Fake news, diagnosi fai da te e acquisto di farmaci online sono diventati una vera piaga sociale. A maggior ragione per gli uomini, da sempre restii a rivolgersi al medico, se non in presenza di sintomi di una certa importanza. Ma quali sono le cose da sapere e quali i miti da sfatare per evitare inutili rischi e rimanere in salute? I consigli del professor Bernardo Rocco, membro del Comitato scientifico di Fondazione Umberto Veronesi
Otto uomini su dieci non vanno dal medico se non in presenza di sintomi di una certa importanza, complice un rapporto con la malattia che spesso vivono come un tabù. Questo rende molto difficile effettuare diagnosi precoci, spesso l’unica arma efficace, insieme alla prevenzione, contro alcune patologie, quali, per esempio, il tumore alla prostata, alla vescica e al testicolo, che ogni anno in Italia interessano rispettivamente 36 mila, 25 mila e 2.300 uomini.
Numeri non da poco che potrebbero essere ridotti notevolmente se si riuscisse ad agire in maniera più efficace – e l’emergenza Covid certo non aiuta, anzi – a livello di prevenzione. Dal 2003 novembre è il mese dedicato proprio alla prevenzione e alla sensibilizzazione nei confronti della salute maschile con una serie di iniziative promosse a livello globale dal movimento Movember (dall’unione dei termini inglesi: moustache, ovvero baffi, e November).
Ma quali sono le cose da sapere, da dove viene la ritrosia maschile a fare visite di controllo preventive e quali in consigli utili? Ne abbiamo parlato con il professor Bernardo Rocco, direttore della Struttura complessa di Urologia all’Azienda ospedaliera-universitaria di Modena e membro del Comitato Scientifico di Fondazione Umberto Veronesi, quest’ultima in prima linea con il Progetto SAM – Salute al Maschile, iniziativa tesa da qualche anno a raccogliere fondi per finanziare svariati progetti di ricerca e sensibilizzare in ambito prevenzione.
Perché secondo lei gli uomini trascurano la propria salute e sono poco attenti alla prevenzione?
Prendiamo come esempio il confronto con la donna. Per la donna il contatto con il ginecologo avviene fin dalla giovane età, per motivazioni fisiologiche, prima le mestruazioni, poi la gravidanza. La vita dell’uomo non è scandita da questi momenti. Il bambino cresce, passa dalla fanciullezza all’adolescenza e poi all’età adulta senza cogliere i cambiamenti del proprio corpo. L’abolizione della visita di leva ha tolto poi uno dei pochi momenti in cui l’uomo, asintomatico, incontrava per la prima volta il medico. Ne risulta che spesso l’uomo trascura tutto ciò che contribuisce alla sua salute, cioè la prevenzione e lo stile di vita sano.
Questo ha conseguenze anche sulla possibilità di intercettare per tempo certi tipi di tumore…
Certo. Questo è evidente per il tumore della prostata – ogni anno in Italia vengono diagnosticati 36.000 nuovi casi di persone con questo tumore – che in genere non dà sintomi nella fase iniziale. È solo attraverso la visita con l’urologo che si può impostare un programma di diagnosi precoce ritagliato ad hoc sul paziente, che tiene conto dell’età, delle condizioni di salute, dei suoi esami, fra cui, come noto, il PSA. Quanto più la diagnosi è precoce, minore è la quantità di trattamenti richiesti per combattere il tumore, e quindi minore sarà l’impatto sugli aspetti funzionali e sulla qualità della vita.
Quali sono le patologie maschili più frequenti che potrebbero essere evitate o curate con maggiore efficacia con una diagnosi tempestiva?
