L'open day Be Wise del 30 marzo scorso alle TermeMilano ha fatto centro, coinvolgendo esperti e pubblico sui temi di salute, bellezza e gestione dello stress
Grande affluenza di pubblico, relatori preparati, location ideale (TermeMilano, in piazza medaglie d’Oro) e un sole brillante che ha continuato a splendere per tutta la giornata. Sono stati questi gli ingredienti che hanno trasformato Be Wise, l’open-day di venerdì 30 marzo dedicato al benessere inteso come armonia corpo-mente, in un successo.
In apertura e per tutta la mattinata si è svolta, come da programma, la tavola rotonda. E nel pomeriggio hanno avuto luogo gli workshop e gli incontri “su misura” tra esperti e pubblico presente. La regia del convegno mattutino “Curare la pelle dallo stress provocato da noi e dall’ambiente in cui viviamo” è stata a cura di Riccarda Serri, dermatologa e presidente di Skineco, Associazione Internazionale di Ecodermatologia. Serri ha evidenziato la «necessità di valutare la compatibilità ambientale e dermatologica dei prodotti e il valore strategico dei test al fine di riportare entro recinti di rigore scientifico i cosmetici, che devono essere fatti con ingredienti tollerati dalla pelle e biodegradabili, oltre a non contenere molecole potenzialmente tossiche. Però – ha aggiunto – ci si trova a combattere contro il comparto della petrolchimica perchè, ad esempio, la paraffina e la vaselina sono cancerogeni di classe 2, a meno che il produttore non dimostri che non ci sono impurezze. Fortunatamente molto cambierà nel 2013 con la nuova legislazione». Finita l’introduzione Serri ha lasciato la parola a Paolo Casti ed Editta Buttura da Prato dell’associazione “Be Beautiful” che hanno hanno accompagnato il pubblico in un viaggio nel tempo attraverso i modelli di bellezza e di trucco femminili, dagli anni ’50 a oggi, utilizzando le copertine di Vogue dei singoli periodi storici.
A loro ha fatto seguito l’esperto tedesco di medicina ambientale e presidente di Europaem, Peter Ohnsorge: «Viviamo in una realtà piena di stress, fatta di traffico e inquinamento e il nostro organismo non ha meccanismi di difesa tali da poter reagire efficacemente» ha spiegato Ohnsorge. «L’attivazione immunitaria cronica causa un’infiammazione cronica che, a sua volta, porta a un rapido invecchiamento, alla disfunzione dei mitocondri, a stanchezza, esaurimento, danni neurologici ed endocrinologici». Ma, a fronte di ciò, «l’attenzione della medicina ufficiale sulle patologie ambientali è scarsa perchè queste malattie sono caratterizzate da problematiche complesse e perchè mancano delle ricerche sponsorizzate che le studino a dovere», ha aggiunto. Di interferenti endocrini e di nanoparticelle ha parlato poi Antonio Pasciuto, medico, membro dell’European Academy for Environmental Medicine e recente fondatore dell’ASSIMAS, scuola di medicina ambientale volta alla formazione del personale sanitario. «”Primum non nocere”, ovvero adottare il principio di precauzione ed evitare di prescrivere non soltanto prodotti a rischio certo, ma anche quelli sui quali vi siano dubbi». Così ha esordito medico marchigiano che poi ha concentrato l’attenzione sulla presenza di nanoparticelle e interferenti endocrini in molte sostanze usate abitualmente: «le prime si trovano quasi ovunque e possono superare la barriera ematoencefalica, entrando nel sangue e andando in circolo. Al momento non sappiamo con esattezza che conseguenze portino ma, pur senza volere creare allarmismi, per il principio di precauzione citato prima, sarebbe necessaria grande accortezza. Fortunatamente entro il 2012 sarà obbligatorio comunicarne l’esistenza per legge». Quanto agli interferenti endocrini, Pasciuto ne ha paragonato le caratteristiche chimiche agli ormoni, in grado quindi di alterare la salute, (tra le cause dell’infertilità maschile per es.), e di provocare cambiamenti genetici. Anche in questo caso, la loro diffusione è molto estesa e va dagli alimenti ai cosmetici, dai conservanti agli emollienti. Cosa fare allora? Pretendere un’informazione corretta e puntuale, usare prodotti privi di sostanze nocive soprattutto in età pediatrica e se facenti parte delle fasce deboli e, infine, preferire prodotti bio. La eco-psicologa Marcella Danon, autrice del libro da poco in libreria “Stop allo stress”, ha parlato invece di come abituarsi a convivere con questo meccanismo tanto antico e apparentemente nocivo, quanto utile se vissuto come un prestito energetico all’organismo. «Solo quando è in eccesso, lo stress diventa dannoso perchè si accumula non trovando strade sane per scaricarsi. Che fare allora? Aiutarsi con la respirazione, l’allenamento, la consapevolezza. Senza farsi travolgere dalle reazioni. E poi, ove possibile, riposarsi. Perchè è l’unico modo in cui l’organismo si può riprendere e ricaricare», ha concluso.
