Wise Society : Il Doomsday Clock 2024 segna (ancora) 90 secondi alla fine del mondo

Il Doomsday Clock 2024 segna (ancora) 90 secondi alla fine del mondo

di Maria Enza Giannetto
26 Gennaio 2024

Le lancette dell'orologio dell'apocalisse sono sempre più vicine alla mezzanotte. Un termine che indica, metaforicamente, la fine del mondo

Novanta secondi al disastro globale. Nel metaforico (ma forse neanche tanto) Doomsday Clock 2024, l’orologio dell’apocalisse, è ancora questo il tempo di sopravvivenza rimasto al nostro pianeta rispetto agli eventi globali catastrofici che incombono. Novanta secondi proprio come l’anno scorso visto che, proprio come allora, le principali minacce che continuano a guidare il mondo verso la catastrofe sono: la guerra tra Russia e Ucraina e la crescente dipendenza dalle armi nucleari, la disinformazione.

Il Doomsday Clock 2024 è, infatti, un annuncio pubblico che dal 1947 viene fatto ogni anno e viene calcolato da un pool di esperti, scienziati e decisori pubblici del Bulletin of the Atomic Scientist (progetto editoriale fondato nel 1945 da Albert Einstein, J. Robert Oppenheimer e dagli scienziati dell’Università di Chicago che contribuirono a sviluppare le prime armi atomiche nel Progetto Manhattan), che raccoglie notizie, aggiornamenti e ricerche in ambito scientifico e tratta i temi della sicurezza globale e delle politiche pubbliche.

Doomsday clock 2024

Foto: Bullettin of the atomic scientist

Il Doomsday Clock misura quanto resta da vivere al mondo

L’orologio del Giorno del Giudizio o dell’apocalisse è quindi un misuratore simbolico che indica, in minuti o secondi, quanto resta da vivere al mondo intero rispetto alla minaccia di alcuni eventi quali armi nucleari, cambiamento climatico, propaganda di massa. Fissato ogni anno dal comitato scientifico e di sicurezza del Bulletin in consultazione con il suo comitato di sponsor, che comprende nove premi Nobel, è diventato un indicatore universalmente riconosciuto della vulnerabilità del mondo alla catastrofe globale causata dalle tecnologie artificiali.

Perché esiste un orologio dell’apocalisse

L’orologio dell’apocalisse è stato creato per rappresentare la vicinanza della fine del mondo, con la mezzanotte che rappresenta il momento esatto della catastrofe. L’obiettivo principale era quello di creare un simbolo visivo che rappresentasse la minaccia dell’apocalisse nucleare e sensibilizzasse il pubblico. Nel corso degli anni, il Comitato di Scienza e Sicurezza del Bulletin of the Atomic Scientists ha quindi continuato a determinare la posizione dell’orologio in base all’analisi delle minacce globali, coinvolgendo sempre un ampio gruppo di esperti provenienti da diverse discipline scientifiche. La posizione dell’orologio viene aggiornata periodicamente in base all’analisi degli esperti sulle minacce globali.

Armi nucleari: la bomba atomica

Foto Shutterstock

Orologio dell’apocalisse reimpostato a 90 secondi a mezzanotte

Per il 2024 l’orologio dell’apocalisse è stato reimpostato a 90 secondi a mezzanotte, il valore più vicino alla mezzanotte mai avuto prima – proprio come nel 2023 – dando una visione precisa del continuo stato di pericolo senza precedenti che il mondo deve affrontare. Nello statement annuale, gli scienziati esaminano sempre una serie di fattori globali che influenzano la sicurezza e il benessere del mondo, come la proliferazione nucleare, il cambiamento climatico, le minacce cibernetiche e altri rischi emergenti. Basandosi su queste valutazioni, gli esperti determinano la posizione dell’orologio, spostando le lancette più vicine o più lontane dalla mezzanotte a seconda della percezione del rischio globale.

Lo statement annuale sottolinea anche le azioni necessarie per mitigare tali minacce e promuove la consapevolezza pubblica sull’urgenza di affrontare questi problemi contribuendo a stimolare il dibattito e la discussione sulla sicurezza globale e l’importanza di trovare soluzioni. Di fatto il Bollettino 2024 ha sottolineato che l’orologio potrebbe essere riportato indietro, ma che i governi e le persone devono agire urgentemente.

