L’acqua è un bene preziosissimo: permette all’organismo umano di funzionare correttamente e, allo stesso modo, è fondamentale per garantire la vita sulla Terra. Il dibattito sull’acqua è acceso, soprattutto in un paese come il nostro in cui la maggior parte delle persone sceglie di consumare – quasi esclusivamente – acqua in bottiglia. Ecco perché parleremo della cosiddetta “acqua minerale“, scoprendo cos’è, quali sono le sue caratteristiche e, tra residuo fisso, pH e durezza, impareremo i modi per imparare a leggere correttamente le etichette che troneggiano sulle confezioni.
Cos’è l’acqua minerale?
La legge italiana (con il decreto legislativo nº 176 dell’8 ottobre 2011 di attuazione della direttiva 2009/54/CE) stabilisce che possono essere definite “minerali” tutte quelle acque che hanno origine da falde sotterranee e sorgenti naturali e che possiedono caratteristiche igieniche favorevoli alla salute, in accordo con le direttive della Comunità Europea. L’acqua minerale, inoltre, secondo le norme vigenti, deve essere imbottigliata così come sgorga dalla sorgente, ed è vietato qualsiasi trattamento chimico che possa alterarla, esclusa la possibilità di addizionarla con anidride carbonica per renderla gassata.
L’acqua viene quindi riconosciuta dal Ministero della Sanità, dopo una serie di analisi chimico, fisiche e batteriologiche che ne garantiscano la denominazione, la composizione, la purezza e la qualità.
Come leggere l’etichetta dell’acqua in bottiglia
Detto questo, è necessario sapere che ogni acqua minerale ha una composizione diversa in base al suo contenuto di sali minerali e alla loro quantità. Per individuare quella più adatta al nostro organismo fra gli oltre 600 marchi che esisterebbero in commercio (anche se un censimento del 2014 di Legambiente ne riduce l’esistenza a 296), è importante conoscere le sue caratteristiche e le sue proprietà. Altrettanto fondamentale, poi, è saper leggere l’etichetta sulla bottiglia, che rappresenta una guida preziosa per scegliere al meglio e scoprire le principali caratteristiche dell’acqua in questione.
Il residuo fisso
Cos’è il residuo fisso? Presto detto. Per “residuo fisso” (ml/l.) si intende la quantità di minerali che restano depositati dopo che 1 litro d’acqua viene fatto evaporare a 180°, stabilisce la classificazione delle acque minerali in quattro categorie di base. Non esiste un’acqua con residuo fisso migliore e non esiste un residuo fisso ideale. Al contrario, è possibile scegliere l’acqua in base alle proprie specifiche esigenze: qui di seguito una chiara spiegazione.
- Acque minimamente mineralizzate: il residuo fisso è inferiore a 50 milligrammi al litro: sono acque leggere, cioè con un basso contenuto di sali minerali, che stimolano la diuresi e non affaticano i reni, ideali per il consumo quotidiano e per i neonati. Siamo di fronte a un’acqua povera di sodio e, per questo, è adatta anche in caso di dieta.
- Acque oligominerali: residuo fisso inferiore a 500 mg/l. Sono le più diffuse: perfette per la tavola, svolgono un’ottima azione diuretica, sono indicate in caso di pressione alta e per depurare l’organismo perché contengono poco sodio, che causa ipertensione e “trattiene” liquidi e scorie nei tessuti.
- Acque mediamente minerali: il residuo fisso è compreso tra 500 e 1500 mg/l. Contengono sali in percentuale considerevole e vanno bevute alternandole con acque più leggere. Hanno una elevata capacità di reintegrare i liquidi e i minerali persi con la sudorazione, quindi sono consigliate per gli sportivi, durante l’attività fisica o in estate.
- Acque fortemente minerali: il residuo fisso è oltre i 1500 mg/l. Sono acque molto ricche di sali, da bere a scopo terapeutico e sotto controllo medico.
