L'obiettivo di debellare l’Aids è tra i Global goals dell’Agenda 2030, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Ecco un po' di dati sul tema e qualche mito da sfatare
Ricorrenze come queste ci regalano sempre almeno un’opportunità. Quella di riflettere e approfondire tematiche che riteniamo assodate nella conoscenza o lontani rischi alla nostra vita. Hiv e Aids sono emblematici da questo punto di vista: seppur le campagne di informazione e prevenzione informano da decenni i cittadini in ogni angolo del Pianeta, l’obiettivo di debellare l’Aids è auspicato in un futuro, tra i Global goals dell’Agenda 2030. Il primo dicembre sarà la Giornata internazionale per la lotta contro l’Aids e quest’anno il focus è incentrato sulla leadership delle comunità per sottolineare l’impatto fondamentale che le comunità hanno avuto nel dare forma alla risposta all’Hiv.
Hiv e Aids: i contagi in Italia e nel mondo
I dati più recenti sulle nuove diagnosi di infezione da HIV e dei casi di AIDS nel nostro Paese sono stati recentemente pubblicati dal Centro operativo AIDS (COA) dell’Istituto superiore di sanità (ISS), insieme a Ministero della Salute e sono relativi all’anno 2022. Riguardo all’Hiv emerge che:
- 1.888 nuove diagnosi di infezione da Hiv, l’incidenza è di 3,2 nuove diagnosi ogni 100 mila residenti: dopo una diminuzione dell’incidenza dal 2012 al 2020, si nota un aumento nel periodo post pandemico;
- dal 2015 è aumentato il numero di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da Hiv (con bassi CD4 o in AIDS);
- nel 2022 quasi la metà delle persone con nuova diagnosi HIV effettua il test HIV in seguito alla presenza di sintomi o patologie correlate; tale proporzione è aumentata rispetto agli anni precedenti;
- rispetto alla media europea di 5,1 casi ogni 100 mila residenti, l’Italia si colloca al di sotto delle stime di Europa occidentale e Unione europea.
Riguardo i casi di Aids, invece:
- Nel 2022, sono state notificate 403 nuove diagnosi di AIDS, pari a un’incidenza di 0,7 per 100.000 residenti;
- il totale delle diagnosi notificate in Italia a partire dalla prima nel 1982, è di 72.556 casi;
- aumenta l’età media della diagnosi: oggi è 46 anni per i maschi e 44 per le femmine.
I contagi nel mondo
L’Organizzazione mondiale della sanità ha aggiornato i dati disponibili evidenziando che l’obiettivo di eliminare l’Aids sia lontano dalla sua effettiva realizzazione. L’Hiv è infatti ritenuto ancora un problema di salute pubblica globale responsabile della morte di 40 milioni di persone nel mondo. La trasmissione è presente in tutti i Paesi, in alcuni casi con tendenza in aumenti.
Cosa sapere sul tema: il “glossario dell’Aids”
Cause, sintomi, trasmissione e cure disponibili: tutto quello che dobbiamo conoscere sulla Sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) la quale rappresenta lo stadio clinico terminale dell’infezione causata dal virus dell’immunodeficienza umana (Hiv).
Hiv
L’Hiv (Human immunodeficiency virus) è un virus che attacca il sistema immunitario o, meglio, i globuli bianchi del tipo linfociti CD4. La risposta immunitaria indebolita consente, di conseguenza, non rispondere efficacemente agli attacchi di altri virus, batteri funghi, tumori nell’organismo. Proprio per questo motivo, è possibile vivere per anni senza evidenti sintomi e accorgersi del contagio solo al manifestarsi di una malattia opportunistica. A oggi si può individuare l’infezione attraverso un test Hiv.
I sintomi variano a seconda della fase di progressione della malattia: si può passare dall’assenza di sintomi a effetti simil influenzali come febbre, mal di testa, rash cutanei. Si possono aggiungere col passare del tempo tosse, perdita di peso, diarrea.
Test Hiv
Esistono diversi test per rilevare l’infezione da Hiv e forniscono risposte in tempi diversi:
- test che ricercano gli anticorpi anti-Hiv su sangue sono in grado di individuare l’avvenuta infezione dopo 3-4 settimane: il periodo finestra dall’ultimo comportamento a rischio è di 90 giorni;
- test combinati ricercano gli anticorpi anti-HIV su sangue prodotti dall’individuo e parti di virus (l’antigene p24) con efficacia già dopo 20 giorni: il periodo finestra è di 40 giorni dall’ultimo comportamento a rischio;
- test rapidi su sangue e saliva che, in caso di risultato dubbio o positivo, vanno confermato dai sistemi precedenti.