Ci sono malattie urologiche che possono essere prevenute. Penso, ad esempio, alla calcolosi renale, la cui prevenzione si basa sulla abbondante idratazione. Penso poi ai disturbi dell’erezione, per i quali uno stile di vita sano e l’astinenza dal fumo possono realmente prevenirne la comparsa. Per quanto riguarda i tumori urologici, il concetto di prevenzione è imprescindibile da quello di diagnosi precoce: mi riferisco al tumore della prostata, ma anche a quello del testicolo – la cui diagnosi interessa ogni anno quasi 2.300 ragazzi – e a diversi tumori dell’apparato urinario, con oltre 25.000 nuove diagnosi all’anno.
Anche affrontare il tema delle malattie sessualmente trasmissibili è quanto mai importante…
Certamente. Utilizziamo il caso eloquente del papillomavirus (HPV): stesso virus, sia nell’uomo che nella donna, analogo possibile decorso verso la trasformazione in forme precancerose e poi cancerose. L’associazione fra HPV e tumore della cervice uterina è nota, tanto che per le ragazze oggi viene offerta la vaccinazione gratuita, proprio per evitare la trasformazione verso quel tumore che tuttora conta circa 2.300 nuove diagnosi all’anno in Italia. L’associazione con il tumore del pene nell’uomo, seppure comprovata e riportata dalle linee guida internazionali, è invece poco conosciuta; la prevenzione – attraverso l’attività sessuale protetta – viene trascurata e la vaccinazione è volontaria, quindi lasciata alla libera scelta del ragazzo. Gli agenti trasmissibili per via sessuale poi – come la Clamidia, il Micoplasma, il Trichomonas Vaginalis, la Neisseria Gonorrhoeae – sono responsabili di sintomatologia genitale dolorosa, che può spaziare dalle “semplici” uretriti (infiammazione dolorosa dell’uretra peniena, con prurito e secrezioni) a quadri più severi e persistenti come l’epididimite – nel giovane spesso associata a Gonorrea e Clamidia – o alla prostatite. Proprio per questi motivi, per favorire la corretta informazione e la prevenzione, è raccomandata la visita urologica fin dall’età giovanile.
Forse c’è molta disinformazione al riguardo, soprattutto fra i giovani, e si pensa erroneamente che certe malattie sessualmente trasmissibili siano perfettamente controllabili…
Citando la professoressa Mussini, professore ordinario e direttore dell’Unità operativa di malattie Infettive e tropicali di Modena, “la scienza ha fatto passi da gigante per il trattamento dell’infezione da Hiv e oggi sono disponibili farmaci che consentono l’abbattimento della viremia e la possibilità di vivere una vita sessuale sicura, se la malattia è sotto controllo”. Questo però non significa potere abbandonare il concetto di prevenzione: ricordiamoci che prevenire una malattia come questa è comunque più semplice che curarla, e solo la meticolosa e perenne aderenza alla cura assicura il risultato terapeutico.
Sempre in tema di Hiv, sembra essere piuttosto diffusa fra i giovani l’idea che si possa non usare il profilattico nei rapporti sessuali grazie all’utilizzo della PrEP…
La PrEP rappresenta la profilassi pre-esposizione nel paziente sieronegativo che può essere esposto a contatti sessuali a rischio. Previene la trasmissione dell’Hiv ma non dalle altre malattie sessualmente trasmissibili: pertanto l’utilizzo della PrEP si deve inserire in un concetto di salute sessuale che comprende sempre l’utilizzo del preservativo nei rapporti a rischio.
Bisognerebbe forse partire dall’educazione sessuale nelle scuole e anche i genitori dovrebbero forse essere più pronti ad affrontare nel giusto modo queste tematiche con i propri figli…
Certamente. L’educazione è la base della prevenzione. Bisogna evitare in ogni modo che le informazioni vengano raccolte in rete, dove spesso viene svilita l’importanza delle condizioni mediche a trasmissione sessuale… dove vengono offerte possibilità di prevenzione o di cura “facili” o a basso costo ma alle volte prive di fondamenti scientifici.
