Una ricerca condotta su un nutrito gruppo di Avventisti da un'università californiana ha dimostrato che non mangiare carne allunga la vita migliorando l'insulino-resistenza e la qualità dell'indice di massa corporea
I vegetariani vivono più a lungo dei carnivori? Diverse sono le scuole di pensiero in proposito. Una risposta positiva viene da uno studio denominato “Adventist Health Study“, frutto di una serie di indagini effettuate negli anni Settanta dalla Loma Linda University della California su un numeroso gruppo di Avventisti del Settimo Giorno, la Chiesa protestante considerata tra le comunità più longeve al mondo, non a caso inserita fra le comunità viventi in una delle blue zone presenti sul nostro pianeta. I ricercatori avevano monitorato le abitudini alimentari di migliaia di appartenenti a questa comunità, rilevando una maggior lunghezza di vita e una salute migliori nei soggetti che basavano la propria dieta su cibi non animali.
I vegetariani di Loma Linda vivono più a lungo
Lo studio è stato ripreso nel 2002 dalla stessa università californiana coinvolgendo 96.000 persone provenienti dagli Stati Uniti e dal Canada, ed è tuttora in corso. E’ emerso che l’aspettativa di vita media è di 83,3 anni per gli uomini vegetariani e di 85,7 anni per le donne: 9,5 e 6,1 anni in più rispetto ai californiani carnivori. C’è da dire che nella comunità avventista, oltre al consumo di carne, viene scoraggiato il ricorso a fumo, droghe e alcol, a tutto vantaggio della salute e della longevità.
Da questo studio sono emersi altri interessanti risultati. I vegani, per esempio, pesano circa 13 kg in meno rispetto agli onnivori e presentano un indice di massa corporea a favore della magra; e si sa quanto il grasso corporeo incida sullo sviluppo di malattie a carico del cuore e del sistema locomotore. Vegetariani e vegani sono meno insulino-resistenti rispetto a chi consuma carne e pesce ma benefici per la salute si sono riscontrati anche in chi ha ridotto il proprio consumo di carne, mangiandola soltanto una volta alla settimana.
Gli alimenti alla base della dieta
Le ricerche svolte in precedenza avevano già dimostrato come gli alimenti solitamente consumati in quantità nelle diete vegetariane, come frutta, fresca e secca, verdura e legumi, potessero contribuire a ridurre il rischio di sviluppare patologie cardiache e diabete di tipo 2, oltre a migliorare le prestazioni cerebrali e contribuire a tenere sotto controllo il peso corporeo. I legumi, infatti, il tofu in particolare, vengono inseriti quotidianamente per garantire, in associazione con i cereali, il giusto apporto di proteine all’organismo. Perché tutti gli aminoacidi della catena siano presenti in modo equilibrato a formare le cosiddette proteine nobili, l’associazione di cereali e legumi deve essere ben studiata e le quantità abbondanti.
I vegani faticano a garantire al corpo la giusta dose quotidiana do vitamina B12, assente nei cibi di origine animale. Come conseguenza di questo deficit potrebbero sviluppare anemia e problemi al sistema nervoso. La soluzione è però semplice: utilizzare un integratore alimentare per raggiungere il fabbisogno richiesto dell’organismo. In fondo è un piccolo sforzo che però ripaga – almeno sulla carta – con più anni da vivere in salute.