanto cibo buttiamo solamente perché non sappiamo come cucinarlo? L’app Svuotafrigo propone più di venticinquemila ricette per trasormare gli ingredienti già presenti nel frigo e nella dispensa in piatti buonissimi combianandoli fra loro in modo creativo (e rispettando anche diete particolari, come quella contro le intolleranze alimentari o l’alimentazione vegetariana o vegana).

Lucia Fino

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