È letteralmente possibile morire di caldo? Si, è già successo e continuerà a succedere. Vediamo gli ultimi casi di decessi da temperature estreme in India e nel resto del mondo e il rapporto tra le alte temperature e il riscaldamento globale
Morire di caldo non è più solo un modo di dire ma un effetto concreto dell’innalzamento della temperatura terrestre. Che il rischio sia concreto lo sappiamo da tempo, ma ce lo ricorda quanto successo nella regione dell’Uttar Pradesh, nel distretto di Ballia, in India, dove lo scorso di giugno le temperature hanno raggiunto i 45 gradi centigradi causando la morte di 96 persone e il ricovero per altre 300. A peggiorare le cose, in questo caso, è stata la mancanza di elettricità che ha quindi ridotto l’accesso a sistemi di mitigazione delle temperature come ventilatori e o condizionatori. Quando si verificano questi casi, le vittime principali sono sempre i soggetti fisicamente più fragili. Il caldo estremo fa quindi da catalizzatore e può causare infarti, ictus e altre malattie letali.
I condizionatori per non morire di caldo: soluzione o causa?
Uno dei rimedi più diffusi per resistere alle temperature così elevate sono i condizionatori, l’esempio più chiaro di come la crisi climatica sia un circolo vizioso nel quale l’umanità si è incastrata. Secondo uno studio del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici e Rff-Cmcc European Institute on economics and the environment, l’aumento del ricorso al sistema di condizionamento climatico porta al raddoppiamento delle emissioni di CO2 in Europa. Quindi, come è evidente, il miglior rimedio nel breve termine ha un effetto boomerang nel lungo termine per il clima, l’ambiente e di conseguenza gli esseri umani.
Inoltre, utilizzare sempre di più i condizionatori porta a un maggiore consumo di elettricità. Come riportato da Lifegate, «in Italia, si stima un aumento della domanda di picco annuale pari a circa 10 Gw, un aumento del 16 per cento rispetto ai livelli attuali, in uno scenario di riscaldamento elevato». Secondo la World Health Organisation tra il 1998 e il 2017 sono morte nel mondo 166.000 persone a causa delle ondate di calore.
Gli effetti del caldo estremo in Europa e nel mondo
Secondo l’istituto Copernicus, l’estate del 2022 in Europa è stata la più calda finora registrata con 44 gradi in Spagna, 42 in Francia e 40 a Londra. La Francia ha registrato 10mila morti in più rispetto all’anno precedente portando a 20.000 il numero di vittime da ondate di calore in Europa. Secondo il Centre for Research on the Epidemiology of Disasters (CRED), sono oltre 97 milioni le persone che subiscono gli effetti delle temperature troppo elevate. Nel conteggio dei disastri da crisi climatica, le alte temperature sono al quarto posto per numero di eventi registrati in buona compagnia assieme ad alluvioni, tempeste, terremoti, frane, smottamenti, siccità, incendi e attività vulcanica.
Inoltre, le ondate di calore creano molti più problemi e vittime non solo nei soggetti fragili, ma nelle zone del mondo dove c’è poco accesso alle risorse e servizi carenti. Uno studio della John Hopkins University ha evidenziato come la media delle temperature fosse più alta nella baraccopoli di Nairobi rispetto ad altre parti della città a causa della mancanza di alberi.
Fermo restando la gravità delle condizioni di vita generali nelle baraccopoli delle città nel mondo, circondarsi di verde resta comunque una buona prassi sempre valida per vivere bene affrontare una transizione climatica. Una delle possibili azioni di lungo termine è chiedere quindi alle istituzioni di aumentare le zone verdi. La presenza di alberi, infatti, mitiga in modo naturale le temperature rendendole sopportabili. E fa anche stare meglio l’umore.
Morire di caldo a causa del riscaldamento globale
Come spiegato bene nel libro “Fa un po’ caldo. Breve storia del riscaldamento globale e dei suoi protagonisti” degli scienziati e divulgatori Federico Grazzini e Sergio Rossi,
«l’anidride carbonica è un gas fondamentale per la vita sulla Terra: permette la fotosintesi nelle piante, rende gassate le bevande ed è fra i componenti della nostra atmosfera dove, insieme ad altri gas, regola il cosiddetto “effetto serra”, ovvero quel fenomeno che trattiene il calore della Terra permettendo al nostro pianeta di avere una temperatura che lo rende abitabile. Ma se la temperatura si alza molto velocemente, le cose iniziano a mettersi male ed è questo che preoccupa gli scienziati. È come se la specie umana all’improvviso avesse alzato il “termostato” della caldaia che regola il calore del pianeta. Il clima cambia, è vero, ma cambia proprio a causa di questo aumento di temperatura».
Patrizia Riso