I prodotti a filiera corta, spesso bio, piacciono sempre di più e sono amici dell'ambiente. Ecco una mappa dei migliori indirizzi da Nord a Sud
Il km zero non è soltanto la nuova frontiera del consumo responsabile, ma un modo nuovo più salutare di vivere e di nutrirsi con i prodotti della terra. E anche un sistema ottimale per sostenere strutturalmente i buoni produttori di prossimità, spesso in difficoltà perché penalizzati dalle catene della grande distribuzione. Una piccola rivoluzione silenziosa, soltanto agli inizi, ma che corrisponde ai desideri e alle esigenze di sempre più persone.
Ne è un buon esempio a Milano Eleonora Bianchi, 28 anni, laureata in Beni Culturali. Dopo aver lavorato per qualche anno in strutture culturali importanti, quando gli incarichi hanno cominciato a scarseggiare per via dei tagli e della crisi ha deciso di assecondare quella che è sempre stata una sua passione: l’alimentazione naturale, coltivata nel tempo acquistando prodotti genuini nelle cascine agricole attorno al capoluogo lombardo, la sua città. E in breve tempo è riuscita a costruire una rete di relazioni commerciali insieme ai diversi produttori con i quali si era già instaurato un rapporto di fiducia.
È iniziata così la bellissima avventura di “Cascina’s” (www.cascinas.com): un negozio chilometro zero inaugurato i primi di maggio in zona Navigli che intende essere un filo diretto tra produttore e consumatore finale, valorizzando le realtà rurali che creano autentiche prelibatezze a pochi chilometri dalla metropoli. Verdura e frutta della Cascina Gaggioli e della Cascina Resta, vino biologico della Corte Pagliari di Mantova, il latte della cascina Gavazzo dove ogni mucca è chiamata per nome, salumi e formaggi fatti come una volta, il buon pane del panificio Fratelli Longoni a lievitazione naturale con pasta madre, farine macinate a pietra e sale integrale.
Proprio in virtù della filiera cortissima (e tutti i produttori sono presentati anche sul sito cascinas.com), i prezzi di “Cascina’s” sono contenuti. «La mia ricerca in questo senso continuerà per trovare sempre il miglior rapporto prezzo/qualità e sostenere piccole aziende agricole che lavorano molto onestamente» dice Eleonora, motivata anche culturalmente al successo della sua giovane impresa. E gli auspici sono buoni, perché in totale controtendenza con i tempi di crisi economica, dappertutto in Italia i negozi km0 stanno riscuotendo un buon successo.
Ma Milano non è l’unico esempio. A Reggio Emilia già da un paio d’anni va a gonfie vele “Alimentari Point” (www.alimentaripoint.wordpress.com) primo negozio della regione con vendita di prodotti alla spina, kilometro zero e rifiuti zero dove tutto è a filiera corta e sfuso: pasta, riso, legumi, farine, vino, birra, detersivi.
Esperimento perfettamente riuscito per ridurre il consumo delle risorse e l’impatto ambientale, evitando di tornare dal supermercato e buttare nella raccolta differenziata imballaggi di vetro, plastica, cartone. «Ci siamo messi in contatto con molti coltivatori diretti, quindi la filiera è estremamente corta», racconta il titolare Paolo Boni «una garanzia, perché se il cliente non è contento si rivolge a me, e io non faccio altro che percorrere pochissimi chilometri, andando a brontolare direttamente con il produttore».
In Piemonte (Torino, Novara, Moncalieri) si sta diffondendo il primo franchising di negozi km0: si chiama “Negozio leggero” (www.negozioleggero.it) e fa parte di un progetto nato grazie a Ecologos, ente di ricerca scientifica impegnato da anni in progetti sostenibili a favore dell’ambiente che coinvolgono i cittadini e le amministrazioni con proposte concrete. A Torino è stata anche adottata la consegna sostenibile, ovvere la spesa recapitata in bicicletta.
Anche “Pesonetto” (www.pesonetto.it) a Pesaro, gestito da un gruppo creativo di amici appassionati di alimentazione naturale, è la conferma che questo tipo di negozi funziona. Tutti prodotti del territorio stoccati in spinatori, dispenser e cassette per dare la possibilità ai clienti di acquistare soltanto le quantità ottimali per il proprio fabbisogno. Consumo consapevole quindi, e compatibile con l’ambiente.
Oltre agli alimenti (pane, pasta, frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, latte e caffè, birra e vino), ai detersivi e prodotti per l’igiene personale, nel market sono in vendita anche biciclette e motorini elettrici (a catalogo). Ed è persino possibile gustare un pasto veloce e genuino pensato per l’intervallo pranzo di chi lavora e confezionato in un pacchetto al volo. Ecco un esempio: panino con prosciutto cotto e stracchino dei produttori locali, bicchiere di vino Bianchello del Metauro Doc, caffè espresso in cialda da agricoltura biologica. Totale, 4,75 euro. Incredibile, ma vero. Ci sono inoltre una zona wi fi per navigare gratuitamente in internet e un’area bimbi.
Nel 2009 la Regione Lazio, grazie ai fondi del Programma di Sviluppo Rurale, ha aperto a Roma il negozio “Lazio a Tavola” (via dei Cerchi 63, tel. 06/69921751) Oltre centocinquanta metri quadrati di prodotti regionali tipici e biologici, con 29 aziende agricole che si sono unite per dare vita a una innovativa esperienza commerciale con ricadute economiche favorevoli per i singoli produttori, perché l’unione fa la forza: più possibilità di fare fare investimenti in infrastrutture, macchinari e impianti, sviluppo di prodotti, ricerche di mercato, marketing e internazionalizzazione, consulenza, ammodernamento di aziende agricole e laboratori di trasformazione, investimenti in energie alternative.
Anche in Toscana la Regione ha da poco lanciato un bando per l’assegnazione di circa 370mila euro con l’intento di incoraggiare la piccola agricoltura locale attraverso punti vendita gestiti da associazioni di imprenditori: negozi permanenti di prodotti sfusi a km0 provenienti da aziende del territorio. Si diffonderà quindi il felice esempio di “Effecorta” (www.ecofferta.it), già collaudato a Capannori, comune virtuoso: oltre 250 prodotti locali di qualità a filiera corta acquistabili non nelle quantità imposte dal mercato, ma in base alle proprie esigenze e riutilizzando i contenitori. Un successo su tutti i fronti.
Infine a Lucera, in provincia di Foggia, sta riscuotendo molto consenso “Qui da noi” (via Appulo Sannitica 31) primo negozio cooperativo di vendita diretta in Puglia del circuito nazionale Fedagri Confcooperative, (www.confcooperativefoggia.it) che si prefigge di raggruppare aziende agricole (quelle composte da veri agricoltori) che rappresentano il vero made in Italy: con l’obiettivo di creare azioni utili allo sviluppo ecosostenibile e all’occupazione locale.