Denominazioni e integrazioni
Sull’etichetta della bottiglia di acqua trovate la denominazione legale “acqua minerale naturale“, eventualmente integrata con altre informazioni (come, ad esempio, “aggiunta di anidride carbonica”, “effervescente naturale”) e il nome commerciale dell’acqua, il nome e il luogo dove si trova la sorgente, le eventuali indicazioni per l’uso. La scritta “microbiologicamente pura” garantisce che l’acqua non contiene alcun microrganismo pericoloso.
Analisi chimica dell’acqua in bottiglia
La dicitura “Analisi chimica e chimico fisica” segnala il luogo dove queste analisi vengono eseguite e i risultati delle stesse. Alcuni di questi risultati sono importanti per valutare caratteristiche e qualità dell’acqua. Scopriamo i più imporanti
- Il residuo fisso, che abbiamo già nominato, indica la quantità di minerali che restano depositati dopo l’evaporazione di 1 litro d’acqua a 180°. È stabilito in mg/l, con valori variabili fra 500 e 1500 mg/l. E’ la prima voce da controllare per capire se l’acqua è adatta ai propri bisogni (vedi sotto).
- Le sostanze disciolte segnalano i sali minerali presenti nell’acqua e la loro percentuale in bottiglia.
- Il pH è il parametro che esprime il grado di alcalinità (o di acidità) dell’acqua. Inferiore a 7, l’acqua è acida, pari a 7 neutra, mentre oltre 7 l’acqua è alcalina. Le acque acide sono indicate per chi ha i problemi digestivi, mentre quelle alcaline servono a riequilibrare un eccessiva acidità dello stomaco.
- La temperatura indica (in gradi centigradi C°) quella di imbottigliamento.
- Il termine minimo di conservazione indica quando può essere conservata l’acqua nel contenitore in cui viene acquistata: generalmente per le acque in bottiglia di vetro la durata è di 24 mesi, per quelle in plastica è di 18.
- La durezza espressa in gradi francesi (°F), indica il valore del calcare presente nell’acqua: più è elevato, più l’acqua è calcarea.
I tipi di acqua sul mercato
Al di là della classificazione di base, per individuare il tipo di acqua più adatto alle proprie esigenze è importante conoscere anche quali sono le proprietà dei sali minerali.
Acque calciche
Le acque calciche, come potrete immaginare, include tutti i tipi di acqua ricca di calcio: hanno infatti calcio superiore a 150mg/l, sono consigliate per chi ne è carente – bambini, anziani, nei casi di osteoporosi – o per chi ne ha particolare bisogno – durante la gravidanza e l’allattamento. Le acque calciche e quelle che contengono bicarbonato superiore a 600ml/l. sono utili per aiutare la digestione e per stimolare la funzionalità di fegato e reni.
Acque sodiche
Le acque sodiche con sodio maggiore a 200mg/l sono indicate per chi pratica attività sportiva; le acque a basso contenuto di sodio (meno di 20mg/l) invece, sono consigliate nelle diete dimagranti e per chi soffre di pressione alta. Sono anche ideali per favorire il drenaggio e la diuresi.
Acque solfate
Le acque solfate, con solfati superiore a 200mg/l sono adatte per chi soffre di disturbi gastrointestinali e stitichezza. Quelle con cloruro superiore a 200 mg/l hanno proprietà riequilibranti su intestino, vie biliari e fegato; le acque magnesiache, con quantità di magnesio superiore a 50mg, possono essere d’aiuto per prevenire crampi muscolari, apatia e incapacità di concentrazione; le acque ferruginose con ferro bivalente superiore a 1mg/l sono utili a coloro che soffrono di anemia, deperimento organico e ipertiroidismo.
Attenzione, invece, a nitrati e nitriti. Sono tra i parametri da tenere sotto controllo. L’acqua in bottiglia, infatti, deve contenere il minor quantitativo possibile di nitrati (sostanze inquinanti): il limite massimo consentito è 45/mg/l per gli adulti e 10 mg/l per i bambini, mentre i nitriti dovrebbero essere assenti.
