Secondo la Coldiretti nel 2014 l'importazione in Italia è aumentata del 19% così come il suo utilizzo per produrre merendine, torte e anche latte per neonati.
E’ una vera e propria invasione quella dell’olio di palma in Italia. Basti pensare che nel 2014 le importazioni di questo ingrediente a basso costo (che sostituisce i grassi più pregiati di molti alimenti mantenendo la fragranza dei cibi più a lungo), sono aumentate del 19% toccando la punta record di 1,7 miliardi di chili, quantità moltiplicatasi per dieci negli ultimi 15 anni. La presenza massiccia dell’olio di palma ha conseguenze negative anche per l’ambiente.
Un problema di cui wisesociety.it si è occupato più volte in queste pagine e che anche la Coldiretti ha denunciato «lanciando l’allarme sull’invasione di un prodotto preoccupante dal punto di vista nutrizionale e ambientale proprio nella patria dell’olio extravergine». Sì perché alle preoccupazioni per l’impatto sulla salute anche di bimbi e neonati dato che l’olio di palma viene utilizzato nelle merendine, nelle torte e nel latte, si aggiungono quelle sulle conseguenze sull’ambiente.
Olio di palma: le conseguenze sull’ambiente
«L’enorme sviluppo del mercato dell’olio di palma sta portando al disboscamento selvaggio di vaste foreste, senza dimenticare l’inquinamento provocato dal trasporto a migliaia di chilometri di distanza dal luogo di produzione», precisa in una nota la Coldiretti che, nel 2014, si è battuta per far introdurre l’obbligo di specificare in etichetta la natura dell’olio utilizzato nei prodotti alimentari confezionati.
Una battaglia vinta dato che dal 13 dicembre del 2014, in base alle norme comunitarie, sui prodotti alimentari non è più sufficiente solo indicare la dicitura generica di olio vegetale.