Wise Society : Nature-based solutions: dalla natura le soluzioni per affrontare la crisi climatica

Nature-based solutions: dalla natura le soluzioni per affrontare la crisi climatica

di Andrea Ballocchi
21 Marzo 2024

Le soluzioni basate sulla natura possono avere un impatto positivo in molteplici modi per promuovere la sostenibilità ambientale e contribuire anche a ridurre gli effetti della crisi climatica. Ecco cosa sono, quali vantaggi offrono e qualche esempio nel mondo e in Italia

Le nature-based solutions possono contribuire ad affrontare la crisi climatica. Secondo l’IPCC queste soluzioni «forniscono molteplici benefici ambientali, sociali ed economici, intrecciando la riduzione del rischio di disastri, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, con il ripristino e la protezione della biodiversità e degli ecosistemi». Anche la Banca Mondiale la pensa nello stesso modo. Le soluzioni basate sulla natura offrono un approccio economicamente vantaggioso per affrontare queste sfide di sviluppo e allineare i programmi di cambiamento climatico, biodiversità e ripresa verde. La stessa World Bank stima che il collasso dei servizi ecosistemici, come l’impollinazione selvatica, la pesca marina e il legname forestale, potrebbe costare ai paesi a basso reddito il 10% del Pil reale nel 2030.

Nature-based solution: concept

Immagine: shutterstock

Investire nella natura e con la natura

Serve quindi investire molto sullo sviluppo delle nature-based solution. Soprattutto perché la natura, oltre che fondamentale per la sopravvivenza stessa dei viventi sulla Terra, costituisce un contributo economico straordinario: il suo valore è quantificato pari a 44mila miliardi di dollari. Più della metà del Pil totale mondiale dipende, quindi, in misura moderata o elevata dalla natura e dai suoi servizi (fonte: World Economic Forum).
L’UNEP alla scorsa COP28 di Dubai ha presentato lo State of Finance for Nature annual report in cui evidenziava che nel 2022 gli investimenti in soluzioni basate sulla natura ammontavano a circa 200 miliardi di dollari, ma i flussi finanziari verso attività che danneggiano direttamente la natura erano più di 30 volte maggiori.

C’è un’evidente disparità se si considera, come rileva UNEP, che ogni anno a livello globale vengono investiti quasi 7mila miliardi di dollari in attività che hanno un impatto negativo diretto sulla natura da fonti sia del settore pubblico che privato – equivalenti a circa il 7% del Pil mondiale.

Nature based solutions: cosa sono e che benefici offrono 

Fa facciamo un passo indietro capendo, prima di tutto, cosa sono le nature-based solutions. Secondo la definizione della International Union for Conservation of Nature (IUCN) sono azioni che affrontano le principali sfide sociali attraverso la protezione, la gestione sostenibile e il ripristino degli ecosistemi naturali e modificati, a vantaggio sia della biodiversità che del benessere umano. Le soluzioni basate sulla natura sfruttano la natura e il potere di ecosistemi sani per proteggere le persone, ottimizzare le infrastrutture e salvaguardare un futuro stabile e ricco di biodiversità. Esse hanno un potenziale significativo, ma attualmente sottoutilizzato, per aiutare ad affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la salute umana, la sicurezza alimentare e idrica, i disastri naturali e la perdita di biodiversità.

La stessa IUCN ritiene che le soluzioni basate sulla natura possano affrontare il cambiamento climatico in molteplici modi: diminuendo le emissioni di gas serra legate alla deforestazione e all’uso del suolo; svolgendo la funzione di cattura e sequestro dell’anidride carbonica dall’atmosfera; migliorando la resilienza degli ecosistemi e, in quanto tale, supportare le società ad adattarsi ai rischi climatici come inondazioni, innalzamento del livello del mare e siccità, inondazioni, ondate di caldo e incendi più frequenti e intensi.

