Wise Society : Mario Marino: «la crioterapia sistemica per vivere bene e a lungo»
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Mario Marino: «la crioterapia sistemica per vivere bene e a lungo»

di Lucia Fino
27 Marzo 2021

Le applicazioni della terapia del freddo sono molteplici. Una pratica all'avanguardia che consente al corpo di guarire prima e meglio. Ne parliamo col Ceo di Cryosicura, eccellenza del settore

Una full-immersion a temperature glaciali che promette benessere e bellezza. Crioterapia sistemica, questo è il nome della “fredda” pratica, ancora forse poco conosciuta ma molto usata nel wellness ad alto livello, come quello legato allo sport, in quello dell’estetica e nella riabilitazione. Di questo argomento parleremo con Mario Marino, CEO della Cryosicura che ha creduto e scommesso in questo mercato portando in Italia il meglio delle tecnologie criogeniche esistenti sul panorama mondiale.

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Mario Marino, CEO di Cryosicura, azienda pioniera nel campo della crioterapia sistemica.

Cos’è la crioterapia sistemica e quali sono le caratteristiche che la rendono diversa?

Quando parliamo di “crioterapia sistemica” stiamo parlando di una metodica molto conosciuta soprattutto nell’ambito medico-sportivo e della riabilitazione. Consiste nell’esporre tutta la superficie corporea ad un freddo molto intenso per un tempo massimo di 3/5 minuti. Lo shock termico generato costringe l’organismo a innescare alcuni meccanismi di difesa che a cascata producono grande beneficio sia dal punto di vista medico che del benessere generale.

Purtroppo c’è ancora poca informazione corretta sull’uso e sulle applicazioni di questa straordinaria terapia. Vorrei innanzitutto fare una premessa che può aiutare a fare chiarezza. La letteratura scientifica è ricca di innumerevoli pubblicazioni mediche a favore della crioterapia sistemica e dei benefici con essa ottenuti nelle varie patologie. Tutti gli studi sono stati condotti utilizzando esclusivamente “Criocamere “Total Body” in quanto sono ritenute idonee a generare lo shock termico necessario ad attivare i benefici. Nessuno studio, ad oggi, risulta essere stato effettuato sulla crioterapia parziale generata dalle criosaune ad azoto, quelle per intenderci in cui la testa della persona che si sottopone al trattamento rimane fuori. Uno studio di comparazione, in particolare, mettendo a confronto gli effetti sul corpo umano delle due tecniche (Study by Dr Hausswirth, 2013, France) ha rilevato che l’abbassamento della temperatura corporea, maggiore e più uniforme, nelle criocamere Total Body è associato con l’attivazione del sistema nervoso centrale (SNC) e del sistema nervoso autonomo (SNA). Si ha nell’organismo un maggiore rilascio di norepinefrina, modulatore dell’infiammazione, e di endorfine, le cosiddette molecole del buonumore con effetto antalgico, antidolore».

Voi siete un’azienda pioniera che ha sviluppato e perfezionato sia gli standard di sicurezza che quelli delle “performance” delle apparecchiature…

La Mecotec nasce in Germania a Bitterfeld, dove il suo fondatore, l’ingegner Enrico Klauer, ha inventato, progettato e prodotto la prima Criocamera elettrica. È un’azienda presente sul mercato da 25 anni e che ha al suo attivo circa 600 impianti già installati in tutto il mondo. La grande esperienza sulle tecnologie criogeniche ha generato uno standard qualitativo di altissimo livello. Le criocamere hanno una certificazione di qualità TÜV e nella produzione vengono utilizzati esclusivamente componenti nazionali così da poter portare il marchio “made in Germany” con le riconosciute caratteristiche di perfezione ed efficienza tedesca.

Quello delle criocamere è un mercato variegato: dalla struttura medica pubblica al privato. Come cambia la criocamera nelle diverse situazioni?

Tutte le criocamere prodotte dalla Mecotec sono state pensate e realizzate con l’idea di soddisfare anche le richieste dei clienti più esigenti e per questo motivo ognuna di esse ha delle caratteristiche diverse. La Cryo:one, ad esempio, è la più piccola della gamma ma anche la più versatile. La si installa in un solo giorno ed è poco ingombrante, per trattamenti singoli. Si può utilizzare in abitazioni private, su imbarcazioni di lusso e in attività commerciali.

crioterapia

La crioterapia, molto utilizzata nel mondo sportivo in quanto rende più rapido il recupero fra una performance e l’altra, è utilizzata anche in ambito beauty e medico, per esempio contro alcune malattie autoimmuni.

In alternativa è possibile fare un salto di qualità e passare alla Cryo:One plus che, grazie alle sue prestazioni tecnologiche più performanti e ai suoi interni più spaziosi, permette un utilizzo continuativo per diverse ore e l’ingresso a due o tre persone contemporaneamente: perfetta nelle SPA, nelle cliniche private e nei centri benessere.

La Cryo:Air Flex è pensata per i clienti che hanno bisogno di maggiori prestazioni per lunghi tempi d’impiego. In questa versione è possibile separare la “camera” dal “corpo motore” che in questo caso può essere collocato in una stanza tecnica distante dalla camera. Può accogliere al suo interno due persone alla volta ed è l’unica, fra i vari modelli, che permette un’ installazione angolare. A scegliere questa soluzione spesso sono i poliambulatori, gli studi medici e le cliniche private.

