Wise Society : Caduta dei capelli e Covid, quale relazione?

Caduta dei capelli e Covid, quale relazione?

di Vincenzo Petraglia
5 Ottobre 2021
SPECIALE : I segreti della longevità

L'autunno è uno dei periodi più delicati per i nostri capelli, che hanno quest'anno nella pandemia un ulteriore nemico. Vediamo perché e soprattutto come salvaguardarne la salute con i consigli dell'esperto

L’autunno è notoriamente uno dei periodi più delicati per i nostri capelli, in questa stagione in genere più deboli e soggetti a caduta. I motivi possono essere diversi, a partire dallo “stress” cui sono stati esposti durante l’estate: maggiore esposizione al caldo sole estivo e ad elementi che possono destabilizzare il cuoio capelluto, come per esempio la salsedine del mare e il cloro delle piscine; o, ancora, il maggiore stress psicofisico di cui molte persone sono vittima durante le vacanze, che stravolgono un po’ le proprie abitudini e con esse anche i propri ritmi circadiani: si dorme meno, si mangia in orari diversi da quelli abituali, si varia la propria dieta. A ciò si aggiunge la diminuzione delle ore di luce nel periodo autunnale, che influisce, anch’essa, sul bioritmo del corpo e, di conseguenza, sulla salute dei capelli. 

Se a questa problematica, che in condizioni normali si presenta ogni anno in autunno, aggiungiamo il fatto che veniamo da un periodo non semplice legato alla pandemia e alle restrizioni ad essa connesse, che inevitabilmente hanno generato in molte persone parecchio stress, si capisce quanto quest’anno i nostri capelli potrebbero risentirne ulteriormente in un periodo, l’autunno, di per sé già sfavorevole. Diversi studi hanno, infatti, registrato come siano aumentati anche i casi di calvizie, al di là della caduta stagionale più o meno fisiologica dei capelli, dato in linea con le conseguenze psicologiche di lungo termine e di vasta portata dell’emergenza sanitaria che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avuto modo di mettere in evidenza.

Abbiamo parlato di questa specifica problematica con un esperto del settore, il dottor Mauro Conti, responsabile scientifico del Gruppo italiano HairClinic, tra le più importanti realtà europee nella cura della calvizie tramite metodologie rigenerative, innovative e multidisciplinari, che ci ha dato anche qualche consiglio utile su come preservare in generale la salute dei nostri capelli.

capelli donna

Foto: Corina Rainer / Unsplash

Dottor Conti perché il Covid ha determinato nelle persone un incremento della caduta dei capelli e in molti casi anche della calvizie?

A causa dell’impatto complessivo della pandemia, i capelli hanno sofferto moltissimo nell’ultimo anno e mezzo. Stress, preoccupazioni economiche, senso di precarietà costante e una minore socialità, hanno generato uno stato d’ansia raramente visto prima d’ora. E il follicolo capillifero è un organo che risente enormemente delle situazioni psico dinamiche. Con il Covid si sono innescate dinamiche inedite, ed essendo la calvizie una patologia polifattoriale, risente moltissimo delle influenze esterne, anche emotive, e reagisce di conseguenza.

Parlando per esempio della realtà per la quale lavoro, la quantità di persone che ci hanno contattato lamentando un aumento della caduta su base stressogena è davvero molto alta e in modo particolare si sono rivolte a noi decisamente più donne che uomini che hanno riscontrato una caduta tre volte più copiosa del normale. Si tratta di un fenomeno transitorio, quindi recuperabile nel tempo, accentuato ad esempio da trattamenti specifici fra cui anche l’assunzione di psicofarmaci, pratica che ha visto un forte aumento nei periodi di lockdown. Nonostante la protezione del follicolo e un’alimentazione adeguata, con finalità antinfiammatoria, lo stress è stato e continua a essere un fattore fortemente condizionante a livello di salute dei capelli. I follicoli ne risentono molto, sono estremamente reattivi ed entrano in pausa biologica, generando una copiosa caduta.

Di che numeri percentuali parliamo?

La perdita progressiva dei capelli interessa quasi un uomo su due e coinvolge anche un pubblico sempre più al femminile, comportando disagi di carattere estetico, fisico e non di rado persino psicologico. A convivere con il problema della calvizie nel nostro Paese sono il 39% degli uomini e il 13% delle donne. L’Italia è al 10° posto nella classifica mondiale in merito all’incidenza nella popolazione della patologia.

L’elemento psicologico è fondamentale nell’economia della vita e della salute dei capelli?

Assolutamente sì, i capelli e i follicoli risentono, nella vita di tutti di noi, di tantissime situazioni che causano la loro sofferenza, in primis lo stress.

