Lo rivela uno studio pubblicato sul Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition. Il latte d’asina è il latte di mammifero più vicino come composizione al latte umano.
Il latte umano è il nostro primo alimento, anche per i prematuri che, in Italia, sono quasi l’otto per cento dei bambini che vengono alla luce ogni anno. Dati i loro particolari fabbisogni nutrizionali, il latte da dare loro deve essere fortificato con nutrienti, soprattutto proteine da latte vaccino, che spesso però risultano mal tollerate da un intestino comunque più fragile rispetto a quello dei neonati a termine. Un’«intolleranza» a cui si può però porre rimedio scegliendo un’altra varietà: il latte d’asina, considerato da sempre il più simile a quello umano.
Latte d’asina: il Cnr dà l’ok per i neonati prematuri
A confermare l’indicazione del latte d’asina anche per i nati prematuri è uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Cnr di Torino (Cnr-Ispa) e dall’equipe di terapia intensiva neonatale universitaria dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino e pubblicato sul «Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition».
La ricerca è durata due anni e ha valutato l’adeguatezza nutrizionale del nuovo prodotto in una popolazione di neonati gravemente prematuri. Lo studio ha interessato 156 nati prematuri di peso ed età alla nascita molto bassi: venuti alla luce prima della trentesima settimana di gestazione, con un peso inferiore a 1,5 chili. «Metà dei bimbi hanno ricevuto per 21 giorni latte umano con un fortificatore a base di latte d’asina, gli altri quello standard a base vaccina – afferma Enrico Bertino, direttore della terapia intensiva neonatale dell’Università di Torino -. Essendo i prodotti differenti, le due diete sono state modulate per avere lo stesso apporto nutritivo. Lo studio clinico ha mostrato che gli episodi di intolleranza alimentare erano 2,5 volte inferiori nei soggetti che assumevano il prodotto a base di latte d’asina. In particolare, sono risultati ridotti gli episodi di vomito e di ristagno biliare nello stomaco, indice di malfunzionamento intestinale.
Prodotti sicuri e analoghi ai sostituti in commercio
«Studi recenti avevano già evidenziato che quello d’asina è il latte di mammifero più vicino come composizione al latte umano. Da qui è nata l’idea di provarlo come integratore del latte materno», dichiara Laura Cavallarin, ricercatrice Cnr-Ispa. La prima fase del progetto ha previsto il disegno e la produzione del fortificatore sperimentale. Sono stati ottenuti due concentrati di latte d’asina, con tenore proteico e calorico uguale ai corrispondenti prodotti a base di latte vaccino disponibili in commercio, rispettando la normativa vigente in materia di alimenti per infanzia e garantendone la sicurezza microbiologica.
«Il risultato finale è importante sia per il raggiungimento precoce di una completa alimentazione per via orale, obiettivo chiave nell’assistenza dei prematuri nelle terapie intensive neonatali per un loro più rapido ritorno a casa, sia perché, in queste fasi, condiziona lo stato di salute nell’adolescenza e in età adulta», conclude la ricercatrice.
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