Da settembre l'educazione alimentare dei ragazzi ha uno strumento in più, un nuovo portale che metterà in contatto mondo scolastico e industria alimentare che, comunque, già da tre anni sta lavorando per ridurre le porzioni e offrire cibi più sani
I ragazzi italiani mangiano male come dimostrano i dati più recenti: uno su dieci è obeso e uno su tre è sovrappeso. La colpa è di un’alimentazione troppo ricca di proteine e zuccheri e scarsa di fibre, ma soprattutto delle porzioni esageratamente abbondanti. Molti di loro sono destinati a portarsi dietro, in eredità dall’infanzia, la ciccia di troppo perché gli adipociti, ovvero le cellule di grasso che si formano nell’infanzia, non vengono mai eliminate: nel dimagrimento si sgonfiano ma restano nella stessa quantità. In questo senso è importante l’accordo per l’educazione alimentare nelle scuole che è stato appena firmato nella sede del Miur fra il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e il presidente di Federalimentare Filippo Ferrua.
Ma la scuola può fare poco se il mondo della produzione non collabora con delle proposte più “sane”. E in effetti qualcosa si sta muovendo in questo senso. Ferrua ha evidenziato che “negli ultimi tre anni l’industria alimentare italiana ha ridimensionato le porzioni di 3.500 prodotti e immesso sul mercato oltre 4.000 prodotti nuovi o ”riformulati” (ovvero migliorati da un punto di vista nutrizionale), riducendo o eliminando, per esempio, acidi grassi trans, zuccheri, colesterolo, grassi saturi, sale e altri ingredienti il cui consumo eccessivo non e’ in linea con una corretta dieta alimentare”.