I test Hiv si eseguono nei Centri diagnostico-clinici Aids presenti in tutta Italia.
Aids
La sindrome da immunodeficienza acquisita si manifesta quando il sistema immunitario è fortemente indebolito dall’infezione dell’Hiv: il soggetto è infatti compromesso dalla presenza di altre malattie e infezioni opportunistiche.
Profilassi Pre-esposizione (PrEP)
La PrEP indica l’assunzione di farmaci antiretrovirali prima di un rapporto sessuale o di un comportamento a rischio: è indicata in persone senza Hiv per prevenire il contagio, è disponibile in Italia come farmaco generico e la spesa è a carico del cittadino.
Profilassi Post esposizione PEP
La PEP indica l’assunzione di farmaci antiretrovirali dopo un rapporto sessuale o di un comportamento a rischio allo scopo di ridurre il contagio da Hiv. La terapia va assunta entro 72 ore ma non esclude in toto il rischio di infezione.
Sieropositività
Il termine nasce non specificatamente per essere associato all’infezione dell’Hiv in quanto riguarda ogni situazione di risultato positivo in cui è rilevata la presenza di un anticorpo reattivo a un determinato antigene. Con la diffusione delle informazioni sull’Aids, il termine è riferito all’esito positivo di un test per individuare la presenza dell’anticorpo per il virus dellHiv.
Terapia antiretrovirale
Per trattare l’Hiv abbiamo a disposizione la terapia antiretrovirale che prevede l’assunzione quotidiana di farmaci che impediscono al virus di moltiplicarsi e che che riducono, così, anche le possibilità di trasmissione della malattia. La terapia antiretrovirale aiuta il sistema immunitario a difendere i linfociti CD4 e resistere in questo modo agli attacchi di altri patogeni. Le terapie antiretrovirali permettono di avere una aspettativa di vita più lunga pur nella cronicità di questa infezione.
Condom, femidom e dental dom
In ambito di prevenzione da contagio del virus dell’Hiv, le persone possono adottare alcuni strumenti che possono ridurre notevolmente le possibilità di contagio e contrastare la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili. Le più importanti sono:
- Il condom, il preservativo maschile: indossato correttamente a inizio rapporto penetrativo protegge da una gravidanza indesiderata e dall’Hiv e offre una valida protezione dalle altre infezioni sessualmente trasmissibili.
- Il femidom, il preservativo femminile: indossato correttamente a inizio rapporto penetrativo preservativo femminile, protegge da una gravidanza indesiderata e dall’HIV e offre una valida protezione dalle altre infezioni sessualmente trasmissibili. Si tratta di una membrana che permette la protezione esterna dei genitali e interna evita il contatto diretto tra genitali in presenza di secrezioni.
- Il dental dam è un fazzoletto di lattice che utilizzato tra la bocca e la vagina o l’ano durante il sesso orale, protegge – non al 100% – dallo scambio di secrezioni infette.
Falsi miti sull’Hiv
Alcune credenze sbagliate rendono più difficile sensibilizzare sui rischi per la salute del virus Hiv e ostacolano una corretta prevenzione. Eccone alcune.
- Negli anni ‘90 la paura del contagio da Hiv ha raggiunto livelli di psicosi. Non è, infatti, a partire dal contatto epidermico, dagli abbracci ad esempio, che si trasmette l’Hiv. Nemmeno da secrezioni quali saliva, sudore, lacrime e urina. L’hiv non si contrae frequentando ambienti in cui è presente una persona sieropositiva. E’ importante invece ribadire quali sono le vie di trasmissione da considerare sono:
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- trasmissione per via sessuale tramite rapporti penetrativi vaginali, anali, rapporti orali non protetti;
- trasmissione via sangue infetto tramite utilizzo di siringhe infette, contatto diretto tra ferite insanguinate profonde;
- trasmissione madre-figli durante la gravidanza, il parto e l’allattamento al seno quando la madre è sieropositiva.
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- Hiv e Aids non sono la stessa cosa. Il virus dell’Hiv è causa della malattia dell’Aids. Nell’Aids l’infezione comporta l’indebolimento del sistema immunitario al punto da non poter intervenire dall’attacco di altri patogeni opportunistici.
- Per quanto non esista ancora una cura definitiva per l’infezione da hiv, oggi si può vivere a lungo e in modo sano.
Rosy Matrangolo