Quali sono le concause che possono aggravare la calvizie?

La calvizie è causata da una concomitanza di fattori ereditari e degenerativi individuali che creano una sofferenza follicolare. Oltre alla predisposizione genetica, infatti, vi possono anche essere delle concause come problematiche tiroidee, malattie autoimmuni, uso di alcuni farmaci, celiachia, anemia, disordini alimentari, gravidanza, forte stress psicologico, che amplificano la problematica androgenetica e spesso la rendono più evidente.

Gli stili di vita possono aiutare nel combatterla?

È chiaro che stress, fumo, mancanza di sonno e l’utilizzo di farmaci possono peggiorare l’evoluzione di una calvizie che di per sé ha nelle sue forme cause differenti.

Quanto influisce l’inquinamento sulla cattiva salute del capello?

Le radiazioni ultraviolette, l’inquinamento, le polveri sottili e lo sporco che c’è nell’aria contribuiscono in egual misura a togliere vitalità al fusto dei capelli, a sporcarli. Lo stress ossidativo dei raggi ultravioletti e di tutte le sostanze tossiche può aggravare la sofferenza follicolare interna del capello stesso.

È importante lavare i capelli in maniera adeguata, anche tutti i giorni, utilizzando i prodotti giusti: uno shampoo delicato, un conditioner rafforzante e uno spray di protezione alle proteine della seta idrolizzate in grado di ridare robustezza ai capelli debilitati a causa dei raggi ultravioletti e dell’inquinamento delle città.

Cosa possiamo dire riguardo colorazioni dei capelli ed altri trattamenti estetici utilizzati soprattutto dalle donne?

È vero che il follicolo è il punto nel quale si crea la vera sofferenza dei capelli e la conseguente perdita, ma è altrettanto vero che le tinture, le decolorazioni e l’uso frequente della piastra possono indebolire ulteriormente i capelli già stressati.

Prima accennava al fatto che non esiste un unico tipo di calvizie e che può variare da soggetto a soggetto. Ci spieghi meglio…

La calvizie è una problematica estetica sostenuta da una base clinica molto diffusa, per cui i follicoli perdono la loro capacità di far nascere e crescere capelli nel tempo. Esistono diverse forme di caduta di capelli, variano le modalità e le cause fisiologiche. La più diffusa è l’alopecia androgenetica (Aga), una problematica genetica che può svilupparsi in diverse aree – tempie, vertex, chierica – con tempi differenti (insorgenza precoce o tardiva) e prevede che alcune zone del capo – che variano da persona a persona – abbiano dei follicoli geneticamente deboli.

La causa di questa patologia è un’ipersensibilità al Diidrotestosterone (DHT), prodotto sia nell’uomo che nella donna, per cui i follicoli capilliferi di alcune zone entrano in una fase di sofferenza circolatoria, provocando un assottigliamento dei capelli che poi cadono.

Il dottor Mauro Conti

Il dottor Mauro Conti è responsabile scientifico del Gruppo italiano HairClinic.

L’alopecia areata è la forma di calvizie con piccole chiazze rotonde prive di capelli. La causa alla base è un conflitto infiammatorio causato da anticorpi dello stesso paziente che creano un danno ai follicoli, una specie di malattia autoimmune che vede come organo bersaglio proprio i follicoli capilliferi. Questo tipo di alopecia è sostenuta da una condizione fisiopatologica sconosciuta. I follicoli bersagliati possono ritornare in attività quando si riduce il conflitto infiammatorio autoimmune. Lo svantaggio è la sua recidività.

Un’altra patologia spontanea, che si verifica indistintamente in uomini e donne, è l’alopecia cicatriziale. È una forma che va a colpire il cuoio capelluto della zona della fronte, il quale diventa duro e fibroso, per cui i follicoli presenti in questa area soffrono, causando un arretramento dell’attaccatura dei capelli. Nella donna questa patologia può essere legata a uno stimolo irritativo. Acconciature particolarmente serrate, come la coda di cavallo, possono provocare una trazione sui follicoli capilliferi facendo così arretrare nel tempo anche di tre o più centimetri la linea di attaccatura, dando origine alla cosiddetta alopecia cicatriziale da trazione.

Quali sono oggi i metodi a disposizione contro la calvizie?

Diciamo subito che un integratore o uno shampoo anticaduta non sono delle cure. E diciamo anche che un trapianto di capelli, che spesso le persone eseguono per colmare un diradamento, è qualcosa che non cura i capelli malati e che da solo non basta. Spesso, molte persone si spostano addirittura dall’Italia verso Paesi come la Turchia per ricorrere agli autotrapianti, ma la chirurgia da sola non serve ad arrestare l’evoluzione della calvizie

Oggi è possibile contrastare la calvizie, a patto di comprendere la problematica che sta alla base della sofferenza dei follicoli. La prospettiva di miglioramento è ampia grazie alle terapie cliniche in grado di accrescere la salute dei follicoli, è necessario agire su più fronti. Un approccio inclusivo coordinato sul paziente è il modo moderno di curare la calvizie e la sua evoluzione, promuovendo i massimi risultati clinici, estetici e duraturi.

