Wise Society : La plastica invade anche i ghiacciai italiani

La plastica invade anche i ghiacciai italiani

di Fabio Di Todaro
29 Aprile 2019

I ricercatori delle Università milanesi della Statale e della Bicocca hanno studiato il Ghiacciaio dei Forni (Stelvio), stimando che potrebbe contenere da 131 a 162 milioni di particelle di plastica

Poliestere, poliammide, polietilene e polipropilene. In una sola parola: plastica, ritrovata per la prima volta su un ghiacciaio italiano. Il triste primato spetta al ghiacciaio dei Forni, nel Parco Nazionale dello Stelvio, e segna ufficialmente l’«allargamento» senza limiti della plastica: una certezza da anni nei mari e ora pure sui ghiacciai italiani. A fare la scoperta è stato un gruppo di ricercatori dei due principali atenei milanesi: l’Università Statale e l’Università Bicocca, che hanno presentato i dati nel corso della conferenza internazionale dell’European Geosciences Union. Gli scienziati hanno rilevato una media di 75 particelle per ogni chilogrammo disedimento, un dato comparabile al grado di contaminazione osservato in sedimenti marini e costieri Europei.

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Ghiacciai italaiani e plastica: un’immagine del campionamento sopraglaciale effettuato al ghiacciao Forni da parte di alcuni scienziati delle università milanesi Statale e Bicocca, Foto: Università Statale di Milano

GHIACCIAI: ALTRO CHE NATURA INCONTAMINATA – La contaminazione di microplastiche è ormai diffusa e documentata in molte regioni della Terra ed è ritenuta essere una tra le più impattanti sull’attività umana. Ritrovata persino nella Fossa delle Marianne, ha una forte persistenza nell’ambiente, può entrare nella catena alimentare e ha un forte impatto sugli ecosistemi. Nonostante l’ampia diffusione di questa contaminazione, non erano stati ancora condotti studi sulla contaminazione da plastica nelle aree di alta montagna. «Sebbene non sia affatto sorprendente aver riscontrato microplastiche nel sedimento sopraglaciale, estrapolando questi dati, pur con le dovute cautele, abbiamo stimato che la lingua del Ghiacciaio dei Forni, uno dei più importanti apparati glaciali italiani, potrebbe contenere da 131 a 162 milioni di particelle di plastica – spiegano i ricercatori della Statale -. L’origine di queste particelle potrebbe essere sia locale, data ad esempio dal rilascio e dall’usura di abbigliamento e attrezzatura degli alpinisti ed escursionisti che frequentano il ghiacciaio. Sia diffusa, con particelle trasportate da masse d’aria, in questo caso di difficile localizzazione».

A CACCIA DI ALTRI CONTAMINANTI – Una delle sfide più grandi è stata quella di campionare il sedimento sul ghiacciaio evitando la contaminazione di particelle di plastica che costituiscono la quasi totalità dei materiali tecnici dell’abbigliamento di montagna: per farlo i ricercatori hanno indossato tessuti di cotone al 100% e usato zoccoli di legno per le calzature. Aggiunge Andrea Franzetti, docente in scienze ambientali della Bicocca: «Ora abbiamo la conferma della presenza delle microplastiche sui ghiacciai. Adesso dovremo indagare gli aspetti biologici legati alla loro presenza sui ghiacciai. Verranno infatti indagati i processi microbiologici di degradazione della plastica e il potenziale bioaccumulo delle particelle nella catena trofica. Verrà inoltre studiato l’assorbimento di altri contaminanti».

Twitter @fabioditodaro

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