Foto Shutterstock

Lampadina su prato

L’impatto previsto delle NbS

IUCN fornisce anche qualche dato utile per comprendere l’impatto positivo delle nature based solutions in questo aspetto: esse potrebbero fornire ai Paesi in via di sviluppo una preziosa protezione contro i costi economici del cambiamento climatico, risparmiando almeno 104 miliardi di dollari nel 2030 e 393 miliardi di dollari nel 2050 (riprendendo, come fonte, il report dell’IFRC-WWF).

Il World Economic Forum stima che gli investimenti in soluzioni basate sulla natura debbano almeno triplicare in termini reali entro il 2030 e quadruplicare entro il 2050 se si vuole che il mondo raggiunga gli obiettivi di cambiamento climatico, biodiversità e degrado del territorio. Questa accelerazione equivarrebbe a un investimento totale cumulativo fino a 8100 miliardi di dollari e a un tasso di investimento annuo futuro di 536 miliardi di dollari.

La posizione dell’Unione Europea

L’impegno sulla promozione delle soluzioni basate sulla natura e la posizione UE
Nel 2022 i paesi dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite hanno adottato una risoluzione sulle soluzioni basate sulla natura che comprende l’inquadramento del concetto e una definizione concordata a livello multilaterale:

“le soluzioni basate sulla natura sono azioni per proteggere, conservare, ripristinare, utilizzare in modo sostenibile e gestire il territorio naturale o modificato. Sono un mezzo per affrontare le sfide socioeconomiche attraverso la conservazione e il ripristino della biodiversità. Inoltre servono a rafforzare la resilienza alle conseguenze del cambiamento climatico attraverso la mitigazione e l’adattamento utilizzando processi naturali”.

In merito alle nature based solution, la Commissione Europea definisce le soluzioni basate sulla natura come soluzioni ispirate e supportate dalla natura, “economicamente vantaggiose” e capaci di fornire benefici ambientali, sociali ed economici, di aiuto per “costruire la resilienza”. Tali soluzioni apportano “caratteristiche e processi naturali sempre più diversificati nelle città, nei paesaggi e nei paesaggi marini, attraverso interventi adattati a livello locale, efficienti sotto il profilo delle risorse e sistemici”.

In Europa il principale investitore in qualsiasi tipo di progetto basato sulla natura in Europa negli ultimi dieci anni è stato Horizon Europe/Horizon 2020. I progetti di ricerca e innovazione finanziati dall’UE affrontano la crisi climatica e della biodiversità implementando soluzioni basate sulla natura in diversi ambienti. Si tratta di 76 progetti, che coinvolgono 71 Paesi, 1.391 partner e per essi sono stati stanziati 665 milioni di euro (Fonte: Commissione UE).

Poiché i rischi legati al clima e i relativi impatti sono sempre più avvertiti in Europa e nel mondo, le misure di adattamento diventano più urgenti. Nel 2013, la Commissione Europea ha adottato la sua prima Strategia di Adattamento. Basandosi sugli insegnamenti tratti da tale strategia, a partire dal 2021 richiede maggiori sforzi. Nel 2022 ha lanciato il progetto di legge sul ripristino della natura (Nature Restauration Law) nel quadro della strategia dell’UE sulla biodiversità.

Il parlamento europeo ha nel frattempo fatto passi avanti. Il 27 febbraio 2024 è stata approvata la Nature Restoration Law, una legge europea vincolante che punta alla protezione e al ripristino degli ecosistemi in tutto il territorio dell’UE. 

Lago Hintersee

Lago Hintersee – Foto Shutterstock

I mille esempi di nature based solutions illustrati in un Atlante

Nel mondo sono svariati gli esempi di nature based solutions. E c’è un progetto che intende mostrarne diversi: si chiama Urban Nature Atlas ed è un atlante sotto forma di mappa interattiva attraverso cui si intendono illustrare mille esempi di soluzioni basate sulla natura provenienti da tutto il mondo.