Si tratta di una problematica evolutiva che va trattata in maniera inclusiva con un approccio completo, sferico e duraturo a 360 gradi. I follicoli devono tornare ad avere una buona circolazione, ossigenazione e nutrimento; l’obiettivo è ridurre l’infiammazione follicolare affinché essi possano tornare a far crescere i capelli nella maniera migliore. Se shampoo anticaduta, integratori o auto trapianti non garantiscono risultati stabili nel tempo, al contrario le nuove terapie inclusive multidisciplinari legate alla medicina rigenerativa aprono scenari completamente nuovi per affrontare una problematica così complessa.

I protocolli di medicina inclusiva sono in grado di dare risultati estetici eccellenti. Un percorso di medicina inclusiva agisce su tutti i follicoli in maniera sinergica con tre grandi obiettivi: il blocco della caduta patologica, il riequilibrio della funzionalità follicolare e l’irrobustimento dei capelli fini e diradati, a cui segue un miglioramento estetico e spesso una grande ricrescita grazie alla cura delle disfunzioni follicolari dei pazienti.

In pratica come agisce la medicina rigenerativa?

La medicina rigenerativa ha fatto dei passi da gigante in questo ambito, soprattutto per quel che riguarda le cellule staminali, cellule che, riproducendosi, hanno la capacità di trasformarsi in altri tipi di cellule. Alcuni protocolli partono dal problema personale del singolo e utilizzano le cellule del paziente per risvegliare i follicoli dormienti che non hanno più la forza e i nutrimenti necessari per far ricrescere il capello. Il follicolo però non è morto, nella maggior parti dei casi il bulbo continua la produzione dei capelli, più sottili però e meno pigmentati, restituendo l’effetto visivo del diradamento. Con il passare del tempo i nuovi capelli risulteranno sempre più deboli e il deterioramento dei follicoli ne impedirà la ricrescita.

Oggi è possibile raccogliere le cellule del paziente ad alta capacità rigenerativa, in maniera del tutto indolore, utilizzando i cosiddetti separatori cellulari, delle macchine computerizzate. La novità è la capacità di estrarre cellule e proteine antinfiammatorie che, una volta iniettate nel cuoio capelluto, spengono l’infiammazione dei follicoli in grado di causare la caduta dei capelli.  

La migliore tecnologia è chiamata hCRP e recupera oltre il 96% (media del 90%) delle cellule giovani. Tra le cellule staminali interessate alla stimolazione troviamo le rare CD34+, progenitrici dei bulbi piliferi, presenti anche nella papilla dermica del follicolo, tra le principali responsabili dello sviluppo e della ricrescita del follicolo. Queste sono prelevate direttamente dal sangue del paziente, vengono lavorate, così che la concentrazione finale risulta essere ad alta densità di fattori di crescita attivi estratti da cellule giovani, poi reintrodotte nelle zone di diradamento.

Si può agire anche quando la calvizie è già avanzata o bisogna intervenire prima di un certo stadio della stessa?

La calvizie va curata e contrastata nel tempo. Sarebbe auspicabile trattarla ai primi segni di diradamento, ma si può affrontare anche nel caso di un diradamento marcato. La tempestività d’intervento è fondamentale. La calvizie è una problematica che non è possibile prevenire, ma intervenire con terapie rigenerative e inclusive ai primi segnali di diradamento e assottigliamento dei capelli aiuta senz’altro a difendere i follicoli malati e a curare quelli che si sono indeboliti. I trattamenti dedicati alla calvizie sono differenti a seconda delle cause di caduta.

In generale come possiamo migliorare la vita dei nostri capelli, preservandone la longevità?

Considerata l’incidenza della calvizie e la possibilità di avere una sofferenza follicolare dovuta a diverse situazioni nella vita quotidiana, evitare di trattare la calvizie come un banale inestetismo credo sia la strada più giusta. Grazie ai check-up personalizzati gli esperti possono valutare la salute dei capelli dei pazienti, offrendo così dei consigli personalizzati ad hoc per poter conservare i capelli in forma e il più possibile nel tempo.

Vincenzo Petraglia

>>>  TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Come prevenire la caduta dei capelli in primavera

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi: , , ,
Vedi di più su Be Beautiful
Vedi di più su Longevity Forum
Continua a leggere questo articolo: