Wise Society : Carlo Petrini al Forum Barilla: «La grande sfida è lo sviluppo sostenibile»

Carlo Petrini al Forum Barilla: «La grande sfida è lo sviluppo sostenibile»

di Michele Novaga
4 Dicembre 2019

Il fondatore di Slow Food ha parlato della necessità di un cambio dell'economia a partire dall'agricoltura e dai suoi piccoli produttori

Tra gli ospiti convenuti al X International Forum on Food and Nutrition di Barilla di Milano, anche Carlo Petrini. Il fondatore di Slow Food non ha mancato di far ribadire alla platea il suo punto di vista sul futuro dell’agricoltura e quindi della sua visione del mondo. «Sulla terra ci sono oltre 500 milioni di realtà agricole a conduzione famigliare. La Fao e l’Ifad si sono convinte a dare più rilievo a questa umanità alla quale, se aggiungiamo anche coloro che lavorano per la trasformazione, si arriva a un miliardo. Comunità locali di cittadini che si muovono come coproduttori e non come consumatori e che sono un elemento centrale per un cambio di paradigma», ha dichiarato aggiungendo che: «Rivolgersi alle comunità locali con pietismo o benevolenza però è sbagliato. Le comunità hanno dna e capacità di essere rappresentative e avere contenuti che sono risposte importanti per il cambio di paradigma. Bisogna capire fino in fondo le potenzialità di questa realtà ed è sbagliato pensare che esse siano contro la globalizzazione».

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Carlo Petrini durante il suo intervento al X International Forum on Food and Nutrition di Barilla Foto: Ufficio Stampa Fondazione Barilla

Poi Carlo Petrini ha posto l’accento sulla questione del riscaldamento globale: «La più grande sfida che abbiamo davanti è quella del clima. Un anno e mezzo fa sono nati i Fridays for future. C’è qualcuno che nel mondo politico e della comunicazione li deride ma bisogna fargli capire che non essere dalla parte dei giovani ora è un crimine. Le politiche alimentari devono riguardare i giovani: la situazione è così grave che esige un cambio profondo che i giovani hanno capito. Il problema della plastica un anno e mezzo fa sembrava non esistere, poi ci si è accorti del problema. Qualsiasi cambio è essenziale e coloro che fanno finta di non capire dovranno capirlo: se l’industria non si adegua a questo cambio contro spreco e CO2 la nuova generazione gli imporrà il mutamento».

Infine, Petrini ha parlato di quattro grandi sfide che secondo lui attendono il Pianeta. E cioè: una strutturale prevede che le comunità di produttori lavorino con la rete e non con un organigramma internazionale. Poi quella tecnologica in cui bisogna fare in modo che le tecnologie siano al servizio delle comunità e non al contrario. Il terzo punto è che le comunità devono avviare un progetto educativo intensivo che educhi i leader alla coscienza del bene comune. E infine l’ultimo punto ma forse il più importante e cioè lo sviluppo sostenibile. «Ma parlare di sviluppo sostenibile con questa economia è una chimera: è l’economia che deve cambiare e tutti uniti dobbiamo lavorare per generare un nuovo tipo di economia attenta alle comunità, alla circolarità, al bene comune In questo modo si possono attrarre nelle campagne. Se cambia e si smantella la sacralità di questa economia avremo vinto la sfida».

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