Si chiama Denovoskin e viene ricreata in laboratorio a partire da cellule di epidermide e derma dello stesso paziente. Daniela Marino, ceo del progetto: "potremo offrire una soluzione valida a milioni di pazienti nel mondo”.
Pelle umana personalizzata, ricreata in laboratorio a partire dalla cellule dello stesso paziente. È questa l’ambiziosa, ma già avviata e collaudata, ricerca portata avanti da Cutiss, startup svizzera capitanata dall’italiana (siciliana di Canicattì per l’esattezza) Daniela Marino.
La pelle ingegnerizzata che si chiama denovoSkin viene creata in laboratorio a partire dalla coltura di cellule di epidermide e derma estratte da un campione piccolissimo di pelle e poi combinate con un idrogel in modo da formare un sostituto cutaneo a due strati. A partire da circa 3 cm2 di tessuto, è possibile ottenere una superficie ampio decine di volte la quantità prelevata, che può essere poi trapiantata sulle parti alterate, ustionate, lese. Un sistema in grado di dare grandissimi risultati nell’ambito della medicina rigenerativa nel caso di ustioni, malattie della pelle, tumori e incidenti.
«La ricerca sulla pelle ingegnerizzata – spiega Marino – è cominciata nel 2001 al Tissue Biology Research Unit (TBRU), un laboratorio dell’ospedale universitario pediatrico di Zurigo (KISPI). Lì, per rispondere al bisogno di innovazione nel campo del trattamento delle ustioni di terzo grado, si cominciò a lavorare su denovoSkin, un innesto ingegnerizzato dermo-epidermale umano. Io mi sono unita al TBRU come ricercatore postdoc, dopo il mio dottorato alla ETH Zurich. Inizialmente lavoravo su i vasi del sangue e linfatici, poi sono stata coinvolta in un FP7 EU grant che ci ha permesso di finanziare i primi test su umani. A quel punto, ho capito che bisognava dare una spinta in più al progetto ed è così che è nata Cutiss».
Una startup giovane che si è, però, già guadagnata l’attenzione di investitori privati che permetteranno nei prossimi anni la creazione dei macchinari giusti per creare la pelle personalizzata “su larga scala”.
«Siamo adesso in fase clinica 2, la fase 1 è stata completata su 10 bambini all’ospedale pediatrico di Zurigo. Abbiamo già cominciato a lavorare alla creazione di macchinari che permetteranno la manifattura automatica di denovoSkin tra un paio di anni. Automazione renderà possibile produrre tanto , bene, velocemente e con costi più bassi». Ma la strada non è certo semplice, ed è costellata da ostacoli.
«È un progetto lungo e molto costoso – dice Marino – per andare sul mercato ci vuole l’approvazione di Swissmedic, EMA e FDA (CH, EU, US) e poi anche la possibilità di essere rimborsati dal sistema sanitario. L’obiettivo principale, nel medio termine, è quello di completare la fase 2, avere un prototipo del macchinario e aprire il nostro centro di produzione. Al momento, infatti, produciamo in UNI, alla Fondazione Wyss che ha messo a disposizione i locali, ma abbiamo spazi molto ristretti. Di fatto, ci serve pensare in grande e agire in grande se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi e l’anno prossimo dovremo raccogliere ulteriori fondi. È innegabile che gli ostacoli ci sono, ma l’opportunità è davvero unica: offrire una soluzione valida a milioni di pazienti nel mondo».