Mangiamo male, siamo troppo sedentari e troppo stressati. Dobbiamo cambiare stile di vita. Ecco i suggerimenti di Filippo Ongaro, specialista anti-aging per vivere meglio, a lungo
Filippo Ongaro, Direttore Sanitario dell’ISMERIAN, Istituto di Medicina Rigenerativa e Anti Aging, è il pioniere europeo di un settore che si occupa dello sviluppo di metodologie utili a contrastare l’invecchiamento accelerato ed è stato per molti anni medico degli astronauti presso l’Agenzia Spaziale Europea, di cui è ancora oggi collaboratore scientifico. È anche autore di libri di grande successo come Le 10 chiavi della salute (edito da Salus Infirmorum) e Mangia che ti passa, uno sguardo rivoluzionario sul cibo, pubblicato quest’anno da Piemme.
Cosa vuol dire applicare la medicina aerospaziale alla vita di tutti i giorni?
Lo studio della medicina aerospaziale è stato l’inizio della mia attività medica e in realtà mi è servita come spunto per capire due cose: uno, se si cambia l’ambiente ad un soggetto e lo si fa volare nello spazio, il soggetto invecchia molto velocemente e due, che la tecnologia, la medicina e l’applicazione delle ricerche più avanzate possono davvero servire a prevenire la degenerazione psicofisica dell’essere umano. Quindi la medicina aerospaziale è stata un modello di studio da cui ho preso spunto per andare oltre e incominciare a curare i pazienti a terra che sono molti di più.
Prolungare e migliorare la qualità della vita sembra una formula magica. Quali sono i benefici per la società, oltre che per i pazienti?
La medicina ha già allungato la vita al paziente e l’ha allungata tantissimo. Questo, ovviamente, nei Paesi che hanno beneficiato di una tecnologia medica più avanzata. Il vero punto di cui discutere è quindi come accoppiare l’allungamento della vita ad una qualità di vita migliore. E questo si può fare, perché noi oggi abbiamo mezzi a disposizione per fare cambiare stile di vita alla gente, per far comprendere soprattutto cosa si deve fare per migliorare la prevenzione ed evitare di rimanere semplicemente in attesa che la malattia compaia. C’è una formuletta che io chiamo 0.5.30. e vuol dire 0 fumo, 5 porzioni di verdura al giorno e 30 minuti di esercizio. Se tutti lo facessero, il destino del mondo sarebbe diverso.
La vita si è allungata, ma non la qualità. La diagnostica e i progressi tecnologici della scienza non sono comunque riusciti a fermare malattie che dilagano. Dove sta l’errore?
Questo succede proprio perché le malattie che dilagano sono malattie dovute ad uno stile di vita scorretto e quindi non arrivano all’improvviso, ma dopo anni in cui le nostre abitudini sono fondamentalmente sbagliate; mangiamo male, siamo troppo sedentari, ci facciamo stressare troppo dalla vita di tutti i giorni. L’errore pertanto è nel nostro comportamento, quindi dobbiamo prenderne coscienza e cambiare stile di vita. Se noi semplicemente aspettiamo per anni che questi comportamenti sbagliati sfocino in una patologia, saremo sempre in ritardo, sempre alla rincorsa di una soluzione che invece dobbiamo trovare alla base del problema. Se noi avessimo la possibilità di fare un piccolo viaggio all’interno del nostro corpo, ci comporteremmo in maniera molto diversa nella nostra vita.
Come si dovrebbe comportare un buon medico con il proprio paziente?
Un buon medico è una persona che innanzitutto sa stabilire un buon rapporto con i suoi pazienti, perché è vero che la medicina alla fine è scienza, ma è anche arte…ed è bene recuperare la parte dell’arte, che purtroppo ultimamente è stata lasciata andare alla deriva.
In particolare la medicina, nella sua applicazione è un incontro tra due persone: una persona che ha delle competenze e una persona che ha dei bisogni, ma se manca questo incontro, se manca questo dialogo, qualsiasi scienza o tecnologia non sarà in grado di far star meglio le persone.
Quindi occorre rivalutare il rapporto con il paziente e ripartire da qui.
Lei è pro o contro la prescrizione di medicine?
Io non sono né pro né contro le medicine. I farmaci servono, anzi, sono assolutamente indispensabili in tante occasioni, ma non devono assolutamente essere una scusa per non fare un lavoro più profondo col paziente, soprattutto sul cambiamento di stile di vita. Mi spiego, il farmaco non può sostituire la correzione dello stile di vita sbagliato, ma il medico può aiutare a correggerlo. Detto questo, il farmaco in molte occasioni è assolutamente indispensabile, così però come può essere molto utile l’integratore alimentare, oppure il fitoterapico…ricordiamoci che il medico moderno ha a disposizione molti mezzi e dovrebbe saperli usare tutti. Diciamo, inoltre che alcuni dei grandi successi della medicina sono sì dei successi medici, ma anche dei successi della società, nel senso che molte delle malattie che colpivano soprattutto 100 o 150 anni fa sono state in realtà sconfitte da una maggior disponibilità di cibo per tutti, da una maggior igiene, dalla costruzione di città più pulite ed anche questo ci può far riflettere su come non si debba essere completamente monotematici sull’idea che le malattie si sconfiggono solo con la cura. Le malattie si sconfiggono prima di tutto a partire da un potenziamento della salute pubblica, lavorando sugli stili di vita, sull’igiene e su di una corretta alimentazione.
Quanto la speculazione farmaceutica riesce a deviare il comportamento di un medico dalla retta via?
Penso che l’industria farmaceutica faccia il suo mestiere. Bisogna riconoscere che ha fatto grandi cose, e che ci ha messo a disposizione moltissimi mezzi per curare meglio i pazienti. Ma il lavoro del medico è un altro. Il medico deve fare da filtro tra l’industria farmaceutica ed il paziente e fare gli interessi del paziente, non quelli dell’industria. Perciò, se si stabilisce un rapporto di questo tipo, è un rapporto che ha senso, se l’industria invece punta a manipolare la coscienza del medico per prescrivere più farmaci, allora io personalmente mi rifiuto di stare a questa logica.
Lo stress è una malattia?
Più che essere una malattia, lo stress è una risposta organica del corpo assolutamente inevitabile. Quello che rende lo stress un problema è che è una risposta d’emergenza del nostro corpo, un po’ come l’allarme di casa, concepito milioni di anni fa proprio per proteggerci da pericoli fisici. Nel momento in cui i pericoli fisici scompaiono ma rimane una stimolazione costante a livello mentale, è come se quell’allarme invece di suonare quando entrano i ladri, suonasse 24 ore al giorno: ciò significa che lo stress ha un potere logorante sull’organismo. Questo logorio ripartito in un lungo periodo, ha l’effetto di causare diverse malattie, quelle cardiovascolari in primis, ma anche malattie oncologiche. Quindi, questo allarme non va sottovalutato, ma curato, ancora una volta partendo da noi stessi.
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