Secondo uno studio pubblicato su Lancet l'83% dei ragazzi ha dichiarato di essere insoddisfatto delle misure mese in atto dai governi per fronteggiare la crisi climatica
Le giovani generazioni sono sempre più preoccupate per gli effetti devastanti del cambiamento climatico e sono insoddisfatte delle iniziative che i Governi stanno mettendo in atto per rispondere a questa emergenza globale. Questo disagio si manifesta nei termini di una vera e propria “ansia climatica”, detta anche solastalgia, che influisce in maniera negativa sulle attività quotidiane di bambini e ragazzi. A scattare questa fotografia è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet.
Giovani e ansia climatica: un po’ di dati
Lo ricerca ha raccolto dati inerenti i pensieri e i sentimenti dei partecipanti sul cambiamento climatico e sulle risposte del governo al cambiamento climatico. Nello specifico, sono state calcolati dati statistici per analizzare ogni aspetto dell’ansia climatica correlandoli a pensieri e sentimenti relativi alle azioni messe in campo dai governi per fronteggiare il riscaldamento globale.
Nell’ambito del progetto sono stati intervistati 10.000 giovani di età compresa tra 16 e 25 anni provenienti da dieci paesi (Australia, Brasile, Finlandia, Francia, India, Nigeria, Filippine, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti; 1000 partecipanti per paese).
Dalle risposte degli intervistati è emerso – in maniera indistinta in tutti i Paesi – come il 60% dei giovani sia “estremamente preoccupato” per l’inefficacia delle misure introdotte per fronteggiare il climate change, mentre l’84% sia “moderatamente preoccupato”. Inoltre più del 50% del campione ha affermato di aver provato tristezza, ansia, rabbia, impotenza, senso di colpa pensando alla questione climatica.
Un disagio che che influenza la vita quotidiana
Secondo lo studio, inoltre, più del 45% degli giovani ha affermato che i propri sentimenti riguardo al cambiamento climatico hanno avuto un impatto negativo sulla vita quotidiana. Molti ragazzi hanno precisato come nella maggior parte dei casi i loro pensieri sul cambiamento climatico siano pessimistici e negativi. Solo per fare un esempio, il 75% del campione ha definito il futuro “spaventoso”.
Insoddisfazione nei confronti dei Governi
Uno degli temi che suscita maggiore sconforto tra le giovani generazioni, spiega lo studio, è in particolare l’azione dei governi per contrastare il cambiamento climatico, che risulta insufficiente e inadeguata. “Gli intervistati – si legge nella ricerca – hanno valutato negativamente le risposte del governo al climate change e hanno riferito di provare più frequentemente sentimenti di tradimento rispetto a quelli di rassicurazione”.
Ansia climatica, un fenomeno complesso
Un altro aspetto emerso con forza dalla ricerca è la complessità dell’ansia climatica. Questo fenomeno, spiegano i ricercatori, spesso è declinato in modo costruttivo e, sebbene sia angosciante per chi la prova, ha comunque una base razionale, non configurandosi come una malattia mentale. L’ansia è infatti, come sottolinea lo studio, un’emozione che ci avverte del pericolo, che quindi ci stimola a cercare maggiori informazioni su un determinato fenomeno per poi trovare potenziali soluzioni.
“In situazioni minacciose e incerte come la crisi climatica – spiegano i ricercatori – questa risposta può essere vista come quella che viene definita ansia pratica, ovvero quell’ansia caratterizzata all’effetto benefico di portare le persone a rivalutare il proprio comportamento per reagire in modo appropriato a una problematica”.
Naturalmente anche se l’ansia climatica può avere dei risvolti positivi intesi nei termini di uno stimolo costruttivo a cercare in modo attivo delle soluzioni al problema, questo fenomeno è allo stesso tempo estremamente complesso e privo di una soluzione chiara, diventando facilmente diventare troppo intensa e persino opprimente. Per questo, spiega lo studio, è fondamentale non sottovalutarlo e cercare di intervenire in modo mirato.
Monica Giambersio