Un altro problema molto serio riguarda l’acquisto dei farmaci online, uno fra tutti il Viagra, che possono avere conseguenze anche molto serie sullo stato di salute delle persone…
Tutti sanno cos’è il Viagra, ma pochi sanno che la prescrizione deve essere effettuata da un medico proprio perché la concomitanza con alcune malattie – anche frequenti – o con le loro terapie può avere effetti molto seri sulla salute. La scelta di acquistare farmaci online va fatta con molta cautela: occorre conoscerne la preparazione, la posologia, gli eccipienti, per non incorrere in effetti indesiderati o, viceversa, aspettative di efficacia disattese. Solo attraverso la visita urologica, lo ribadiamo, può giungere al paziente la corretta informazione, si può valutare l’efficacia delle terapie in atto, si possono aggiustare posologia o modalità di somministrazione.
Per concludere, quali consigli si sente di dare ai giovani e in generale agli uomini?
Come prima cosa dire avere una dieta varia ed equilibrata, povera di grassi, accompagnata da abbondante idratazione per salvaguardare la salute dei reni. Il consumo di alcool va limitato se non del tutto abolito, per l’alterazione che può indurre sulla produzione e sul numero di spermatozoi. Fare l’esercizio fisico e non fare vita sedentaria.
Altra cosa molto importante: abolire il fumo, di qualsiasi tipo, considerato la causa principale del tumore della vescica e a cui è attribuibile il 40% dei casi di tumore del rene nei maschi. Questa brutta abitudine è anche strettamente connessa alla disfunzione erettile, malattia che affligge fino al 50% della popolazione maschile. È stato riscontrato che l’astensione dal fumo migliora molto rapidamente l’irrorazione ai corpi cavernosi, responsabili dell’erezione: il fumatore deve correre ai ripari il prima possibile perché il danno sia reversibile e possano, quindi, migliorare rapidamente le proprie condizioni fisiche e funzionali.
Poi direi, cercare di mantenere sotto controllo i fattori di rischio associati alla sindrome metabolica, quali obesità, ipertensione arteriosa, dislipidemia, diabete. Questi fattori hanno mostrato un’associazione con l’ipertrofia prostatica e la sua sintomatologia; l’obesità per esempio correla con i disturbi dell’apparato urinario, favorendo in alcuni casi l’incontinenza, mentre il diabete poco controllato può predisporre ad alterazioni della funzionalità della vescica. Alcune singole componenti della sindrome metabolica correlano poi al rischio di sviluppare tumore della prostata: è il caso dell’ipertensione arteriosa o della circonferenza corporea (superiore ai 102 centimetri), che sono risultati associati ad un maggiore rischio di sviluppare tumore prostatico.
Fondamentale è anche il benessere della salute sessuale: prevenzione, sicurezza, informazione. Alcune malattie sessualmente trasmesse possono dare disturbi persistenti dell’apparato genitale maschile e correlare con la progressione a forme neoplastiche: il caso più evidente è quello dell’associazione fra infezione da papillomavirus (HPV) e tumore del pene. Meno eclatante e nota, la correlazione fra gonorrea ed aumento dell’incidenza del tumore prostatico. Insomma, occorre porre la massima attenzione fin da giovani per preservare il benessere uro-genitale futuro.
Infine, ma forse il punto più importante, instaurare quanto più precocemente un rapporto con l’urologo di fiducia, che attraversa tutte le epoche della vita dell’uomo. Il giovane deve apprendere dal medico – e non da Internet – dell’esistenza delle malattie dell’apparato uro-genitale, deve sapere come proteggersi dalle malattie sessualmente trasmesse e quali sono le modalità di contraccezione. L’uomo adulto deve avere una figura di riferimento costante, senza dovere ricorrere a visite urgenti solo all’insorgenza dei sintomi. Il rapporto con l’urologo deve instaurarsi quanto più precocemente per realizzare appieno la prevenzione, la diagnosi precoce, la cura ottimale delle malattie urologiche e genitali.
Vincenzo Petraglia