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Glutatione: cos’è, a cosa serve e quando assumerlo

di Lucia Fino
6 Febbraio 2023
SPECIALE : I segreti della longevità

E' la sostaza antiage per definizione ed è prodotta in autonomia dal nostro organismo. In alcuni casi, tuttavia, può essere utile un'integrazione mirata per godere dei suoi benefici

Il più potente antiossidante naturale. E forse anche la sostanza antiage e protettiva più studiata in questi tempi caratterizzati da nuovi virus e soliti stress. Di glutatione si parla da qualche tempo, e oggi sempre di più. È fondamentale per la nostra salute perché stimola il sistema immunitario rendendolo più reattivo, ma aiuta anche il fegato ad eliminare le scorie e le tossine in eccesso. Alcune ricerche italiane, poi, evidenziano come il glutatione possa essere efficace anche per combattere il Covid e renderne meno pesanti le conseguenze sull’organismo. Ma cos’è il glutatione e perché è facile esserne carenti, soprattutto se siamo over 40? E cosa si può fare per introdurne di più ogni giorno? Approfondiamo l’argomento.

Glutatione: alcuni dei cibi che lo contengono

Foto Shutterstock

Cos’è il glutatione?

Il glutatione, che nella formula degli integratori viene riportato con la sigla GSH, è una sostanza con molte proprietà, considerato oggi  l’antiossidante più importante a livello cellulare. E’ infatti prodotto dal nostro corpo, a differenza di altre sostanze come la vitamina C, che devono essere introdotte attraverso il cibo. In particolare, è sintetizzato dal fegato a partire da tre amminoacidi: glicina, glutammato e cisteina. Ed è proprio nelle cellule del fegato che il glutatione si concentra maggiormente, anche se si trova in tutto l’organismo. Questo spiega la sua importanza come fattore detox, perché proprio il fegato è la “centralina” dei processi di depurazione dell’organismo.

I benefici del glutatione: a cosa serve

Il glutatione agisce contro i radicali liberi, le sostanze che si formano normalmente nel metabolismo del nostro corpo ma che, quando sono in eccesso, contribuiscono all’invecchiamento e ai processi degenerativi. Interviene poi nelle riparazione e nella rigenerazione delle cellule. Per prima cosa protegge la funzionalità del fegato e poi sostiene la funzionalità del sistema immunitario. Il glutatione viene inoltre considerato importante anche per la salute dell’apparato visivo ed è un potente disintossicante. Insomma è un ingranaggio importante del nostro benessere globale.

Un aiuto per il sistema immunitario

Le cellule del sistema immunitario, lo scudo naturale che ci difende dall’attacco di virus e batteri, hanno bisogno di essere protette a loro volta dallo stress ossidativo, l’azione dei radicali liberi. Il glutatione le aiuta a ripararsi e rigenerarsi così come fanno altre sostanze antiossidanti come il selenio, lo zinco, la vitamina D, la vitamina E e la vitamina C. Inoltre il glutatione consente la sintesi di alcune molecole delle nostre difese naturali.

La relazione col Covid-19

Abbiamo imparato a conoscere il Covid-19 in questi anni di pandemia. Via via che i meccanismi d’azione del virus diventavano più chiari diventava che più evidente che si trattava di una fortissima risposta infiammatoria dell’organismo, che scatenava la produzione di chitochine (la famigerata tempesta citochinica). Alcuni studi, fra cui quello dell’Università di Torino, hanno rilevato che nei pazienti con Covid grave e con compromissione della funzionalità polmonare erano presenti bassi livelli di glutatione.

Il legame fra le due cose non è ancora del tutto chiaro: sicuramente il glutatione è di fatto un potente antiossidante che interviene direttamente nel modulare e rendere più efficiente la risposta all’eccesso di radicali liberi e alle infiammazioni. Per questo si è pensato che integrare il glutatione quando i livelli nell organismo sono bassi, come accade per la vitamina D, possa favorire anche la prevenzione e una migliore lotta contro l’infezione da virus Sars Cov-2.

Covid-19

Foto di Fusion Medical Animation su Unsplash

Carenza di glutiatone e stile di vita

I livelli di glutatione dipendono anche dal nostro stile di vita. Fra i fattori che più compromettono la sintesi del glutatione, e che possono creare delle carenze, ci sono lo stress, la sedentarietà, il fumo, l’esposizione eccessiva al sole e la cattiva alimentazione.
Anche alcune malattie come il diabete e i disturbi cardiovascolari possono farne scendere i livelli nell’organismo. Inoltre proprio perché è in qualche modo legato ai meccanismi dell’invecchiamento anche il semplice passare degli anni fa scarseggiare progressivamente il glutatione: dai 40 anni in poi la produzione di glutatione nel corpo, infatti, scende sempre più velocemente.

Glutatione: dove si trova?

Il glutatione è una sostanza endogena, viene cioè prodotta in gran parte dal nostro stesso organismo. Si tratta però di una sostanza presente anche in molti cibi e alimenti. Benché sia poco biodisponibile, una dieta ricca di glutatione naturale contribuisce a proteggere il nostro corpo a 360°, favorendo il benessere e la forma fisica.

Fra i cibi ricchi di glutatione ci sono anche molti vegetali, alcuni dei quali fondamentali in un’alimentazione plant-based per la loro azione protettiva (anche contro i tumori). Si tratta di alimenti chiave della dieta mediterranea, come il broccolo, il cavolo e il cavolfiore (che sono crucifere), l’aglio, la cipolla e i porri, ma anche le mele, il melone e ortaggi come le carote e gli spinaci. Anche l’avocado e il pompelmo ne contengono ottime quantità. Il glutatione si trova poi anche nei cibi di origine animale, nel latte, nella carne e nel pesce dove si associa anche a zinco e selenio e ad altre sostanze importanti nella rigenerazione dei tessuti.

Broccoli superfood

Foto di Annie Spratt / Unsplash

Quando assumere il glutiatone

Il glutatione è importante nei periodi di stress psicofisico, in cui tutto l’organismo è indebolito e va facilmente “in riserva” di antiossidanti. Altri momenti in cui il glutatione serve ancora di più è dopo una dieta squilibrata, troppo povera di nutrienti o al contrario troppo ricca di grassi e cibi processati che crea un eccesso di tossine nell’organismo. Anche l’assunzione di farmaci che mettono a dura prova il fegato, fra cui il comune paracetamolo, possono far pensare a un’integrazione di glutatione.

Come assumere l’integratore

Quando ci si trova in condizioni di particolare stress può quindi essere utile anche ricorrere al glutatione sotto forma di integratore. Ci teniamo a sottolineare che un’integrazione di questo tipo dovrebbe essere sempre mirata e personalizzata, come dosi e tempi, con il consiglio di un medico: in generale si consiglia di non superare la dose di 200/250 mg al giorno. Il glutatione come integratore si può anche associare ad altre sostanze antiossidanti come la vitamina E e la vitamina C, lo zinco e il selenio.

L’integratore di questa sostanza viene venduto soprattutto in capsule e spray (formulazione che garantisce un ottimo assorbimento). In ambito ospedaliero, invece, può essere somministrato anche per via endovenosa, con iniezioni.

Effetti collaterali

Il glutatione è di solito ben tollerato e senza particolari effetti collaterali. Sono comunque possibili in alcuni casi lievi disturbi gastrointestinali. In ogni caso il glutatione è sempre sconsigliato in gravidanza e durante l’allattamento. Controverso è ancora il ruolo del glutatione, invece, in chi soffre di cancro: alcune ricerche suggeriscono che proprio perché il glutatione è un protettore cellulare che difende la cellula e ne stimola la rigenerazione, potrebbe “aiutare” anche le cellule tumorali a crescere con effetti, paradossalmente, negativi.

Lucia Fino

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