Wise Society : La doggy bag diventerà obbligatoria in Italia?

La doggy bag diventerà obbligatoria in Italia?

di Lucia Fino
5 Febbraio 2024

La misura obbligherebbe i ristoratori a dotarsi di speciali contenitori in cui andare a mettere il cibo avanzato dai propri clienti, per consentir loro di portarselo a casa. Questa consuetutine, che è una regola in molti altri paesi europei, in Italia fa fatica ad attecchire

La doggy bag, il cestino degli “avanzi” da chiedere al ristorante, potrebbe presto diventare obbligatoria in Italia. In parlamento ci sono già due proposte di legge che potrebbero introdurla prestissimo in un’ottica globale di lotta al food waste. Gli italiani conoscono ancora poco la doggy bag e ancora meno la utilizzano, mentre all’estero quando si mangia fuori chiederla è un’abitudine consolidata (e per niente eccentrica) che mette insieme gusto e portafoglio e combatte lo spreco alimentare. Andiamo a scoprire cosa probabilmente cambierà da noi, ma anche di come in tanti locali quest’abitudine sia una già una realtà (approvata perfino dagli chef stellati) da sfruttare fin da subito.

Doggy Bag

Foto Shutterstock

La proposta alla Camera contro il “food waste”: sì alla doggy bag

Il dibattito sulla doggy bag è ripartito dopo che lo scorso 10 gennaio è stata presentata alla Camera dal deputato di Forza Italia Giandiego Gatta una proposta di legge per renderla obbligatoria. Obiettivo dichiarato: combattere lo spreco alimentare che in Italia raggiunge i 65 chili l’anno secondo i dati più recenti di Fondazione Bdfn.

La proposta di legge è articolata e parte proprio dall’obbligo per chiunque somministri alimenti, quindi bar, pizzerie, ristoranti, di esporre un cartello con l’avviso che il ristorante mette a disposizione contenitori riutilizzabili e riciclabili per portar via il cibo avanzato. Non sarà obbligatorio proporla: la doggy bag sarà consegnata solo ai clienti che ne facciano richiesta. I ristoratori che non si riforniranno di contenitori adeguati rischiano, poi, multe fino a 125 euro.

La legge, se entrerà in vigore come presentata, potrà essere un incentivo concreto a combattere il food waste anche quando si mangia fuori e non solo a casa (dove negli ultimi anni gli italiani sono diventati comunque più attenti e consapevoli).

In Francia e Spagna è già legge

In realtà in alcuni paesi la doggy bag è già obbligatoria dal 2021 e 2022 (sia pure con qualche iniziale rimostranza dei ristoratori francesi che l’hanno poi ribattezzata gourmet bag). La futuristica Londra è stata la prima città europea ad attrezzarsi con contenitori green. Negli USA, infine, dove è nata, si parla di doggy bag (borsa per il cane) fin dagli anni’40 del secolo scorso, un’esigenza nata forse anche a causa delle porzioni più che generose di fast food e ristoranti americani, spesso difficili da consumare fino alla fine.

Persone al ristorante

Foto di Alex Haney su Unsplash

Doggy bag, fra consapevolezza e imbarazzo

Gli italiani invece finora sembrano essere più timorosi nel chiedere e portar via la doggy bag. La scarsa disinvoltura del Bel Paese dopo pranzi e cene viene confermata dai dati recentissimi (24 gennaio 2024) dell’indagine “Food Waste al Ristorante” dell’Osservatorio Waste Watcher International un’indagine della campagna Spreco Zero
in collaborazione con FIPE, Ipsos e Università di Bologna.

Il 14% per cento degli intervistati ha dichiarato di non chiedere mai la doggy bag perché si vergogna, il 12% perché lo ritiene un gesto di cattivo gusto. La percentuale di chi chiede di portar via il vino avanzato è ancora più bassa e arriva appena all’11 %. Eppure qualcosa sta cambiando. Sempre secondo la stessa indagine il 31% delle persone intervistate ritiene necessaria la doggy bag per combattere lo spreco alimentare e il 28 % la considera anche giusta e perché in fondo si tratta di cibo già pagato.

La versione italiana: il “Rimpiattino”

In realtà i ristoratori si sono mossi verso un’idea più ”friendly” della doggy bag già da tempo. È del 2019 il lancio del progetto “Rimpiattino” promosso da Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) e Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) che oggi tracciano un bilancio più che positivo.
In questo periodo sono stati oltre 24.000 i Rimpiattini (speciali contenitori in cellulosa per cibo e vino) distribuiti in 875 ristoranti, situati in 22 città, da Nord a Sud.
Tanta eccedenza alimentare evitata, quindi, e tanta soddisfazione in più per i clienti che non si sono persi un boccone (e un euro) delle loro cene e pranzetti!

Una nuova cultura del riciclo

Insomma una volta superati gli imbarazzi la doggy bag non è poi così strana o tantomeno disdicevole… E forse senza aspettare che entri in vigore una legge, per imparare a chiedere la doggy bag basta cambiare mentalità.

Per non arrossire più al momento del conto e della “sportina degli avanzi” si può pensare per esempio a Michelle Obama che qualche anno fa non rinunciò a portarsi via i maccheroni rimasti in tavola dopo una cena romana, o a Meghan Markle e alla popstar Rihanna, beccate più volte con una golosa doggy bag all’uscita dal loro ristorante preferito.

E fin quando la legge non la renderà disponibile in tutti i locali possiamo noi stessi munirci di una simpatica doggy bag. Ce ne sono di tutti i gusti, in cellulosa, in bambù in bioplastica, per pokè, per insalata, per vino, riutilizzabili e compostabili, perfino di design. Basta un po’ di fantasia e il food waste si può combattere in prima persona.

Lucia Fino

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi:
Continua a leggere questo articolo: