Se ne parla a Padova dal 13 al 15 aprile alla prima edizione del «Festival della Maternità» con oltre trecento specialisti del settore perinatale
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In Italia le neomamme che soffrono di depressione post-partum nei primi tre mesi dalla nascita del figlio, sono il 10/15%, Image by: iStock
Dal 10 al 15 per cento delle neomamme in Italia soffre di depressione post-partum nei primi tre mesi dalla nascita del figlio, percentuale che corrisponde a circa cinquanta-centomila donne che s’ammalano ogni anno. Meno della metà di queste, però, chiede aiuto e sostegno. Una questione di salute pubblica di notevole importanza, se si considerano la sofferenza soggettiva della donna e dei suoi familiari, nonché le limitazioni e i costi diretti e indiretti dovuti alla compromissione del funzionamento personale, sociale e lavorativo della donna.
DAL 13 AL 15 APRILE IL FESTIVAL DELLA MATERNITÀ – È partendo da questi dati che l’associazione «Kairos Donna» organizza la prima edizione del «Festival della Maternità», che avrà luogo a Padova dal 13 al 15 aprile. L’evento di sensibilizzazione e informazione – rivolto a famiglie, specialisti e operatori della perinatalità – vuole accendere i riflettori su aspetti della maternità a volte nascosti, idealizzati o stigmatizzati a livello sociale come la depressione post-partum. E, di conseguenza, combattere la disinformazione e tutti i quei luoghi comuni legati all’essere mamma. Da qui la scelta di «Kairos Donna» – associazione di medici psichiatri, psicologi e professionisti operanti nel campo della perinatalità – di promuovere una formazione continua e aggiornata, di fornire consulenza e progetti per aiutare le donne nelle fasi critiche della vita come quella della maternità e di affrontare temi considerati a volte un tabù in una cornice allargata come quella di un festival diffuso nel centro storico di Padova. «La depressione post-partum è un problema di salute pubblica di notevole importanza, ma che spesso viene sminuito o sottovalutato dalle donne, dalle famiglie e dalla società tutta», spiega Rossana Riolo, responsabile del centro di salute mentale dell’ospedale di Camposampiero (Padova) e presidente dell’associazione. «Nell’immaginario comune si dà infatti per scontato che una neomamma debba essere o sia felice in ogni istante: si tratta di un falso mito. Una giusta attività di formazione e informazione attraverso una campagna di sensibilizzazione al tema è fondamentale per combattere lo stigma, ma anche per intercettare condizioni di disagio e fornire gli strumenti conoscitivi per gestirle. Bisogna intervenire affinché si rafforzi la rete degli interventi sociali per le neo-mamme».
AL VIA ANCHE UNA CAMPAGNA SOCIAL – Nei tre giorni del Festival della Maternità si incontreranno a Padova oltre trecento specialisti del settore perinatale, e si alterneranno due spettacoli, proiezione di un film e una video-inchiesta, 15 laboratori per grandi e piccini, 12 incontri pubblici con esperti, quattro presentazioni di libri, altrettante tavole rotonde e dieci workshop- La prima edizione del Festival della Maternità intende fornire strumenti utili a comprendere come vivere la maternità e tutelare la salute e il benessere psico-fisico della mamma, del bambino e della famiglia nel periodo che va dalla gravidanza fino ai primi due anni di vita dei piccoli: ovvero i primi mille giorni. «Kairos Donna» ha lanciato, contestualmente al Festival, la campagna social #lamiamaternità: un momento di condivisione, riflessione e racconto delle esperienze personali, dei reali vissuti di donna legati alla maternità. Utilizzando l’hashtag dedicato, l’associazione invita le donne e le mamme a parlare dei momenti meno felici e di quelli più gioiosi, a esternare le paure, le vicissitudini, i desideri e tutte le sensazioni connesse all’essere madri con l’obiettivo di aprire il confronto su questioni delicate spesso tenute celate.
TUTTO RUOTA ATTORNO AI PRIMI MILLE GIORNI – «Fil rouge della prima edizione del Festival è rappresentato dalla centralità dei primi mille giorni: il periodo che va dalla gravidanza ai primi due anni di vita del figlio – prosegue Riolo -. Questa fase è fondamentale per lo sviluppo mentale del bambino. Basti pensare che dal concepimento comincia un dialogo tra madre e embrione fatto di messaggi ormonali. A livello psicologico il feto marca con la sua presenza la psiche materna e risente delle emozioni della gestante tanto da restarne a sua volta marcato. La depressione puerperale interferisce anche con le abilità della donna nell’instaurare un interscambio di comportamenti e di emozioni con il suo bambino, il 67 per cento delle madri depresse riferisce, infatti, difficoltà di interazione e attaccamento con il figlio».
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Il Festival della maternità è rivolto a famiglie, specialisti e operatori della perinatalità con lo scopo di accendere i riflettori su aspetti della maternità a volte nascosti, idealizzati o stigmatizzati a livello sociale come la depressione post-partum
Twitter @fabioditodaro