Maurizio Casiraghi, professore dell'Università Bicocca di Milano, spiega i valori contenuti nell'acqua. E ci insegna a leggere le etichette per capire cosa beviamo
All’Università Bicocca di Milano, i ricercatori Maurizio Casiraghi e Massimo Labra con il loro team di collaboratori hanno messo a punto un kit per misurare la qualità dell’acqua del rubinetto. Con l’aiuto del dott. Casiraghi, scopriamo quali sono gli elementi da tener d’occhio quando leggiamo un’etichetta di un’acqua in bottiglia o valutiamo la tabella del kit di misurazione dell’acqua di casa.
Dott. Casiraghi, quali sono i parametri contenuti nell’acqua e che valore devono avere per essere a norma?
Il primo parametro è quello del Ph che serve a misurare l’acidità. Il Ph deve essere neutro, ossia aggirarsi intorno a 7 che è il valore di legge consigliato e definisce un’acqua né acida né basica da bere in condizioni normali.
Un altro parametro è quello della durezza, con cui si misura il carbonato di calcio presente nell’acqua. Questo è uno degli aspetti che sensibilizza di più le persone perché, proprio dalla variazione della durezza, dipende il sapore dell’acqua. Acque con una durezza bassa, dette dolci, sono più leggere e sono ad esempio le acque oligominerali o quelle di montagna. Mentre acque più calcaree si definiscono dure e sono naturalmente un po’ più pesanti.
I nitriti e i nitrati disciolti nell’acqua sono altri due parametri molto sensibili perché in Italia il loro valore è spesso ai limiti di legge. Si tratta di due elementi imputabili al ciclo dell’azoto e, molto spesso, alla fertilizzazione dei campi e per questo in certi casi possono dare effetti negativi sulla salute.
Altri due parametri da tenere in considerazione sono quelli dei cloruri e dei solfati, due valori che testimoniano generalmente delle alterazioni microbiologiche. Non si tratta di indicatori diretti della presenza di batteri ma possono essere influenzati dalla loro eventuale presenza. Acque inquinate da batteri e quindi microbiologicamente non pure, in linea di massima hanno variazioni di questi due parametri.
Cosa succede all’organismo se l’acqua è molto dura?
Una volta c’era il grande timore che l’acqua dura portasse ad avere i calcoli, oggi le ricerche scientifiche l’hanno tassativamente escluso. Le acque più dure non portano a questo tipo di problema. Parlando delle caratteristiche possiamo dire che un’acqua più dura di solito sciacqua meglio, quando ad esempio si va in montagna e si sciacquano le mani si fa sempre fatica a togliere il sapone, questo perché un’acqua leggera come quella di montagna pulisce meno bene.
L’acqua più dura generalmente provoca problemi agli oggetti, può infatti facilmente danneggiare gli elettrodomestici, le tubature di casa e il miscelatore. Bere un’acqua più dura significa assimilare una sostanza più ricca di sali e dal maggiore potere dissetante. L’ideale sarebbe alternare acque con diversi livelli di durezza: d’estate un’ acqua un po’ più ricca di sali minerali per evitare di prendere integratori e d’ inverno un acqua meno dura.
Come si addolcisce l’acqua?
Quello che bisogna premettere è che il parametro durezza non ha un vero e proprio obbligo di legge, esistono più che altro valori consigliati. In commercio si trovano comunque molte soluzioni per addolcire l’acqua, sono strumenti che si chiamano appunto addolcitori e che, tramite per esempio filtri ai carboni attivi, rendono le acque più leggere.
Noi siamo spesso abituati a consumare acque oligominerali e quindi molto leggere, un’acqua un po’ più pesante può effettivamente non piacere, non per un reale problema di salute ma per una semplice questione di pesantezza.
E’ comunque importante fare attenzione all’uso di addolcitori perché se ad esempio si utilizzano addolcitori mal tarati o non si seguono perfettamente i tempi di sostituzione delle cartucce, si può rischiare di addolcire troppo l’acqua e arrivare addirittura a bere acque quasi distillate che, visti i valori troppo bassi di durezza, non sono consigliabili.
Tante volte le acque sanno di cloro. Il cloro fa male o si tratta semplicemente di un problema di gusto?
Questo è uno degli aspetti che preoccupa di più i cittadini, soprattutto in relazione alle acque del rubinetto. In realtà non si tratta di un aspetto che deve destare preoccupazione perché anche l’acqua che sa più di cloro di quanto una persona riesca ad immaginare è comunque sotto i parametri di sicurezza, direi pertanto che si tratta di un semplice fattore di gusto.
Tabella con i parametri di riferimento dei valori dell’acqua da bere
Ecco una comoda tabella con la quale ogni lettore può verificare se l’acqua che beve ha i valori che rientrano nei parametri di riferimento, fissati per legge.
Parametri chimici |
Parametri di riferimento |
PH |
Tra 6,5 e 9,5 |
DUREZZA |
Compresa tra 15 e 50°f |
NITRITI |
Non oltre gli 0,50 mg/L |
NITRATI |
Non oltre i 50 mg/L |
CLORURI |
Non oltre i 250 mg/L |
SOLFATI |
Non oltre i 250 mg/L |
(Dati del dipartimento di biotecnologie e bioscienze dell’Università Bicocca di Milano)