Le minacce da affrontare

«Una serie di minacce globali gettano infatti ombre minacciose sulle deliberazioni dell’Orologio del 2024 – si legge – , tra cui: la guerra Russia-Ucraina e il deterioramento degli accordi di riduzione delle armi nucleari; la crisi climatica e la designazione ufficiale del 2023 come l’anno più caldo mai registrato; la maggiore sofisticazione delle tecnologie di ingegneria genetica; e il drammatico progresso dell’intelligenza artificiale generativa che potrebbe amplificare la disinformazione e corrompere l’ambiente informativo globale rendendo più difficile risolvere le sfide esistenziali più ampie».

Giovane che tiene in mano il cartello "There is no planet B"

Foto Shutterstock

L’azione dei governi è sempre più urgente

Il fatto che l’orologio sia ancora quest’anno a 90 secondi dalla mezzanotte non significa stabilità. Anzi. «Reimpostare l’orologio a 90 secondi a mezzanotte non è un’indicazione che il mondo è stabile. Piuttosto il contrario – ha dichiarato Rachel Bronson, PhD, presidente e CEO del Bulletin – . È urgente che i governi e le comunità di tutto il mondo agiscano. E il Bollettino rimane fiducioso – e ispirato – nel vedere le generazioni più giovani guidare la carica». Nella presentazione del Doomsday Clock 2024 si afferma:

«Le tendenze minacciose continuano a indirizzare il mondo verso la catastrofe globale. La guerra in Ucraina e la diffusa e crescente dipendenza dalle armi nucleari aumentano il rischio di un’escalation nucleare. Cina, Russia e Stati Uniti stanno spendendo ingenti somme per espandere o modernizzare i propri arsenali nucleari, aggravando il pericolo sempre presente di una guerra nucleare dovuta a errori o calcoli errati. Nel 2023, la Terra ha vissuto l’anno più caldo mai registrato e massicce inondazioni, incendi e altri disastri legati al clima hanno colpito milioni di persone in tutto il mondo. Nel frattempo, i rapidi e preoccupanti sviluppi nelle scienze della vita e in altre tecnologie dirompenti hanno subito un’accelerazione, mentre i governi hanno compiuto solo deboli sforzi per controllarli […] Ma il mondo può essere reso più sicuro. L’Orologio può allontanarsi da mezzanotte».

«Come sul Titanic, i leader stanno guidando il mondo verso la catastrofe: più bombe nucleari, vaste emissioni di carbonio, agenti patogeni pericolosi e intelligenza artificiale. Solo le grandi potenze come Cina, America e Russia possono tirarci indietro. Nonostante i profondi antagonismi, devono cooperare, altrimenti saremo condannati», ha dichiarato il governatore Jerry Brown, presidente esecutivo del Bulletin.

Minacce più significative: conflitto nucleare e riscaldamento globale

Ovviamente l’orologio dell’apocalisse non rappresenta una misura scientifica, quanto un’illustrazione simbolica dell’urgenza di affrontare questi temi globali. E per questo dire che mancano 90 secondi alla mezzanotte nell’orologio dell’apocalisse significa che tutti gli esperti che valutano le minacce globali ritengono che il disastro globale sia davvero vicino. Ma come agire? Il Bullettin segnala anche questo:

«Tutti sulla Terra hanno interesse a ridurre la probabilità di una catastrofe globale dovuta alle armi nucleari, al cambiamento climatico, ai progressi nelle scienze della vita, alle tecnologie dirompenti e alla diffusa corruzione dell’ecosistema informativo mondiale. Queste minacce, singolarmente e nel loro interagire, sono di tale natura e portata che nessuna nazione o leader può tenerle sotto controllo. Questo è il compito dei leader e delle nazioni che lavorano insieme nella convinzione condivisa che le minacce comuni richiedono un’azione comune».

Come primo passo, e nonostante i loro profondi disaccordi, tre delle principali potenze mondiali – Stati Uniti, Cina e Russia – dovrebbero avviare un dialogo serio su ciascuna delle minacce globali qui delineate. Ai massimi livelli, questi tre paesi devono assumersi la responsabilità del pericolo esistenziale che il mondo si trova ad affrontare. Hanno la capacità di salvare il mondo dall’orlo della catastrofe. Dovrebbero farlo, con chiarezza e coraggio, e senza indugi.

Maria Enza Giannetto

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