Wise Society : Risorse finite: l’Overshoot Day 2019 arriva prima

Risorse finite: l’Overshoot Day 2019 arriva prima

di Fabio Di Todaro
27 Luglio 2019

Il giorno che indica il termine delle risorse che la Terra è in grado di rigenerare in un anno, mai era arrivato così presto: l’appuntamento di quest'anno è previsto per il 29 luglio.

L’anno scorso arrivò l’1 agosto: e si trattò già di un record negativo. Mai infatti l’«Overshoot Day», il giorno che indica il termine delle risorse che la Terra è in grado di rigenerare in un anno – era arrivato così presto. Ma al peggio, evidentemente, non c’è limite. Quest’anno, infatti, l’appuntamento con l’esaurimento delle scorte naturali è previsto per il 29 luglio. Questo è il dato mondiale, perché in realtà l’Italia è giunta al traguardo con largo anticipo: addirittura il 15 maggio. Un trend drammatico, se si considera che «soltanto» nel 1970 l’appuntamento le scorte terminarono il 29 dicembre: a ridosso con la fine dell’anno, com’è normale che avvenga. Ciò vuol dire che, da lunedì, inizieremo a usare prodotti che vengono da foreste che non ricresceranno. Mangeremo pesci che non si erano ancora riprodotti. E butteremo gli avanzi in discariche che rubano terreno fertile.

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L’«Overshoot Day» si calcola confrontando l’impronta ecologica di ogni singolo cittadino con la capacità del Pianeta di rigenerare risorse naturali per ogni suo abitante, Foto: iStock

Abbiamo consumato tutte le risorse del Pianeta

L’«Overshoot Day» si calcola confrontando l’impronta ecologica di ogni singolo cittadino con la capacità del Pianeta di rigenerare risorse naturali per ogni suo abitante. L’impronta ecologica misura la quantità di suolo e di mare biologicamente produttivi che servirebbero per generare le risorse consumate dalla popolazione (o dal singolo) e assorbire i suoi rifiuti. Come evidenziato dal «Global Footprint Network», attualmente utilizziamo le risorse naturali a un ritmo 1.75 volte più veloce rispetto alla capacità di rigenerazione degli ecosistemi. Il che equivale a dire che, per vivere, usiamo più del Pianeta che abbiamo a disposizione. Il sovrasfruttamento si registra perché intacchiamo il capitale naturale del nostro Pianeta, compromettendo ulteriormente la sua capacità futura di rigenerazione delle risorse. Ma come consumiamo queste risorse? Ben il 60 per cento corrisponde allo sforzo necessario per l’assorbimento delle emissioni di anidride carbonica.

Non solo emissioni

Seguono la richiesta di suolo e legname dalle foreste e la domanda di terre da coltivare. L’indice degli esperti è puntato inoltre in direzione dei consumi a fini alimentari. La domanda di cibo rappresenta il 26 per cento dell’impronta ecologica globale. Eppure, ancora oggi, un terzo del cibo prodotto viene sprecato o gettato. Non fa eccezione l’Italia, pur essendo la patria della dieta mediterranea: modello citato da tutti gli esperti di nutrizione e agricoltura come modello sostenibile per l’ambiente e salutare per il nostro organismo. I costi di questa sovraspesa ecologica globale stanno diventando sempre più evidenti sotto forma di deforestazione, erosione del suolo, perdita di biodiversità o accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera. Quest’ultimo porta al cambiamento climatico e a eventi meteorologici estremi più frequenti. Gli «Overshoot Day» dei singoli Paesi sono sparpagliati nel calendario dei primi sei mesi dell’anno, con il Lussemburgo che spicca come meno virtuoso (ha consumato le risorse dopo soli 46 giorni dall’inizio del 2019) e la Romania come più parsimoniosa: se le fa bastare per 192 giorni. Quanto all’Italia, per soddisfare i consumi dei suoi cittadini, servirebbero risorse pari a 4.7 volte quelle generate ogni anno.

Twitter @fabioditodaro

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