Dopo oceani, laghi e ghiacciai, uno studio evidenzia come anche nelle nevi ci siano concentrazioni elevate di microplastiche.
Ideata allo scopo di farla durare il più a lungo possibile, la plastica, dopo aver invaso mari e fiumi, è sempre più presente anche ad alta quota. Sono stati infatti rilevati frammenti di microplastiche anche sulle Alpi e nel circolo polare Artico. A dimostrarlo sono le conclusioni di uno studio pubblicato sulla rivista «Science Advances», che conferma come, in alcuni campioni raccolti dai ricercatori (svizzeri e tedeschi), siano stati rivenuti 154mila particelle per litro nel ghiaccio alpino, mentre per l’Artico le quantità non superavano le 14.400 particelle per litro. “Le concentrazioni di microplastiche nella neve sono molto elevate e indicano una significativa contaminazione dell’atmosfera“, si legge nello studio.
Microplastiche in alta montagna: come ci arrivano?
Le particelle di microplastica presenti sarebbero state portate principalmente dai movimenti atmosferici (come il vento) capaci di catturare i piccoli polimeri plastici e trasportarli fino all’Artico, dove l’ecosistema è già stressato dai cambiamenti climatici in atto.
Polimeri che ora sono rilevabili praticamente ovunque, dalle montagne agli oceani profondi. Le elevate concentrazioni riscontrate nei campioni di neve provenienti da regioni diverse suggeriscono che le microplastiche – che provengono da bottiglie, creme solari, pile e tessuti tecnici – causino un significativo inquinamento dell’aria.
La conferma è giunta dopo aver scansionato i campioni di neve raccolti tra il 2015 e il 2017 da diversi blocchi di ghiaccio galleggianti nello stretto di Fram, tra la Groenlandia e le isole Svalbard. Il confronto effettuato con altri prelevati dalle Alpi svizzere e a Brema ha confermato la diffusione del problema. Non si tratta di una novità assoluta, però.
Già ad aprile, infatti, un gruppo di ricercatori dell’ateneo meneghino aveva campionato una quantità di microplastiche pari a quella rivenuta nei sedimenti marini e costieri europei: 75 particelle per ogni chilogrammo di sedimento. Una scoperta che aveva già confermato quanto ipotizzato da tempo: la plastica ormai è ovunque.
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La plastica è ovunque
A conferma di ciò, ci sono anche le conclusioni di un altro studio condotto da Greenpeace su 13 fiumi del Regno Unito. Risultato? Tutti avevano microplastiche al loro interno, il più contaminato è risultato il Mersey, che corre da Stockport, attraverso la periferia di Manchester e sfocia nella baia di Liverpool. I ricercatori hanno estratto dal fiume 875 pezzi di plastica in mezz’ora. Il risultato più importante che si può condividere è che c’è sempre più plastica là fuori, anche che non si vede. È sotto la pioggia, è nella neve. Ormai fa parte del nostro ambiente.
Twitter @fabioditodaro