Wise Society : Rigenerazione urbana, una politica trasversale e sostenibile

Rigenerazione urbana, una politica trasversale e sostenibile

di Andrea Ballocchi
27 Febbraio 2024

Le città saranno sempre più centri nevralgici della vita umana. Per questo le politiche di rigenerazione urbana assumono un’importanza cruciale. Ecco cosa prevede l’Europa e cosa succederà in Italia

La rigenerazione urbana è uno dei temi a più forte valore strategico se si considera il ruolo delle città già oggi e in particolare nel prossimo futuro. Secondo le Nazioni Unite, entro il 2050 due persone su tre vivranno in città o in altri centri urbani. Ciò rende necessaria una pianificazione urbana attenta e l’adeguamento dei servizi pubblici in modo che siano più funzionali e sostenibili. Solo in Italia ci sono 5,3 miliardi di metri quadrati di edifici da riammodernare, di cui il 79% sono residenziali. Lo ha evidenziato Manfredi Catella, fondatore e amministratore delegato di Coima, affermando che il costo per raggiungere l’obiettivo net zero al 2050 per questi edifici è di duemila miliardi di euro.

La High Line a New York

Foto Shutterstock

Cos’è la rigenerazione urbana

È possibile definire la rigenerazione urbana quel campo della politica pubblica che si occupa della ricrescita dell’attività economica, del ripristino della funzione sociale o dell’inclusione sociale e del ripristino della qualità ambientale nelle località in cui questi elementi si sono deteriorati. Si tratta di un intervento politico di ampia portata e di visione olistica che incorpora la rigenerazione fisica, sociale e ambientale e ha l’obiettivo di ripristinare le risorse sottoutilizzate e ridistribuire le opportunità, aumentando la prosperità urbana e la qualità della vita.

Data la complessità della materia, per dare un concreto significato alla rigenerazione urbana – specifica UN-Habitat, il Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani – si richiedono svariati approcci. Tra questi è compresa la riqualificazione delle aree dismesse, ma anche strategie di densificazione e intensificazione, la diversificazione delle attività economiche, la conservazione e il riutilizzo del patrimonio, la riattivazione dello spazio pubblico e il rafforzamento dell’erogazione dei servizi.

Rigenerazione urbana

Foto di djedj da Pixabay

Cosa prevede l’Europa sul tema

Sulla rigenerazione urbana, l’Europa punta con deciso interesse, specie sullo sviluppo urbano sostenibile. Come sottolinea la Commissione UE, le aree urbane europee ospitano più di due terzi della popolazione dell’Unione Europea.

Queste aree sono il motore dell’economia europea e fungono da catalizzatori della creatività e dell’innovazione in tutta l’Unione, generando fino all’85% del Pil europeo oltre che assorbire l’80% circa del consumo energetico. Tuttavia sono anche luoghi in cui i problemi persistenti, come la disoccupazione, la segregazione e la povertà, sono più gravi.

Su di esse l’UE ha investito negli anni: solo tra il 2014 e il 2020 ha stanziato 115 miliardi di euro di risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale investendole nelle aree urbane, mentre circa 17 miliardi di euro del FESR sono stati assegnati direttamente a strategie integrate per lo sviluppo urbano sostenibile.

La politica di coesione nel periodo 2021-2027 continuerà a investire in tutte le regioni. La Commissione europea, a questo scopo, ha proposto un quadro più snello che si concentra su cinque obiettivi politici. Essi riguardano un’Europa più smart, green, connessa e sociale, ponendo un nuovo obiettivo trasversale per avvicinare l’Europa ai cittadini e sostenendo strategie di sviluppo territoriale integrato sviluppate localmente in tutta l’UE. La stessa Commissione Europea specifica che “la dimensione urbana della politica di coesione è stata rafforzata, con l’8% del Fondo europeo di sviluppo regionale a livello nazionale dedicato a strategie di sviluppo urbano sostenibile.”

Grahame Park Estate in Colindale, London

Grahame Park Estate a Colindale, nella parte nord di Londra – Foto Shutterstock

Rigenerazione urbana in Italia: il ruolo del PNRR e i tagli prospettati

Oltre a questi investimenti c’è da considerare l’impatto del Recovery Fund, il piano europeo da 750 miliardi di euro per i Paesi membri per sostenere la ripresa post Covid-19. L’Italia ha ottenuto la somma più alta tra i vari Paesi UE con 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, un terzo circa dei quali come sovvenzioni a fondo perduto e la restante parte in forma di finanziamenti in forma di prestiti a tassi agevolati. Il documento che illustra e specifica le proposte di allocazione derivanti dal Next Generation EU è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che ha avuto modifiche nel corso del 2023.

Tra i vari indirizzi di investimento, il Pnrr per la rigenerazione urbana allocava originariamente fondi per progetti specifici finalizzati a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale. Come specifica il sito ufficiale del Piano, tali progetti intendevano fornire ai Comuni con più di 15mila abitanti i contributi necessari per investire nella rigenerazione urbana e ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale, per migliorare la qualità del decoro urbano e il contesto ambientale. Il costo totale dell’investimento è di 3,3 miliardi di euro, interessando un milione di metri quadri rigenerati in 300 comuni con più di 15mila abitanti entro il 2026.

