Wise Society : Perdite idriche: Italia ed Europa fanno acqua da tutte le parti

Perdite idriche: Italia ed Europa fanno acqua da tutte le parti

di Andrea Ballocchi
2 Febbraio 2023
SPECIALE : La guida per conoscere l’acqua

Nel nostro Paese ben un terzo dell'acqua immessa in rete va persa, e anche nel resto dell'Europa la situazione è seria. A questo si aggiunge la siccità degli ultimi anni e la conseguente scarsità d'acqua

Le perdite idriche in Italia costituiscono un grave problema. L’Istat riporta che nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi al giorno per chilometro di rete nei capoluoghi di provincia e nelle città metropolitane, equivalente a un terzo dell’acqua (il 36,2% per la precisione) immessa in rete. È un dato migliore rispetto al precedente (37,3%), registrato nel 2018. Se si va a vedere il dato nazionale dell’Istat, sempre relativo al 2018, riguardante le perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell’acqua, nel complesso si perde il 42% dell’acqua immessa in rete. La situazione italiana è seria, ma anche in Europa le cose non vanno bene. A questa dispersione c’è un altro elemento altrettanto preoccupante: la crisi idrica, che “è molto più grave del previsto”.

operaio alle prese con le perdite idriche

Foto Shutterstock

La situazione in Europa, tra perdite idriche e scarsità d’acqua

Le perdite idriche variano notevolmente nell’UE: si va da meno del 5% a oltre il 50% dell’acqua prelevata che va persa. A riportarlo è una comunicazione della Commissione Europea riguardante la necessità di “affrontare la sfida della carenza idrica e della siccità nell’Unione europea”.

A cosa è dovuta questa situazione? Secondo EurEau, la Federazione europea delle associazioni nazionali dei servizi idrici, le perdite idriche si devono attribuire all’età e allo stato della manutenzione del sistema. Queste infatti sono motivate da più fattori che comprendono la lunghezza totale della rete, il numero di connessioni, i diversi sistemi idraulici nazionali e la topografia locale e quindi le caratteristiche idrauliche e pressorie. Vanno anche considerate le condizioni pedoclimatiche, il prezzo dell’acqua al punto di prelievo e di consumo e le strategie attive di controllo delle perdite.

Un quadro allarmante

Mentre si lavora a risolvere i problemi della rete, c’è un aspetto da considerare: la scarsità d’acqua che affligge l’Europa e che è un fenomeno molto serio. A rilevarlo è l’idrologo Jay Famiglietti, direttore del Global Institute for Water Security dell’Università canadese di Saskatchewan. Un recente articolo del National Geographic, ha messo in evidenza lo studio condotto dal team guidato dallo scienziato canadese, secondo cui la perdita media complessiva di acqua in Europa è di circa 84 miliardi di tonnellate l’anno dall’inizio del XXI secolo. È un tasso allarmante, afferma Famiglietti, pari a circa a tutta l’acqua del lago Ontario (che è 33 volte più grande in volume del Lago di Garda).

Famiglietti e i suoi collaboratori hanno analizzato due decenni di dati provenienti dalle missioni satellitari statunitensi e tedesche note come GRACE per individuare il tasso di variazione dell’acqua dolce immagazzinata nel continente europeo. «I risultati suggeriscono un costante esaurimento dell’acqua nelle falde acquifere. Con alcune eccezioni, la maggior parte del continente sta perdendo ogni anno molte più acque sotterranee di quante ne vengano sostituite dalle precipitazioni e da altre fonti di ricarica», spiega l’esperto.

Siccità e crisi idrica lungo il Po

Il Po in crisi idrica – Foto Shutterstock

La situazione delle perdite idriche in Italia

Se in Europa la situazione è seria, l’Italia non fa certo eccezione. Come mostra l’ultima relazione statistica dell’Istat dedicata al tema delle perdite idriche, nelle reti di distribuzione dei capoluoghi di provincia e di città metropolitana assommano a 236 i litri per abitante erogati ogni giorno con una perdita giornaliera per km di rete pari a 41 metri cubi.