Le criocamere “ammiraglie”, infine, hanno una doppia e tripla camera, possono ospitare 4 persone alla volta e sono in grado di svolgere 40 sessioni all’ora. Questo genere di impianto è quello maggiormente richiesto e scelto dai club sportivi e dalle associazioni agonistiche che hanno necessità di grandi efficienza e di elevate prestazioni tecnologiche e…perché no, anche da privati che vogliono il meglio della tecnologia criogenica in casa propria».

Che uso fanno gli atleti della crioterapia e quanto li aiuta nei momenti più critici, dal recupero agli infortuni?

Il freddo, nello sport, è sempre stato un grande alleato. Basti pensare a quanto spontaneamente, subito dopo un trauma, si ricorra all’uso immediato del ghiaccio sia per alleviare il dolore che per ridurre edema e infiammazione. Con la crioterapia sistemica se ne amplificano semplicemente gli effetti e i vantaggi che sono davvero straordinari. I più famosi club sportivi la stanno utilizzando per i loro atleti. La crioterapia sistemica viene utilizzata regolarmente, prima di una performance sportiva agonistica, per avere una scorta energetica maggiore ed anche dopo la prestazione per riparare gli eventuali danni muscolari avvenuti. La capacità di velocizzare i tempi di recupero fisico è la caratteristica che la rende fondamentale. Fra le location che ospitano le nostre criocamere siamo orgogliosi di annoverare la squadra dell’Inter e l’Olimpia Basket Milano di Giorgio Armani!».

È anche una metodologia che aiuta a ridurre i farmaci nelle malattie croniche…

Si, è vero, come riportato dall’esperienza di autorevoli medici, spesso la crioterapia sistemica contribuisce a ridurre l’uso degli antinfiammatori e in qualche caso ad eliminarli del tutto. Ci sono alcuni paesi europei che hanno inserito questa terapia fra quelle prescritte e garantite dal servizio sanitario nazionale. Buoni risultati vengono riportati per le malattie autoimmuni quali l’artrite reumatoide, la spondilite anchilopoietica e la psoriasi. Sono sempre più numerosi i pazienti che si rivolgono alla crioterapia sistemica presso studi medici per combattere la periartrite, l’artrosi, la lombalgia, la sindrome cervicale, la sciatica, le tendiniti, le discopatie, l’artrite reumatoide. Per il famoso (e così comune e fastidioso) “colpo della strega” molto spesso basta una sola seduta. Questo è possibile perché l’ipotalamo, per il freddo intenso, stimola l’ipofisi e aumenta la produzione dell’ormone Acth che a sua volta, influenzando le ghiandole surrenali, fa crescere nel sangue la presenza di ormoni steroidei. Diminuiscono così i mediatori chimici che sono la causa del dolore nelle articolazioni infiammate. Nei muscoli il freddo genera un effetto analgesico, il dolore diminuisce o addirittura scompare così come l’edema».

Parliamo di estetica e di bellezza. La grande forza anti-age della crioterapia è il fatto che parte da una reazione naturale dell’organismo. Come si può usare in una strategia anti-invecchiamento, per la linea e contro la cellulite?

La terapia del freddo è diventata uno degli strumenti più efficaci per arrivare al benessere e alla longevità. Il corpo umano è una macchina assolutamente perfetta capace di autogestirsi, attivare meccanismi di guarigione e perfettamente in grado di affrontare ogni situazione di emergenza mettendo in atto tutte le risorse a sua disposizione per proteggere e salvaguardare la vita.

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Tra i benefici della crioterapia, anche quello di contribuire a ridurre l’uso di antinfiammatori. 

Il freddo intenso viene percepito come un campanello di allarme e da questa reazione naturale nasce la crioterapia sistemica. Per prima cosa si ha possente vasocostrizione: i recettori della temperatura posti nella pelle inoltrano segnali all’ipotalamo il quale si adopera richiamando sangue, ossigeno e nutrienti alla circolazione interna per garantire agli organi vitali la temperatura di cui hanno necessità per funzionare.

Trascorsi tre minuti di esposizione i vasi sanguigni così dilatati riescono a condurre ossigeno, enzimi e nutrienti talmente in profondità da raggiungere anche quelle zone poco irrorate. Quelle dove normalmente rileviamo la cellulite che ha fra i suoi fattori scatenanti una cattiva microcircolazione.

Per questo è un trattamento anticellulite estremamente efficace. Tutti i tessuti risentono positivamente della critoterapia che in pochi minuti riesce a creare le condizioni indispensabili per nutrire, irrorare, stimolare e liberarli dalle tossine in profondità attivando meccanismi naturali che incrementano la produzione di collagene ed elastina.

Proprio l’aumento della produzione di collagene ed elastina ne fa anche un antiage innovativo perché sono queste le preziose sostanze che diminuiscono con il passare degli anni e rendono meno tonica la pelle. E non dimentichiamo dell’effetto sul metabolismo, che fa della crioterapia un efficace supporto alla dieta: il consumo calorico per sessione va dalle 600 alle 800 calorie!».

Lucia Fino

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