Come rilevare la presenza di minerali tossici nell’organismo è stato il tema forte dell’intervento di Gerardo Rossi, direttore scientifico di Mineral Test che da anni si occupa di medicina ambientale. I metalli tossici, ha spiegato, si accumulano a livello cellulare fin dall’inizio della vita: mercurio, piombo, cadmio, arsenico e alluminio cominciano a depositarsi perfino già in fase intrauterina. E non è possibile eliminarli senza interventi mirati. «Con l’esame del capello, però, è possibile registrare la presenza di questi metalli nell’organismo ed è raccomandato dall’OMS per il biomonitoraggio del mercurio nelle popolazioni. Queste sostanze sono causa di malattie non per niente ha aggiunto Rossi – madre natura li aveva posizionati nel ventre della terra. Ora, secondo alcuni epidemiologi, paghiamo oggi le conseguenze, in termini di malattie, di quanto immesso nell’ambiente tre generazioni fa. Bisogna fare attenzione, stimolare soluzioni e porvi rimedio» ha aggiunto. «Questo tipo di esame è in grado di rilevare fino a 40 diversi tipi di minerali ed è utile per diagnosticare patologie altrimenti di difficile individuazione» ha spiegato ancora Rossi. Arrivando a qualche dato concreto è da segnalare il forte aumento negli ultimi anni dell’antinomio, usato come anti-fiamma nei tappeti e in molti tessuti. Piuttosto che gli elevati livelli di alluminio rintracciati nella zona del cosentino e imputabili alle vecchie batterie di pentole fatte con questo materiale che a contatto con l’acidità dei pomodori usati per le salse, lo corrodono. O, altra nota interessante, la caratteristica peculiare del piombo che dopo tre settimane non è più rilevabile.
Affascinante, a seguire, l’apporto dato al convegno da Lama Michel, monaco tibetano, che ha allargato lo sguardo a Oriente, affrontando il punto di vista della medicina tibetana, nata 1.200 anni fa dall’unione tra quella indiana ayurveda, quella antica persa e quella cinese. Un approccio più globale, profondo e meno frammentato rispetto a quello della tradizione occidentale, a partire da una visione a 360° del corpo umano. Che non punta a curare soltanto i sintomi, ad esempio soffocando il dolore che anzi viene visto come preziosa fonte di informazioni, ma a farsi carico dell’individuo nella sua interezza. Rispettando elementi come l’ambiente e la dieta, a cui tutti siamo sensibili in forma diversa. E dando grande risalto alla spiritualità intesa come percorso di cura interiore delle qualità personali «perchè l’uomo non è fatto soltanto di beni materiali, né solo di soddisfazioni sensoriali. Per questa ragione – ha osservato Lama Michel – il sentiero spirituale è fondamentale. Spesso invece al giorno d’oggi, la spiritualità intesa come percorso di trasformazione e di cura interiore è accantonata, mentre sono convinto che non sia un optional bensì una necessità per l’Uomo», ha ribadito. «Del resto sono proprio le nostre qualità interiori a farci amare veramente dagli altri. Non è sufficiente per essere felici e in pace con noi stessi fare attenzione solo all’aspetto estetico. Ci vuole anche il “trucco” interiore, che consiste, ad esempio, nell’imparare a essere più pazienti, più generosi, più solidali: per raggiungere quello stato di pace, di gioia, e d’equilibrio che tutti vorremmo avere». Il monaco tibetano ha poi concluso il suo profondo intervento citando il detto di un antico maestro: secondo il quale se vogliamo ottenere qualcosa bisogna cominciare a farla subito, da oggi in poi. Infine, a conclusione della tavola rotonda, ha preso la parola Fausto Panni, amministratore unico di Wala Italia, unica azienda in mano a una Fondazione. Secondo la filosofia che anima le scelte di Wala da 76 anni, Uomo e Natura sono completamente collegati tra loro «basti pensare all’acqua che è l’elemento principale del Pianeta, ma anche l’essenza in cui l’essere umano si sviluppa ancor prima della nascita. Per questa ragione l’azienda ha da sempre il suo focus nella natura e nei progetti e prodotti solidali – ha osservato Panni – oltre a pianificare le scelte con una visione “lunga”: infatti i nostri terreni iniziano a venire lavorati tre anni prima della coltivazione», ha aggiunto.
Nel pomeriggio si sono susseguite poi decine di workshop: meditazione, metodiche diagnostiche attraverso la tastazione del polso, ayurveda, test posturale, percorso sensoriale e corretta detersione del viso, mineral test, la risposta immunitaria attraverso le scelte alimentari, massaggio bowen, yoga, i 5 tibetani, la dentosofia e l’approccio “eco” alla terapia psicologica. Tutti seguiti da decine di persone e ripetuti a diversi intervalli, fino alle 21 circa, orario di conclusione dell’evento Be Wise.