In più di un capoluogo su tre si registrano perdite totali superiori al 45%. In nove Comuni si registrano perdite totali lineari superiori ai 100 metri cubi giornalieri per chilometro di rete, generalmente superiori al 50% in termini percentuali. Le peggiori condizioni sono state riscontrate a Siracusa (67,6% di perdite), Belluno (68,1%), Latina (70,1%) e Chieti (71,7%). In 11 Comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, tutti nel Sud Italia, si raziona l’acqua.

L’acqua è scarsa

Alla dispersione idrica si combina un altro problema: la scarsità d’acqua. Coldiretti ha fatto sapere che l’Italia sconta una grave siccità. L’arrivo del maltempo con pioggia e neve a novembre ha migliorato una situazione che ha assunto una piega molto seria: nell’ultimo anno è caduta quasi un terzo di acqua in meno “con drammatici effetti sull’agricoltura ma anche rischi per gli usi civili ed industriali”.

La stessa federazione nazionale degli imprenditori agricoli ravvisa che mancano all’appello almeno 50 miliardi di metri cubi di acqua “per effetto di un 2022 che resta straordinariamente siccitoso nonostante le precipitazioni del mese di novembre che sono risultate leggermente al di sopra della media storica”. Ma l’impatto sulla risorsa idrica del nostro Paese “è molto più di quanto raccontato”, segnala Legambiente, riportando i dati del Water Footprint Network secondo cui l’impronta idrica dell’Italia è stimata in circa 130 miliardi di m³ all’anno – una delle più alte d’Europa.

Perdite idriche

Foto Shutterstock

Cause e rimedi delle perdite idriche in Italia

Perché in Italia le perdite idriche sono così significative? I fattori che incidono sono diversi: alle infrastrutture piuttosto datate si combinano anche questioni amministrative collegabili a errori di misura dei contatori e ad allacci abusivi, ma anche a una gestione parcellizzata. Secondo quanto riporta il PNRR, gli investimenti nelle infrastrutture idriche sono stati insufficienti per anni e causano oggi rischi elevati e persistenti di scarsità e siccità. La frammentazione dei diversi attori e livelli istituzionali rappresenta un ostacolo agli investimenti.

C’è da aggiungere che l’Italia è un Paese particolarmente idrovoro: è primo in Unione Europea per prelievi, con 9 miliardi di metri cubi di acqua prelevata ogni anno per uso civile, ricorda il Libro Bianco sull’acqua realizzato da European House – Ambrosetti. La causa di questo è legata al fatto che spesso tali prelievi siano fatti per scopi spesso inutili, come il lavaggio delle auto o delle strade, gli scarichi del WC o l’irrigazione dei giardini.

Come risolvere il problema

Come rimediare a questa situazione? Partiamo dall’ultima questione: per limitare i prelievi, è necessario “promuovere modelli virtuosi di circolarità nel consumo dell’acqua per tutelare la risorsa primaria potabile per usi compatibili e favorire il riuso di acque meteoriche per quegli scopi dove l’acqua potabile non è necessaria”, si segnala nello stesso Libro Bianco.

Per quanto riguarda, invece, le perdite idriche, occorre lavorare sulla rete, rinnovandola e migliorandola. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha assegnato, nell’ambito del PNRR 607 milioni di euro a 21 progetti volti a ridurre le perdite di acqua potabile nella rete degli acquedotti.

Ma nel complesso si intende arrivare a realizzare almeno 25mila chilometri di nuove reti per la distribuzione dell’acqua potabile e ridurre le perdite idriche, soprattutto nel Mezzogiorno. Si vogliono introdurre sistemi di controllo avanzati e digitalizzati che, monitorando i nodi principali e i punti più sensibili della rete, permettano una gestione ottimale delle risorse, riducendo gli sprechi e inefficienze.

Occorre lavorare sulle infrastrutture, ma anche adottare un approccio integrato e multi-sistemico, come propone Legambiente. È opportuno insistere su un modello basato proprio sull’impronta idrica, in modo dai assumere, lungo tutto il ciclo dell’acqua, un atteggiamento più responsabile e sostenibile. Si deve migliorare la gestione delle risorse idriche, riducendo i rischi provocati da un eccessivo sfruttamento o inquinamento delle fonti d’acqua, ma anche rendere maggiormente consapevoli gli italiani. Vanno migliorati i comportamenti, anche se va detto che il 65,9% delle persone di 14 anni in su è attento a non sprecare acqua.

Andrea Ballocchi

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