Wise Society : Sbiancamento dei coralli: un fenomeno con gravi conseguenze

Sbiancamento dei coralli: un fenomeno con gravi conseguenze

di Andrea Ballocchi
13 Febbraio 2024

Tesori di biodiversità, le barriere coralline di tutto il mondo sono minacciate dagli effetti della crisi climatica, principale causa dello sbiancamento dei coralli. Ecco perché accade e le possibili soluzioni da adottare

Lo sbiancamento dei coralli è un grave problema di ordine ambientale, ma non solo. Pur coprendo meno dell’1% del pianeta, si stima che più di un miliardo di persone dipendano dalle barriere coralline per il loro nutrimento. Esse ospitano il 25% di tutta la vita marina e consentono anche la scoperta di nuovi prodotti farmaceutici, fornendo lavoro e reddito attraverso le industrie del turismo e della pesca. L’UNEP calcola che gli ecosistemi della barriera corallina forniscono alla società risorse e servizi per un valore di 375 miliardi di dollari all’anno.

Barriera Corallina

Foto Shutterstock

Sbiancamento dei coralli: cause e conseguenze

I coralli sono classificati come specie animali imparentate con le meduse. Essi sono formati da molteplici organismi chiamati polipi. Secernono un esoscheletro roccioso simile al gesso (carbonato di calcio) attorno a sé per proteggersi. Quasi tutti i coralli sono organismi coloniali. Ciò significa che sono composti da centinaia a centinaia di migliaia di singoli polipi.

I coralli hanno una relazione simbiotica con alghe microscopiche chiamate zooxantelle che vivono nei loro tessuti e rappresentano la principale fonte di cibo del corallo e danno loro il colore. Quando i coralli sono stressati dai cambiamenti delle condizioni come temperatura, luce o sostanze nutritive, espellono le alghe simbiotiche che vivono nei loro tessuti, diventando completamente bianchi. Da qui il fenomeno del coral bleaching, ovvero lo sbiancamento dei coralli, le cui conseguenze sono pesanti. Va detto che quando un corallo sbianca, non è morto. I coralli possono sopravvivere a un evento di sbiancamento, ma sono sottoposti a uno stress maggiore e sono soggetti a mortalità.

Il NOAA – National Oceanic and Atmospheric Administration ricorda che nel 2005, gli Stati Uniti hanno perso in un anno la metà delle barriere coralline dei Caraibi a causa di un massiccio evento di sbiancamento.

Cause del fenomeno

Sempre a proposito di sbiancamento dei coralli le cause principali sono collegabili alla variazione della temperatura dell’acqua. Già solo un aumento della temperatura di un solo grado Celsius per sole quattro settimane può provocare lo sbiancamento. Il problema non si verifica solo quando aumenta la temperatura, ma anche in caso di abbassamento. Nell’inverno 2010, le temperature particolarmente fredde dell’acqua nelle Florida Keys hanno causato un evento di sbiancamento dei coralli che ha provocato la morte dei coralli.

Nel 1998, il primo evento di sbiancamento di massa dei coralli devastò la Grande Barriera Corallina, uccidendo uno su 12 dei coralli del mondo. Estesa su più di 2.300 chilometri in Australia, è una miniera di biodiversità: ospita oltre novemila specie conosciute, il 25% delle specie marine viventi. La barriera corallina australiana è morta? No, ma bisogna vigilare perché ciò non accada.

Barriera corallina

Foto di LI FEI su Unsplash

I pericoli che corroni i coralli

I coralli di tutto il mondo, già sotto seria minaccia, potrebbero subire effetti ancora più pesanti causati dalla crisi climatica: le temperature da record della terra e del mare causeranno probabilmente “sbiancamento e mortalità di massa dei coralli senza precedenti” nel corso del 2024. A scriverlo, in un articolo pubblicato su Science, è stato Ove Hoegh-Guldberg, professore di studi marini presso l’Università del Queensland a Brisbane, uno dei massimi esperti di barriere coralline. Negli ultimi 10 anni è stato direttore fondatore del Global Change Institute e ha catturato e analizzato più di un milione di immagini di rilevamento delle barriere coralline. Il docente ed esperto ha spiegato che la parte superiore dell’oceano sta subendo cambiamenti senza precedenti nelle condizioni, negli ecosistemi e nelle comunità. Ha scritto a riguardo che:

“i modelli di temperatura superficiale del mare degli ultimi 40 anni indicano che probabilmente si verificheranno uno sbiancamento e una mortalità di massa dei coralli senza precedenti nell’Indo-Pacifico per tutto il 2024. Queste tendenze peggioreranno a meno che le emissioni di gas serra non diminuiscano”.

Secondo Hoegh-Guldberg, la persistenza delle barriere coralline nei prossimi decenni è in serio pericolo. La gravità di un evento che porti a coralli morti è un rischio possibile, ma da evitare. Oltre allo sbiancamento, i coralli sono minacciati dalla plastica. Un recente studio condotto nella regione dell’Asia-Pacifico ha inoltre scoperto che le barriere coralline sono contaminate da 11 miliardi di pezzi di plastica, che causano malattie. Persino alcuni composti presenti nelle creme solari possono risultare nocivi per i coralli.

Le possibili soluzioni per evitare lo sbiancamento dei coralli

I coralli possono riprendersi dallo sbiancamento nel tempo, ma solo se le temperature scendono e le condizioni ritornano alla normalità. Serve proteggerli e tutelarne la loro sopravvivenza, oltre che il loro sviluppo. Di soluzioni se ne stanno mettendo in atto diverse.

In risposta al primo evento di sbiancamento di massa dei coralli del 1998 che devastò la Grande Barriera Corallina è nata la Great Barrier Reef Foundation per proteggere gli habitat oceanici, ripristinando in particolare le barriere coralline e aiutandole ad adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici. Raccoglie fondi, investe in idee, progetti e programmi di conservazione “reali e scalabili” finalizzate al ripristino marino e terrestre.

C’è chi sta lavorando sull’editing genetico dei coralli in modo da preservarli. Un team di scienziati della University of North Carolina Wilmington si sta concentrando sullo sviluppo di tecnologie che forniranno informazioni sugli sforzi di ripristino della barriera corallina in tutto il mondo. Stanno studiando la possibilità di creare in laboratorio geni protettivi per i coralli, valutando attentamente la possibilità di immettere in natura coralli geneticamente modificati. Attualmente stanno procedendo alla raccolta di materiale genetico per condurre editing delle specie in modo da conoscerle e studiare nuovi modi per tutelarle.

Tra le opportunità offerte per monitorare la presenza di coralli bianchi o barriere in situazioni difficili c’è chi sta studiando l’impiego di tecniche di intelligenza artificiale nella difesa dallo sbiancamento dei coralli. Di recente è stato messo a punto uno strumento basato sull’AI che sfrutta immagini satellitari ad alta risoluzione per monitorare la barriera corallina in tempo reale, offrendo un’ampia rete di possibilità per la conservazione marina globale. A questo proposito, i ricercatori dell’Università delle Hawaii a Mānoa hanno realizzato uno strumento di rilevamento basato sull’intelligenza artificiale che monitora la salute delle barriere coralline dal cielo.


Se vuoi approfondire l’argomento, guarda il video che abbiamo ideato sul tema dello sbiancamento dei corralli


Andrea Ballocchi

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