Quale acqua scegliere in base alle proprie esigenze
Ora che abbiamo scoperto le caratteristiche dell’acqua e reso più chiari gli strumenti con cui leggere le etichette delle bottiglie, passiamo a un argomento che interesserà molti. Come anticipato, è possibile scegliere l’acqua in base alle proprie esigenze di salute, così da aiutare l’organismo a funzionare meglio. Ecco qualche esempio
Acqua da bere in gravidanza e allattamento
Durante la gravidanza e l’allattamento il corpo della donna viene messo a dura prova: attraversa una vera e propria rivoluzione e l’acqua gioca un ruolo fondamentale. Sia in gravidanza che in allattamento è necessario incrementare gli introiti d’acqua giornalieri: 300 ml in più durante la gravidanza a 700 ml in più mentre si allatta. Quanto alla tipologia, sotto ottime le acqua calciche, perfette per integrare la richiesta di calcio da parte dell’organismo.
Acqua per neonati
Innanzitutto è bene sapere che un neonato allattato al seno non necessita di acqua fino al compimento dei 6 mesi quando, idealmente, viene avviato lo svezzamento. Diverso è il discorso dei bimbi che vengono alimentati con latte artificiale che, se scelto in polvere, necessita di acqua per la corretta preparazione. Le linee guida affermano che ai neonati sarebbe bene dare acque minimamente mineralizzate, cioè con un residuo fisso inferiore a 50 milligrammi al litro.
Acqua da bere per sportivi
Una persona che fa sport ha bisogno di reintegrare i liquidi e i minerali persi con la normale sudorazione. Sono quindi perfette le acque mediamente minerali e le acque sodiche, con le quali è possibile fare il pieno di preziosi minerali.
Acqua da bere per i calcoli renali
Anche in questo caso le linee guida affermano che tutti coloro che soffrono di calcoli renali dovrebbero bere le acque minimamente mineralizzate, ovvero con residuo fisso molto basso, che aiutano e favoriscono la diuresi.
Quanta acqua bere ogni giorno?
La quantità di acqua eliminata ogni giorno varia in base all’attività fisica, all’alimentazione e al clima. La regola generale per chi conduce una vita normale è bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, considerato che un altro litro circa viene fornito dagli alimenti, in particolare, frutta e verdura che ne contengono in media l’80 percento.
Bere in abbondanza, inoltre, consente di regolare la temperatura corporea, facilita la digestione, migliora la funzionalità renale, purifica l’organismo e favorisce lo smaltimento delle scorie, a vantaggio anche della linea. Perché se è vero che l’acqua di per sé non fa dimagrire, è altrettanto certo che per perdere peso occorre berne molta, in modo da liberarsi facilmente da tossine e gonfiori.
Quando berla
La regola è: bere spesso, a piccole dosi, anche senza sete. Meglio bere acqua a temperatura ambiente o fresca, mai gelata e troppo rapidamente, per scongiurare il rischio di congestioni.
Per facilitarne l’assunzione, è consigliabile tenere a portata di mano una bottiglia d’acqua e bere un sorso ogni tanto. Come bere più acqua? Un trucco utile è quello di dosare l’acqua secondo uno schema prestabilito finché diventa una buona abitudine. Quindi bevete: 2 bicchieri appena svegli, 2 a metà mattina, 2 a pranzo, 2 a metà pomeriggio, 2 a cena e 2 prima di andare a letto.
Attenzione invece a bere eccessivamente durante i pasti perché troppa acqua (oltre il ½ litro) può interferire con la digestione. Da ultimo, un consiglio per chi sta seguendo una dieta dimagrante: bere 2 bicchieri d’acqua mezz’ora prima di mangiare riempie lo stomaco e aumenta il senso di sazietà, quindi aiuta a tenere sotto controllo l’appetito.