Wise Society : Guida alla sicurezza alimentare di Altroconsumo

Guida alla sicurezza alimentare di Altroconsumo

di Ilaria Lucchetti
19 Aprile 2012

I consigli per un'alimentazione corretta e informata

Metalli come l’arsenico, il cad­mio, il piombo e il mercurio sono sostanze che vorremmo evitare. La loro fama, infatti, non è delle migliori, perché sono tossiche per l’uomo e minacciano l’ambiente. Poiché, però, sono presenti nel terreno, nell’acqua e nell’atmosfe­ra a causa dell’inquinamento pro­vocato dalle attività umane come l’agricoltura, l’industria e il traffico, sono molto vicini a noi e possono trovarsi, in piccolissime dosi, nei prodotti alimentari che mangia­mo quotidianamente. Il loro accu­mulo nell’organismo può produrre effetti nocivi sulla salute.

Nell’aprile 2002 è entrato in vigo­re un regolamento europeo sulle sostanze contaminanti, che sta­bilisce i quantitativi massimi di metalli pesanti consentiti negli alimenti, differenziati per tipo­logia di alimento. Nel latte, per esempio, la legge permette una minima presenza di piombo (0,02 milligrammi per chilo), inferiore a quella consentita negli spinaci (0,3 mg/kg). La presenza dei metalli pesanti è regolamentata anche nell’acqua (potabile e minerale).

Tutti tranne uno. Il regolamento purtroppo non ha preso in considerazione l’arsenico, che resta senza limiti di legge. Fino a oggi, infatti, in Europa non esi­ste una normativa unica che fissi limiti precisi sui livelli di arseni­co presenti nei cibi. Eppure, l’ali­mentazione è la fonte principale di assunzione di questo metallo e il consumo di arsenico inorga­nico, a lungo termine, è associato a problemi di salute come lesioni della pelle, malattie cardiovascola­ri e alcune forme di tumore.

L’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, è stata chiamata a va­lutare i rischi per la salute legati alla presenza di arsenico negli alimenti in previsione di una fu­tura regolamentazione a livello europeo. Attualmente, solo alcuni paesi hanno una legge sull’arseni­co, per esempio la Gran Bretagna. In Italia, invece, non esiste alcuna legge a riguardo, sebbene sia ne­cessaria: come dimostrano le no­stre analisi, l’arseni­co è presente in alcune categorie di cibi che fanno parte a pieno ti­tolo della nostra dieta, come il pe­sce. Certo, i quantitativi riscontrati non sono mai preoccupanti per un adulto, ma in alcuni casi, in parti­colare nei molluschi, raggiungono o a volte superano i limiti giorna­lieri raccomandati per i consuma­tori più piccoli. Per questo non si può più sottovalutare il problema e bisogna al più presto imporre dei limiti precisi sugli alimenti.

In generale, soprattutto in presen­za di bambini piccoli e di donne in gravidanza, bisogna evitare un consumo eccessivo di tutti gli ali­menti maggiormente esposti alla contaminazione da metalli pesanti.

Un buon espediente, che vale sempre, per mettersi al sicuro è quello di osservare una dieta equilibrata e non monoto­na, variando anche il consumo di frutta e verdura.

Se si mangia spesso pesce, ne vanno alternati i tipi, ricordando che i pesci di grandi dimensioni come spada e tonno sono quelli in cui si accumulano invece i residui di mercurio, mentre i molluschi, come cozze e vongole, sono più a rischio di contenere arsenico.

Bisogna lavare con attenzione frutta e verdura prima del consumo: il passaggio sotto l’acqua corrente aiuta a eliminare alcuni metalli pesanti che si depongono sulla superficie.

Importante anche assicurarsi che le tubature di casa, in particolare quelle delle parti comuni, siano di materiali inerti e non di piombo. In caso di dubbi, è vostro diritto chiedere all’amministratore di effettuare verificare.

Utile anche tenere d’occhio l’igiene e i metodi di conservazione dei cibi. Oltre ad evitare additivi e conservanti sospetti.

Ma, in aggiunta all’arsenico, come visto sopra, ci sono altri pericoli che possono arrivare sulle nostre tavole.

Il mercurio, ad esempio. Si tratta di un metallo pesan­te che proviene in buona parte dai residui di attività industriali e dall’utilizzo di combustibili fossili. Ed è presente nei pesci, soprattutto quelli di grandi dimensioni, che ne costituiscono la principale via di assorbimento nell’organismo.

I vegetali, invece, non hanno questo problema.

Questo metallo assorbito dall’in­testino si accumula nel cervello e, a livelli elevati, è neurotossico, soprattutto per il cervello dei bam­bini, ancora in via di sviluppo. Infatti, per i bambini tra 7 e 12 anni si suggerisce un tetto di 50 grammi alla settimana, superato il quale si può incorrere in una sovraesposizione nociva.

Le donne in gravidanza e allat­tamento invece non devono consumare più di 100 grammi alla settimana di pesci predatori di grandi dimen­sioni (tonno, spada, palombo, ecc).

Passando ad un altra sostanza, il cadmio, viene assorbito principal­mente attraverso l’alimentazione, in particolare con il consumo di cereali e nella carne, ma in quantitativi molto bassi. E alimentazione a parte, attraverso il fumo di sigaretta.

E’ un elemento è molto tossico per i reni e, assunto in quantità elevate, può provocare gravi disfunzioni a questi organi. Provoca anche una demineralizzazione delle ossa ed è considerato un elemento cancero­geno per l’uomo.

Un altro metallo sotto controllo è il piombo. Per ridurre l’impatto sull’ambien­te e sull’uomo, è stato eliminato dai combustibili e so­stituito come componente nei tubi degli impianti idraulici e del­le saldature delle lattine per be­vande. Si trova però ancora nell’uso delle industrie siderurgiche ed è presente nelle batterie.

Le principali fonti di assun­zione con la dieta sono i cereali, i vegetali a foglia e l’acqua potabile.

La buona notizia è che lavando bene frutta e verdura sotto l’acqua corrente, si elimina dal 50 al 70% del piombo presente in superficie. Però, quando viene ssunto dall’organi­smo, finisce nel sangue, nei tessuti molli e nello scheletro, dove rima­ne per decenni. La tossicità si manifesta so­prattutto a carico dei sistema nervoso centrale, con riduzione del quoziente intellettivo. Sono più vulnerabili i bambini. A rischio anche le donne in gravidanza: il metallo infatti attraversa la placenta e passa al feto.

Per chi volesse saperne di più, Altroconsumo ha messo a punto una guida completa ed esaustiva per imparare a destreggiarsi tra i vantaggi e i rischi connessi al cibo.

 

 

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