In Italia

In Italia ad esempio si contano 70 progetti. Tra questi segnaliamo, come esempi, il Parco San Giuliano, in Veneto. Inaugurato nel 2004, esso costituisce una delle più grandi iniziative di riqualificazione del territorio nazionale. Con la realizzazione del parco, l’area di Punta San Giuliano, utilizzata per anni come discarica di rifiuti industriali e urbani, perde definitivamente la sua funzione di barriera tra Mestre e la sua laguna e ritorna allo stato naturale della città antica”. È considerato il 19esimo Parco più grande al mondo e uno dei parchi urbani più belli d’Europa.

Tra l’altro di recente, la Giunta comunale di Venezia ha approvato l’ampliamento del polmone verde della terraferma. Il progetto interessa un’area di sei ettari che, grazie a un intervento inserito nel PNRR per la rigenerazione urbana, avrà nuova vita.

Nel mondo

Nel mondo si possono segnalare anche esempi di applicazione di nature based solution in architettura. Tra questi va segnalato il Parlamento di Victoria, a Melbourne (Australia). L’edificio, frutto di un lavoro quarantennale, è situato nel giardino storico che circonda il quartiere del parlamento, la cui superficie è stata coronata al cento per cento da due nuovi rigogliosi giardini pensili che fondono l’edificio nel suo straordinario contesto paesaggistico. Il nuovo giardino è uno dei più grandi giardini pensili di Melbourne e ospita 300 specie di piante per lo più autoctone che caratterizzano i prati australiani con fiori di campo, erbe e arbusti. Il progetto è stato completato con la realizzazione del tetto verde, concludendo così uno degli edifici storici più importanti dello Stato federale della regione australiana.

Il progetto NbS più a nord del mondo riguarda le paludi di Haukaas, in Norvegia e il relativo parco che, combinato con la gestione locale delle acque superficiali, intende prevenire le inondazioni nelle aree di sviluppo di Haukås e a migliorare l’estetica della zona.

Cosa si sta facendo in Italia sulle nature-based solutions

A proposito di nature-based solutions, in Italia è stato varato nel 2023 l’Hub nazionale sulle NBS. Esso intende riunire ricercatori, amministratori, imprese e settore pubblico allo scopo di promuovere iniziative e raccogliere informazioni inerenti all’adozione delle soluzioni basate sulla natura. È questo l’obiettivo principale degli Hub nazionali istituiti nell’ambito del progetto europeo NetworkNature.

Coordinatore dell’hub nazionale è l’Istituto di Ricerca sugli ecosistemi terrestri del CNR. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche “si farà promotore di una serie di iniziative orientate alla diffusione del concetto di NbS, affrontando e ottimizzando le specificità locali, regionali e nazionali”. Tra i partner fondatori dell’Hub, figurano enti di ricerca e università, municipalità, città metropolitane e soggetti pubblici.

Sempre sull’argomento è da segnalare l’avvio, nel 2024, del progetto europeo ARCADIA (TrAnsformative climate ResilienCe by nAture-baseD solutions in the contInentAl bio-geographical region) che punta alle Soluzioni Basate sulla Natura per l’adattamento climatico. Si tratta di un progetto che sarà condotto da un consorzio di 43 partner, provenienti da 9 paesi, con un budget superiore ai 18,5 milioni di euro, si occuperà fino al termine (giugno 2028) di ingaggiare cinque regioni “model” (tra cui l’Emilia-Romagna per l’Italia), e tre regioni “fellow” per accelerare l’adozione delle NBS, attraverso lo scambio di conoscenze, dati e analisi, innovazioni, formazione e networking.

La rappresentanza dell’Italia, e dell’Emilia-Romagna in particolare, è significativa: innanzitutto il progetto è coordinato da ART-ER e comprende, oltre alla stessa Regione, enti come ARPAE (Agenzia per la prevenzione, ambiente ed energia), il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, Romagna Acque, il Canale Emiliano-Romagnolo, l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, e le aziende Deda Next e Gecosistema. Coinvolte anche la Fondazione Centro Euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici e l’Università di Bologna.

Andrea Ballocchi

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi: , ,
Continua a leggere questo articolo: