Wise Society : Carlin Petrini: «L’Expo 2015 ha bisogno di un’anima»

Carlin Petrini: «L’Expo 2015 ha bisogno di un’anima»

di Mariella Caruso
30 Maggio 2014

Il fondatore di Slow Food lancia un appello per non ridurre l'evento solo a una vetrina di eccellenze alimentari

«Riusciremo a dare un’anima all’Expo 2015 dedicato ai temi della nutrizione?». A rivolgere questa domanda al commissario straordinario dell’esposizione internazionale, Giuseppe Sala, ai ministri dell’Ambiente, Maurizio Martina, e degli Esteri, Federica Mogherini, è stato il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini. L’occasione per dare voce alle perplessità in merito all’evento che vede Slow Food come partner protagonista dell’area della Biodiversità è stato il convegno “Expo 2015 – Un patto globale per il cibo” organizzato dall’Ispi.

«Questo sistema alimentare globale non funziona: Expo dovrebbe essere l’appuntamento per ripensarlo. Ma, mi chiedo, se riusciremo a dare a questo Expo quell’anima che adesso non ha», ha affermato Petrini aprendo l’intervento che ha raccolto un lungo applauso. «Per Expo 2015 occorrono scelte coraggiose: stiamo spendendo tanti soldi, stiamo sacrificando terreno agricolo, stiamo pagando un prezzo morale, ma più che al tema centrale di Expo 2015 stiamo pensando al turismo», ha continuato facendo osservare che ormai manca poco meno di un anno all’inaugurazione dell’esposizione dedicata a “Nutrire il pianeta – Energia per la vita” fissata per il primo maggio 2015. «Abbiamo poco tempo per dare valore a questo evento. Occorre portare avanti una lotta senza quartiere alla fame – ha sottolineato -. Non sono d’accordo con chi mette sullo stesso piano fame e obesità. La fame non è una questione di stile di vita, la morte per fame è una violenza: è la vergogna di questo momento storico».

Ricordando il progetto originario di Expo 2015 che avrebbe dovuto essere un esempio globale di biodiversità con orti in rappresentanza di ogni paese partecipante, un altro punto sul quale Petrini ha sferzato i partecipanti è stata proprio la difesa della biodiversità. «Abbiamo perso il 70% della biodiversità vegetale e animale per inseguire la produttività sfrenata che sta distruggendo questo bene prezioso – ha continuato -. Bisogna chiedere ai paesi di portare a Expo 2015 la loro biodiversità, non ci servono solo i buoni piatti».

Da salvare c’è anche la biodiversità produttiva. «Expo 2015 non può essere soltanto palcoscenico dell’industria, ma deve essere una vetrina anche per i piccoli produttori. Non è un caso che il 2014 sia stato dichiarato dalla Fao l’anno dell’agricoltura familiare. Quest’ultima è il perno del lotta alla fame, un’importante fonte di biodiversità». Petrini incita ad aprire Expo 2015 alle associazioni «comprese quelle che sono state critiche nei confronti dell’evento», al volontariato a a «tutti i soggetti sociali che possono dargli un’anima», e auspica «la trasparenza senza la quale non si può volare alto».

Infine chiede che entro l’inizio dell’esposizione internazionale possa essere approvata in Italia «una legge per la difesa del suolo agricolo necessaria perché – ha ammonito – bisogna fermare il consumo di suolo causa anche di alluvioni e frane per cui paghiamo un costo sociale enorme. E senza suolo agricolo – ha aggiunto – verrà a mancare la nostra sovranità alimentare».

 

 

 

 

 

 

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