Wise Society : Olio di palma: cos’è, da dove si ricava e quanto se ne consuma

Olio di palma: cos’è, da dove si ricava e quanto se ne consuma

di Fabio Di Todaro
29 Aprile 2015

Un piccolo prontuario per saperne di più su un ingrediente molto usato dall'industria alimentare

Qualche anno fa è stato al centra di un’accesa polemica. Stiamo parlando dell’olio di palma, utilizzato moltissimo nell’industria alimentare ma accusato di essere poco sostenibile e soprattutto dannoso per la salute dell’uomo. Cerchiamo di fare chiarezza sull’argomento. 

Cos’è l’olio di palma e da dove si ricava?

Quello di palma è un olio vegetale ricavato dalla polpa dei frutti di palma. A temperatura ambiente presenta una consistenza solida e una colorazione rossa, dovuta all’alto contenuto di carotenoidi. Prima di essere utilizzato dall’industria alimentare, l’olio di palma viene raffinato: cioè sbiancato e deodorato. Nel corso di queste reazioni l’ingrediente perde una quota di micronutrienti, come la vitamina E, i fitosteroli e i composti fenolici. Attenzione, tuttavia, a non confonderlo con l’olio di palmisto, che deriva invece dai semi del frutto.

olio di palma

Image by © Luca Tettoni/Corbis

Industria alimentare: perché è un ingrediente così utilizzato? 

L’olio di palma ha delle proprietà che lo rendono un ingrediente importante nell’ industria alimentare. È stabile nel tempo, aumenta la conservabilità dei prodotti, è praticamente privo di gusto e ha un costo inferiore rispetto ad altri ingredienti con caratteristiche simili. Non ci sono altri grassi vegetali che siano naturalmente solidi a temperatura ambiente e che forniscano le stesse proprietà in quantità sufficiente.

Industria alimentare

Image by © Michael Reichel/dpa/Corbis

Olio di palma e grassi saturi

Quando olio di palma consumiamo? Non ci sono dati ufficiali: né a livello europeo né italiano. Ce ne sono, invece, in merito ai grassi saturi, l’ingrediente che diviene fonte di preoccupazione relativamente al consumo dell’olio di palma.

Le linee guida suggeriscono a un soggetto sano un consumo quotidiano di grassi saturi non superiore al 10% dell’introito energetico complessivo. L’olio di palma è composto per il 50% da grassi saturi, una percentuale buona rispetto al contenuto di altri grassi di simile applicazione: cocco (92%), semi di palma (84%), burro (66%) e burro di cacao (62%). Nei prodotti alimentari questo tipo di olio è spesso utilizzato con altri grassi e oli che, insieme, determinano la composizione degli acidi grassi e l’eventuale effetto sulla salute.

>>> LEGGI ANCHE >>> Andrea Ghiselli: «E’ l’eccesso di grassi saturi (non solo l’olio di palma) ad aumentare il rischio cardiovascolare» <<< 

Attenzione alle etichette

Sì, ma soltanto dal 2015, da quando è entrato in vigore il regolamento europeo 1169 del 2011. Fino all’anno precedente, invece, non c’era l’obbligo di specificare nell’etichetta la fonte, per cui – di fatto – l’olio di palma risultava mascherato dalla dicitura “grassi vegetali”.

Il rendimento della palma da olio

Il rendimento della palma da olio per acro di terra può essere fino a dieci volte superiore a quello della soia, della colza e del girasole. Secondo quanto riferisce l’Eufic (dati aggiornati al 2015), la coltivazione dell’olio di palma occupa il 7% della superficie agricola dedicata a colture di oli vegetali, percentuale inferiore alla quota dedicata alla soia (61%), alla colza (18%) e al girasole (14%). La maggior parte della produzione proviene da due paesi: l’Indonesia e la Malesia, che assieme rappresentano l’87% della fornitura mondiale.

È possibile produrre olio di palma sostenibile?

Dal 2004 esiste la Tavola Rotonda per l’Olio di Palma Sostenibile (RSPO), un’organizzazione nata con l’obiettivo di promuovere la crescita e l’uso di prodotti di olio di palma sostenibile attraverso standard globali credibili e il coinvolgimento delle parti interessate.

Si tratta di un’associazione no profit che rappresenta le parti interessate – produttori, commercianti, consumatori dei beni prodotti, dettaglianti, banche e investitori, ong ambientali e sociali -, impegnate per creare standard globali sostenibili per l’olio di palma. Tra le certificazioni Rspo ce ne sono due sono molto simili graficamente, ma che in realtà danno un’indicazione completamente diversa.

Il logo “olio di palma certificato sostenibile” indica che nel prodotto c’è soltanto olio di palma proveniente da piantagioni certificate come sostenibili dalla Tavola Rotonda per l’Olio di Palma Sostenibile. Il marchio “Green Palm Sustainability” indica un sostegno economico garantito dall’azienda ai produttori certificati, ma non assicura l’origine sostenibile dell’olio presente nel prodotto.

Twitter @fabioditodaro

 

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