A sostenerlo alcuni ricercatori inglesi e americani. E anche l'ospedale Bambin Gesù di Roma sembra essere d'accordo
Dopo tanti giorni di vacanza trascorsi al mare, o in montagna, a giocare con gli amici, sempre vicini alla propria famiglia, per i bambini è dura ricominciare l’attività scolastica. E riabituarsi alla routine quotidiana fatta di doveri, appuntamenti, attività extrascolastiche, mette a dura prova tanto i piccoli quanto i loro genitori. A breve, inoltre, le novità potrebbero andare oltre quelle registrate negli ultimi anni. Giunge dagli Stati Uniti, ormai decisi a imprimere una battuta d’arresto all’epidemia di sovrappeso e obesità infantile, la proposta di….studiare in piedi. Infatti, la sedentarietà, oltre alla dieta poco equilibrata, è la grande nemica dei frequentatori di asili e scuole, primaria e secondaria. Ma i divieti ad alzarsi in piedi potrebbero presto cadere: almeno oltreoceano.
VERSO UNA SVOLTA? – “Stai seduto”, è una delle esternazioni che più di frequente i docenti rivolgono ai propri alunni, soprattutto ai più impulsivi. Un messaggio che, se anche in Europa si decidesse di seguire l’esempio che giunge dall’altra sponda dell’Atlantico, potrebbe però diventare soltanto un ricorso. Già in diversi realtà degli Stati Uniti, infatti, si sta sperimentando la scrivania in piedi, uno sgabello che permette di appoggiare sulla superficie un computer, un libro e un quaderno e di smentire la vecchia teoria secondo cui per apprendere è necessario stare fermi. L’obiettivo, adesso, è favorirne la massima diffusione (alcuni genitori statunitensi hanno già avviato campagne di raccolta fondi per acquistarle nelle scuole dei propri figli), in modo da permettere agli studenti di trascorrere fino al 70% del tempo vissuto a scuola in piedi. La svolta, secondo gli esperti, avrebbe evidenti ricadute in termini di salute pubblica. I chili di troppo diminuirebbero e con essi il rischio di sviluppare le malattie croniche epidemiche del terzo millennio: come l’ipertensione e il diabete. L’ultima conferma a riguardo giunge da una ricerca pubblicata sul Journal of Public Health. Gli autori hanno scoperto che nelle scuole di Gran Bretagna e Australia in cui si utilizzano queste speciali scrivanie la quantità di tempo trascorso sulla sedia è diminuita quasi del 10% in una giornata (pari a 66’). Conclusioni che hanno confermato quelle emerse da un altro lavoro, apparso sull’International Journal of Environmental Research and Public Health: i bambini che avevano seguito la lezione in piedi consumavano dieci chilocalorie all’ora in più rispetto ai coetanei lasciati seduti.
VANTAGGI PER IL CORPO, MA NON SOLO – La posizione eretta, oltre a evitare l’accumulo dei chili in eccesso, gioverebbe anche all’umore dei bambini. «Stare seduti troppo a lungo li rende più irrequieti e distratti – afferma Mark Benden, direttore del centro di ergonomia all’università del Texas e tra gli autori dell’ultima pubblicazione -. Inevitabili, a quel punto, risultano le ricadute per l’apprendimento». Simile la posizione riferita dagli esperti dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma: «Nelle ore scolastiche è inutile invitare il bambino a “stare dritto” con la schiena. Non esiste un concetto vero e proprio di postura corretta. Esiste la postura che aiuta l’attenzione e facilita la capacità di concentrazione. Consiste nella modifica continua della posizione sulla sedia. È preferibile non assumere una determinata posizione e mantenerla per ore, ma modificarla spesso». Ma dell’utilità delle nuove scrivanie si inizia a discutere anche lungo la Penisola, dove – è bene ricordarlo – si registrano i tassi europei più alti di sovrappeso e obesità infantile.
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