Tra i motivi della scelta vegetariana e vegana ci sono le aberranti condizioni di vita degli animali in questi allevamenti. Argomenti di cui non si parla abbastanza perché «l'industria della carne è molto potente»
«Ho smesso di mangiare carne quando durante i miei studi di biologia mi sono ritrovato davanti all’allora “Dizionario degli alimenti per animali” di Marcello Piccioni (l’ultima edizione è del 1991, nda) e alla pagina 16 ho trovato la voce Antibiotici con la specifica “aumentano la voracità dei suini” e, “a basso dosaggio, sono un fattore di resistenza per gli animali di cortile”». A parlare è il biologo Remo Egardi che così ha aperto il convegno “Vegetarianismo: ritorno alle origini delle civiltà o sguardo al futuro?”, argomento sul quale lo chef Pietro Leemann e il giornalista Gabriele Eschenazi, organizzatori di “The Vegetarian Chance”, festival di cucina vegetariana, hanno deciso di dibattere invitando anche la giornalista e conduttrice vegana Paola Maugeri, autrice di tre libri sull’argomento e in preparazione del quarto, e la conduttrice di “Anno Uno”, per autodefinizione «vegana a casa, vegetariana negli altri contesti», Giulia Innocenzi.
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Allevamenti intensivi – Image by iStock
Resistenza agli antibiotici e allevamenti intensivi
«Questo è un libro degli anni ’80, adesso siamo nel 2016 e in quarant’anni le cose sono profondamente cambiate. Ma se non avessi smesso di mangiare carne a 12 anni, non so quanti antibiotici avrei ingerito nella mia vita», ha sottolineato Paola Maugeri. Il tema è quello, di cui si sta molto parlando in questi giorni della resistenza agli antibiotici diventata ormai un rischio globale. «Restare ignoranti nell’epoca della libera informazione è il peggior danno che possiamo fare a noi stessi – ha continuato l’autrice di “Las Vegans” -. Io sono mamma di un bambino di otto anni, e fra mamme si discute spesso dell’utilizzo degli antibiotici nella cura dei nostri figli: ecco è difficile pensare che volenti e nolenti i nostri bambini cominciano ad assumerli, in maniera occulta, durante lo svezzamento».
La lobby delle carni
A darle manforte anche Giulia Innocenzi. «Io sono diventata vegetariana perché esistono gli allevamenti intensivi, se non fossero esistiti non penso ci avrei mai pensato», ha ammesso la giornalista.
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Image by iStock
«Ad Anno Uno mi sono trovata a fare un’inchiesta denuncia sugli allevamenti intensivi di maiali – ha raccontato -. Ovviamente siamo entrati di notte per cercare di vedere come vivono questi animali. Quello che abbiamo documentato è stato così terrificante che la ministra Lorenzin intervenne subito mandando i Nas e parlando di “casi isolati”». A ben vedere, però, non è proprio così perché «esiste – ha sottolineato la Innocenzi – l’autorizzazione dell’aberrazione degli allevamenti intensivi per legge. Negli allevamenti dei suini sarebbe necessario, “se possibile” scrive il legislatore, tenere della paglia utile a intrattenere gli animali, ma visto che i maiali vivono su pavimento fessurato che serve a far defluire le deiezioni, la stessa paglia otturerebbe gli scarichi».
Il risultato è che gli animali «non avendo alcun modo per intrattenersi si mordicchiano l’uno con l’altro dando vita a fenomeni di cannibalismo che, di fatto, autorizzano il taglio delle code», ha continuato.
Un’altra questione è quella dei «pulcini maschi delle galline ovaiole che, entro i primi due giorni di vita vengono triturati o gassati, perché per raggiungere il peso di macellazione dovrebbero essere alimentati per 100 giorni, mentre a un pollo broiler (quello normalmente venduto, ndr) serve molto meno tempo». Perché di questo non si parla abbastanza?
«Noi speriamo che in televisione se ne riesca a parlare di più – ha concluso la Innocenzi -, ma l’industria della carne è molto potente e su tu vuoi mandare in onda qualcosa quella tot industria ti dirà “ti tolgo tutta la pubblicità” e quello è un ricatto enorme».