Spesso i ragazzi adolescenti anche a tavola, assumono comportamenti ribelli e scorretti: mangiano male, in modo sregolato, magari davanti alla tv o alla playstation. Senza contare che questa è spesso un’età delicata anche per l’insorgere di disturbi gravi legati al rapporto con il cibo come anoressia e bulimia. Come correre ai ripari? Ecco i consigli ai genitori della coppia di psicologi Gianni Bassi e Rossana Zamburlin.
Ogni scelta alimentare va spiegata ai figli adolescenti nelle sue caratteristiche, presupposti e conseguenze (ormai hanno l’età per capire) dando loro il tempo di accettarla o meno in modo autonomo, cosa che di solito succede se il dialogo funziona.
Imporre a tutti i costi determinati comportamenti alimentari fa scattare il meccanismo della “controidentificazione” che nell’adolescente dà origine a ribellione allontanandolo dal modello imposto.
I genitori non dovrebbero imporre mai ai figli adolescenti la dieta variata, la mediterranea o il biologico se non sono loro stessi i primi a seguirle quotidianamente. La coerenza del buon esempio vale più di mille parole.
Le scelte alimentari vanno condivise dalla coppia altrimenti il ragazzo stringe alleanza con “l’anello debole”, regredisce al principio del piacere e mangia solo sulla base delle voglie del momento quindi in modo sregolato e spesso scorretto.
L’attrazione per certi cibi dolci e grassi è spesso legata a una dipendenza che a sua volta nasconde un vuoto affettivo o relazionale dovuto a mancanza di attenzioni e di contatto fisico con i genitori. Non solo i bambini ma anche i ragazzi hanno bisogno di essere abbracciati spesso ed è bene che si instauri un buon contatto fisico con il genitore dello stesso sesso per la costruzione dell’identità sessuale.
Il cibo del fast food non va demonizzato. Ogni tanto la famiglia può andare a farsi un bel Big Mac: anche saper sgarrare insieme, ogni tanto, ha la sua importanza.