Il parlamento indonesiano ha approvato lo spostamento della sua capitale Jakarta, già annunciato nel 2019. Sembra quasi un film di fantascienza, ma la legge era nell’aria perché la città sta lentamente sprofondando sotto il suo peso e si trova già ben al di sotto del livello del mare. La nuova capitale sarà chiamata Nusantara e verrà edificata entro il 2045 in un’area remota del Borneo, precisamente nella giungla del Kalimantan orientale. I problemi, soprattutto dal punto di vista ambientale, non mancano e le proteste non si sono fatte attendere.
Perché Jakarta sta affondando?
Jakarta è una megalopoli. Qui, su un territorio vasto 660 kmq, vivono 10 milioni di persone e la pressione antropica è notevole: congestione cronica, inquinamento, mancanza di vegetazione e continui allagamenti e alluvioni l’hanno resa negli anni la città che sprofonda più velocemente nel mondo. Le previsioni la vedono totalmente sommersa dall’acqua entro il 2050.
Il problema, però, non risiede solo nell’innalzamento del mare di Java conseguente al riscaldamento globale e alla crisi climatica in atto, ma anche nel fatto che la capitale sprofonda sotto il suo stesso peso. In alcune parti della città i cedimenti del terreno sono addirittura di circa 25 cm l’anno.
Le cause del fenomeno sono molteplici e una delle principali è in realtà geologica: lo sfruttamento intensivo delle falde acquifere operato illegalmente sia da compagnie private che da singoli cittadini. In città si scavano costantemente pozzi per avere un facile accesso all’acqua potabile. Di conseguenza, il terreno si “sgonfia” e collassa letteralmente su se stesso, portando con sé il peso di una megalopoli in forte espansione.
E sul banco degli imputati c’è anche la stessa espansione della città: l’edificazione di nuove strutture residenziali e commerciali ha fatto piazza pulita di alberi, con conseguenze notevoli sulla tenuta stessa del suolo: il terreno, reso più soffice dall’assenza di vegetazione, non regge più il peso della città che ospita. Jakarta è una città al collasso e gli allagamenti sono all’ordine del giorno. Le falde acquifere della città, numerosissime, non riescono a riempirsi perché lo spazio urbano è completamente cementificato e asfaltato. La pioggia, abbondante in questa parte del mondo, non riesce ad essere assorbita dal terreno e la situazione, durante la stagione dei monsoni, è insostenibile.
Basti pensare al 2007 e alle inondazioni catastrofiche che hanno causato molte vittime e oltre mezzo milione di sfollati.
Il muro che protegge la città dal mare
A Jakarta nel 2014 è cominciata la costruzione del Giant Sea Wall, un grande muro adagiato sulla costa che, contestualmente alla realizzazione di un’imponente diga, dovrebbe arrestare l’avanzamento nel mare, facendo allo stesso tempo diventare la città un bacino di acqua pulita a disposizione della popolazione. L’opera è imponente e, ideata da uno studio di architettura olandese, ha un costo di circa 40 miliardi di dollari.
Il progetto non è scevro da polemiche per gli impatti ambientali negativi che potrebbe avere sia sull’ecosistema marino (con la distruzione della barriera corallina) che sulla qualità delle acque della diga stessa, che potrebbero alla lunga diventare un ristagno di inquinanti. Evidentemente, però, il muro non basta più, soprattutto alla luce della decisione, ora legiferata, di spostare la capitale dell’Indonesia a Nusantara.
Nusantara sarà la nuova capitale dell’Indonesia
L’edificazione di Nusantara, che significa letteralmente “arcipelago”, era stata annunciata dal presidente Kojo Widodo nel 2019 e presto diventerà realtà. L’annuncio in TV è stato fatto qualche giorno fa da Suharso Monoarfa, Ministro della Pianificazione dello Sviluppo Nazionale.
La nuova capitale sorgerà su un’area di circa 256 ettari, oggi occupati interamente dalla foresta pluviale. Il costo totale dell’operazione si aggirerà intorno a 32 miliardi di dollari.
Le polemiche
Benché l’idea si quella di dar vita a una smart city, sostenibile e rispettosa dell’ambiente, il progetto non è però esente da polemiche, soprattutto per la zona su cui si è scelto di edificare. Ci troviamo infatti nelle foreste tropicali del Borneo, molto preziose a livello planetario per la loro biodiversità. Qui vivono gli oranghi (già minacciati dalla coltivazione delle palme da cui si ricava l’olio), l’orso malese e la nasica, una scimmia molto particolare e caratterizzata da un lungo naso. Distruzione degli habitat naturali e di interi ecosistemi, uniti all’aumento dell’inquinamento che farà da eco alla costruzione della città, sono dietro l’angolo.
Cosa ne sarà di Jakarta?
Jakarta è destinata a diventare un’Atlantide moderna? Il presidente indonesiano non è di questo avviso: ha infatti affermato che la vecchia capitale non diventerà affatto una città fantasma ma che, anzi, sarà il centro economico, commerciale e finanziario del paese.
Serena Fogli