I parchi nazionali statunitensi hanno generato più di 50,3 miliardi di dollari di produzione economica. Il valore economico e occupazionale dei parchi è forte anche in Europa e in Italia
Oltre all’ambiente, i parchi nazionali fanno bene all’economia. Quanto meno lo possono affermare negli Stati Uniti. Secondo un recente report del National Park Service del Dipartimento USA degli Interni nel 2022, il sistema dei parchi nazionali grazie ai visitatori ha potuto contare su 29 miliardi di dollari di valore aggiunto e 50,3 miliardi di dollari di produzione economica. Quanto accade oltreoceano trova riscontri simili anche in Europa e in Italia. Il nostro Paese, in particolare, può anch’esso contare su una forte leva economica e occupazionale data dai parchi nazionali.
Parchi nazionali negli USA: l’effetto benefico dei visitatori sull’economia
Partiamo dai riscontri positivi ottenuti dai parchi nazionali americani, un sistema che comprende 424 aree che coprono più di 85 milioni di acri. Il report del National Park Service è dedicato agli effetti sulla spesa dei visitatori in queste aree nel 2022, in termini di contributi economici alle comunità locali, agli Stati e a livello nazionale.
Da quanto si legge, il sistema parchi nazionali ha ricevuto 312 milioni di visite ricreative (con un incremento del 5% rispetto al 2021). I visitatori dei parchi nazionali hanno speso circa 23,9 miliardi di dollari nelle regioni di passaggio locali (+16% rispetto al 2021). Il contributo stimato di questa spesa all’economia nazionale è stato di 378.400 posti di lavoro, 17,5 miliardi di dollari di reddito da lavoro, 29 miliardi di dollari di valore aggiunto e 50,3 miliardi di dollari di produzione economica. Se si vanno a guardare i benefici ottenuti dal settore alberghiero, esso ha registrato gli effetti diretti più elevati, con 9 miliardi di dollari di produzione economica che hanno contribuito direttamente a questo settore a livello nazionale. Il settore della ristorazione ha riscontrato un contributo diretto di 4,6 miliardi di dollari di produzione economica a questo settore a livello nazionale.
Sempre in termini di spesa totale dei visitatori in tutti i parchi, quanto incassato nel 2022 è quasi il doppio rispetto al 2012 (in cui si erano incassati 14,7 miliardi di dollari) e comunque superiore all’anno pre pandemia: nel 2019, infatti, la spesa aveva raggiunto i 21 miliardi di dollari.
Parchi naturali in Europa: un polmone verde, un sostegno all’economia
Nell’ultimo secolo si è assistito ad un notevole aumento sia del numero delle aree protette che della superficie totale che ha ricevuto lo status di protezione. Con oltre 120mila siti designati in 52 paesi, l’Europa conta più aree protette di qualsiasi altra regione del mondo, segnala l’Agenzia ambientale europea. In termini di parchi naturali, attualmente esistono quasi 900 parchi naturali paesaggistici regionali in 22 paesi europei, ovvero circa l’8% dell’Unione europea (Norvegia e Svizzera comprese).
“Sebbene differiscano da Paese a Paese, condividono principi comuni in termini di scopo, missione e governance. Sono attori importanti quando si tratta di sviluppo rurale, agricoltura sostenibile, protezione della biodiversità ed educazione alla natura. Nel complesso, sono stati designati, con l’obiettivo di integrare la tutela della biodiversità con l’uso sostenibile del territorio e lo sviluppo socio-economico nei loro territori”,
ricorda Europarc.
A livello economico un dato utile (sebbene sia del 2011) è fornito dalla Commissione Europea: si stima che ogni anno vi siano tra 1,2 e 2,2 miliardi di visitatori nei siti Natura 2000, generando benefici ricreativi per un valore compreso tra 5 e 9 miliardi di euro all’anno. Natura 2000 è una rete ecologica diffusa su tutto il territorio UE e costituisce il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità.
Il valore dei parchi nazionali (e non solo) per l’Italia
In Italia si contano 24 parchi nazionali, che coprono una superficie di 1,5 milioni di ettari, pari al 5,1% del territorio nazionale. A questi si aggiungono 135 parchi regionali, 147 riserve naturali statali, 32 aree marine protette, oltre a trecentosessanta riserve regionali, e una vasta rete di siti protetti, la maggior parte dei quali rientranti nella Rete Natura2000, ricorda Federparchi.
Con un patrimonio di 871 aree protette, per un totale di oltre 3 milioni di ettari tutelati a terra (21%), circa 2.850mila ettari a mare (16%) e 658 chilometri di costa, il Belpaese può vantare una ricchezza in termini di biodiversità tra le più elevate in Europa.
A livello economico Legambiente ricorda che nei parchi italiani sono presenti 706.058 imprese di cui il 13,1% sono imprese giovani (under 35) e il 26,8 % imprese femminili.
“Queste realtà sono una parte delle 328mila imprese della green economy che impiegano oltre 3 milioni di lavoratori e generano un valore aggiunto di oltre 100 miliardi di euro, pari al 10,6% dell’intera economia del nostro Paese”.
Prima della pandemia ogni anno si registravano circa 27milioni di presenze turistiche nei parchi, una filiera del turismo capace di generare 105mila posti di lavoro e un valore di 5,5 miliardi, rileva ancora Federparchi, riprendendo gli ultimi dati aggregati disponibili (Unioncamere 2015).
Andrea Ballocchi