Le diete lasciano sempre il tempo che trovano, meglio parlare di stili alimentari, più efficaci non solo per la linea ma anche per un benessere duraturo. Ne parliamo col biologo nutrizionista Emiliano Bruni, che ha messo a punto un metodo basato sull'unicità di ogni persona
Di libri e di diete (anche se sarebbe più corretto parlare di stili di vita invece che di diete!) se ne vedono in giro molti e ogni tanto qualcosa di interessante si trova per fortuna, come il testo appena uscito in libreria BMS. Non più a Dieta ma in Salute, a firma del dottor Emiliano Bruni, biologo nutrizionista ideatore del BMS (Sistema Metabolico Bruni).
Un approccio olistico che mette il paziente al centro come individuo, perché ognuno di noi non è soltanto una mano, un intestino, uno stomaco o una somma di disagi, e si incardina sull’assunto di un paziente protagonista, che impara a conoscere meglio il suo corpo e la sua mente, il proprio metabolismo e tutte le dinamiche fisiche ed emotive che influiscono sulla sua salute a 360°.
“Capire i meccanismi del metabolismo, le specificità, le ragioni di uno stato di malessere o benessere, è fondamentale perché la persona abbracci realmente e profondamente il cammino di prevenzione e terapia”, spiega Bruni, che nel suo libro mostra nel dettaglio, con tanto di esempi concreti, quelle che possono diventare le chiavi di volta per il proprio benessere, al di là della mera ricerca di perdita di peso che spesso accompagna chi si affida in maniera più o meno estemporanea alle diete.
Abbiamo intervistato l’autore per farci spiegare meglio in cosa consiste questo nuovo approccio all’alimentazione e al benessere.
Dottor Bruni spieghiamo innanzitutto che cos’è il BMS.
Una sintesi pratica di molte discipline scientifiche studiata per rendere più agevole l’adesione del paziente. Nutrizione funzionale, nutrigenetica, nutraceutica, studio del microbiota, psicologia e cronobiologia, sono condensate in un sistema personalizzato, mirato e molto efficace.
Sostanzialmente è una nuova dieta?
Il BMS non è e non vuole essere una dieta. È, appunto, un sistema: un modo di approcciarsi al paziente che è volto ad affrontare e trattare la persona nella sua interezza e nelle sue caratteristiche esclusive. Nel BMS non si pesano i cibi e non si calcolano le calorie: non è essenziale quanto ma cosa, come e quando si mangia.
In cosa consiste in pratica il suo metodo, o meglio il suo sistema?
Essenzialmente in una conoscenza dei caratteri genetici distintivi della persona da intrecciare con i dati anamnestici per tradurre ciò che ne deriva in un piano nutrizionale personalizzato, eventualmente integrato dall’apporto di nutraceutici mirati. A ciò naturalmente si uniscono adeguati consigli di igiene quotidiana, formulati sulla base delle specifiche condizioni individuali: riduzione della finestra alimentare, adeguate ore di sonno, supporto psicologico laddove necessario.
Possiamo ragionevolmente parlare di uno stile di vita?
Sì, nella misura in cui la consapevolezza si traduce in cura di sé, il BMS – al contrario delle diete che sono per loro natura “a termine” – accompagna il paziente e si adatta al suo fabbisogno e ai suoi cambiamenti. Insegna qual è la dispensa più adeguata e quali sono le combinazioni alimentari favorevoli, fa scoprire che il peso ottimale altro non è che una conseguenza della salute, gestisce in maniera incisiva le intolleranze, gli stati infiammatori e lo stress ossidativo, aiuta a ripristinare l’eubiosi, quindi il benessere intestinale e a tenere attiva la necessaria detossificazione dell’organismo, sostiene le difese immunitarie.
Come è arrivato a questa sintesi?
Dopo più di dieci anni di studio e di concreta applicazione dei principi ispiratori del BMS sui miei pazienti. Devo però anche ringraziare incontri determinanti per l’evoluzione della mia preparazione e per gli sviluppi del BMS: il dottor Keith Grimaldi, genetista, e il dottor Yuri Canfora, psicoterapeuta.
Ci spiega cosa intende per “Tempo 0” e “Tempo X”?
Il Tempo 0 è il momento della nascita, il Tempo X è quello in cui la persona si reca dal nutrizionista.
Il BMS prevede il test del Dna, vero?
Il BMS si basa in primis su un’anamnesi estremamente minuziosa e, naturalmente, su quelle che sono le diagnosi mediche e i risultati di analisi ed esami. I test genetici sono un eccezionale strumento in più che offre chiaramente un patrimonio di informazioni preziosissimo che ci riporta strettamente all’unicità del paziente e delle sue caratteristiche.
Ipertensione, intolleranze, obesità, disturbi gastrointestinali, psoriasi. Sono solo alcune delle condizioni più diffuse che lei ritiene gestibili con il BMS. Ci vuole dire che il cibo diventa un reale strumento di cura?
Il cibo è un alleato potente. Anzi, potentissimo. A dirlo non sono certo io il primo e mi auguro di non essere l’ultimo! Si tratta a mio parere di recuperare precisamente la sua funzione, di sfruttarne le proprietà, di imparare a combinare in modo appropriato i nutrienti e di riconoscere bene il valore dei pasti. Ma si tratta innanzitutto di accedere a una visione olistica, di mettere la persona (e non il disturbo o il sintomo) al centro dell’osservazione, di ricordare che non esiste un’alimentazione “buona” per tutti.
Il BMS tiene, dunque, presente tanto gli aspetti fisici che quelli emotivi?
Certamente. C’è una connessione molto stretta tra gli uni e gli altri e tra questi e la salute.
Ci sono periodi e trasformazioni inevitabili, come la menopausa, che mandano in tilt il benessere. Anche in questi casi può essere utile il suo approccio e il percorso nutrizionale BMS?
Sicuramente sì. Il BMS è un sistema dinamico, come accennavo, “segue” la persona nelle sue evoluzioni e nei suoi bisogni. Non è pensabile che per la stessa donna sia opportuna la stessa alimentazione in fasi tanto diverse della vita: la crescita, l’età fertile e la menopausa richiedono apporti differenti.
Associamo ancora frequentemente il nutrizionista al desiderio (o all’esigenza) di perdere peso e quindi alle restrizioni che ne derivano. Può sostenere che il BMS non prevede limitazioni faticose?
La consapevolezza gioca un ruolo chiave proprio perché permette al paziente di sapere come funziona il suo organismo, quali sono i nutrienti indicati e quali no, cosa determina il sovrappeso, come adottare abitudini alimentari che giovano al suo obiettivo. Tutto questo, ribadisco, in un’ottica di salute a 360°: il dimagrimento viene da sé. Credo che il BMS riavvicini le persone alla tavola. Non propone alcun regime drastico, persegue al contrario l’assoluta sostenibilità, che è anche la migliore garanzia perché il paziente non desista!
Irene Spagnuolo