Oltre a questo il PNRR prevedeva anche stanziamenti per piani urbani integrati, puntando alle periferie delle Città Metropolitane, per renderle più sicure e sostenibili. Per questo investimento erano previsti ulteriori 210 milioni di euro finanziati dal Piano Complementare e il costo totale dell’investimento sfiorava i due miliardi e mezzo di euro.
Entro giugno 2026 si sarebbe dovuto arrivare al completamento dei progetti di riqualificazione urbana su un’area di tre milioni di mq in 14 città metropolitane.

Parliamo al passato perché la situazione come detto è cambiata nel corso del 2023. Come specifica la Camera dei deputati, nella terza relazione sull’attuazione del PNRR, presentata al Parlamento lo scorso giugno, “sono stati evidenziati elementi di debolezza in ordine alla loro attuazione, sono stati oggetto di definanziamento dal PNRR, come specificato nelle Proposte di revisione PNRR e integrazione REPowerEU del 27 luglio, per allocare le risorse previste, a favore di misure per il contrasto della povertà energetica e la riqualificazione energetica del patrimonio pubblico, in particolare, prevedendo interventi mirati ai ceti meno abbienti”. Questo è stato fatto, escludendo i 200 milioni di euro dedicati al superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, e dei 272 milioni del fondo tematico dedicato al settore della rigenerazione urbana – Fondo di fondi gestito dalla BEI.

La situazione attuale e quella futura

La rigenerazione urbana in Italia in ogni caso costituirà un elemento fondamentale per lo sviluppo del Paese da qui al 2050. A evidenziarlo è il Primo Rapporto nazionale sulla rigenerazione urbana, a cura di Scenari Immobiliari e Urban UP | Unipol. La rigenerazione potrà interessare 920 Kmq di suolo rigenerabile – nel caso in cui le dinamiche già in atto sul mercato dovessero confermarsi nel lungo periodo –, comprendendo 350 milioni di metri quadrati di superfici immobiliari realizzabili. Il fatturato industriale stimato che si potrà generare sarà di 2.300 miliardi di euro al 2050.

Nel rapporto si legge che nel decennio appena trascorso sono stati rigenerati 312 kmq, con un valore aggiunto di circa 160 miliardi di euro. Le due grandi città italiane di Milano e Roma in questo periodo hanno ricevuto un valore aggiunto di circa 25 miliardi di euro. Entro il 2050 si aggiungeranno altri cento miliardi di euro.

Milano, Torino, Roma e Bologna sono, tra le principali aree metropolitane italiane, quelle in cui la rigenerazione urbana interessa le porzioni di territorio più ampie. A seguire ci sono realtà provinciali e metropolitane eterogenee quali Verona e Treviso, Brescia, Piacenza e Venezia.

Alcuni esempi

A proposito di rigenerazione urbana, gli esempi e i progetti non mancano. A Milano, a ottobre 2023 è stato inaugurato il primo lotto del Parco di SeiMilano. Rappresenta un importante progetto verde che interessa la zona sud-ovest di Milano, un’area di 330mila metri quadrati. Il masterplan del progetto, a firma dello studio MCA (Mario Cucinella Architects), prevede 15mila mq destinati alle attività sportive, un asilo nido, una scuola per l’infanzia e un Centro di Aggregazione Multifunzionale, oltre ad aree giochi accessibili e ad un’ampia area cani. Il completamento del parco è previsto per la primavera del 2024.

Anche Roma sarà interessata da piani di riqualificazione urbanistica. Uno dei più significativi riguarda l’ex Filanda di Roma. Grazie all’iniziativa Reinventing Cities e a progetti di architettura, questa iniziativa intende trasformare un’area centrale della città, densamente popolata e vicina a importanti monumenti come le Mura Aureliane, la Basilica di San Giovanni in Laterano e la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. L’operazione è finalizzata anche a promuovere la sostenibilità ambientale, lo sviluppo economico e sociale, con una particolare attenzione alla mobilità cittadina.

Nel Sud Italia sono diversi i progetti di interesse in ambito di rigenerazione urbana. Tra questi va segnalato Rigeneration City, progetto che riguarda la città di Cosenza che prevede vari interventi per la riqualificazione dell’area urbana di Casali.
Finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell’ambito del Piano Nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate, il progetto è incentrato su tre ambiti di intervento: Innovazione, Cultura e Socialità. Ogni ambito prevede un luogo fisico, in quelle che sono le strutture cardine del quartiere: il Palazzetto dello Sport, il Vallone di Rovito, il Museo dei Brettii e degli Enotri e l’immobile attualmente occupato dal Comando dei Vigili Urbani di Cosenza, in via Bendicenti.

Andrea Ballocchi

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