Piante aromatiche, piccoli orti con pomodori e zucchine, insetti utili (coccinelle e api) per preservare da casa l'ecosistema
Vivere in città non vuol dire dover rinunciare a tutti i costi al rapporto con la natura. Per dare un contributo alla biodiversità, anche un piccolo balcone può bastare. Muri a secco, patii, giardini pensili, orti sul balcone e mangiatoie rappresentano alcune delle soluzioni utili per creare un habitat ideale per ripristinare il contatto con la natura anche se si vive in città.
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Per dare un contributo alla biodiversità, anche un piccolo, un balcone può bastare, foto: Pixabay
Perché coltivare le piante sul balcone
Organizzare sul balcone uno spazio di bellezza, profumi e colori è una piccola ribellione al cemento ed al frenetico modello di vita proposto in gran parte delle nostre città. È importante che il balcone sia progettato per accoglierci, riservando un angolino al nostro relax.
Realizzare – per esempio – sul balcone un orto funzionale e allo stesso tempo un giardino di bell’aspetto, un luogo di bellezza commestibile, in cui pomodori e piante di zucchine arrampicate sulle reti permettono di non avvertire troppo la nostalgia di ciclamini, giacinti e piante grasse. Per trasformare il proprio balcone, per esempio, un aiuto può arrivare dalle piante aromatiche (salvia, menta, rosmarino), in grado di attrarre insetti utili (api e bombi).
Per avere a pochi passi le coccinelle, invece, che rappresentano una valida alternativa alle sostanze chimiche usate contro gli afidi, si possono acquistare le larve anche online e creare un piccolo allevamento sul balcone. Idem dicasi (se non si ha paura) per le api, che in inverno possono essere ospitate in un ceppo di legno forato: rifugio ideale pure per ragni, libellule e falene.
Due parole sulla biodiversità
Per biodiversità si intende la ricchezza della vita sulla Terra, in tutte le sue forme e in tutte le sue interazioni. La Convenzione sulla Diversità Biologica distingue tre livelli in cui i milioni di piante, animali e microrganismi si organizzano: il livello dei geni, che danno vita alla diversità e all’eredità di ciascuna specie; il livello delle specie che sono parte di un ecosistema, quali farfalle, salamandre, salmoni, pioppi, querce, petunie; il livello degli ecosistemi, intesi come entità reali del mondo naturale.
In tutto il pianeta, i biologi hanno descritto oltre 1,3 milioni di specie animali, ma non è escluso che ci siano ancora mammiferi sfuggiti all’osservazione degli zoologi. Variabile potrebbe essere pure il numero dei funghi (oggi circa centomila), delle piante (307mila quelle descritte) e dei batteri (appena l’un per cento quelli inventariati).
L’Italia è tra i Paesi europei più ricchi di biodiversità in Europa in virtù essenzialmente di una favorevole posizione geografica e di una grande varietà geomorfologica, microclimatica e vegetazionale. La fauna italiana è stimata in oltre cinquantottomila specie.
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L’Italia è tra i Paesi europei più ricchi di biodiversità in Europa: la fauna italiana è stimata in oltre cinquantottomila specie, Foto: Pixabay
Un bene da tutelare (anche sul balcone)
Molto resta da fare sul lato della comunicazione e dell’informazione, per evidenziare il valore della biodiversità e del capitale naturale. Oltre al valore intrinseco, infatti, la biodiversità è importante perché è fonte per l’umanità di beni e servizi, diretti e indiretti, indispensabili per la sua sopravvivenza e la sua prosperità.
Questi beni e servizi sono distinti in quattro categorie:
- servizi di fornitura (alimenti, acqua dolce e altre materie prime come il legno e le medicine)
- servizi di regolazione (tra cui il mantenimento della fertilità del suolo, l’impollinazione delle colture da parte degli insetti, la regolazione del ciclo dell’acqua, la prevenzione dell’erosione dei suoli e il controllo del clima)
- servizi legati agli habitat (custodiscono la diversità genetica all’interno delle specie e sostengono i cicli di vita delle stesse specie che ospitano)
- servizi culturali (includono i benefici non-materiali, quali la ricreazione e il turismo, l’istruzione e le esperienze spirituali e culturali legate alla fruizione e al ricordo di una specie, di un habitat o di un paesaggio).
La protezione della biodiversità e dei servizi ecosistemici deve dunque diventare una responsabilità condivisa, con azioni coordinate tra la comunità della conservazione della natura e di altri settori produttivi: dal turismo all’agricoltura, dall’energia ai trasporti, dall’industria all’edilizia. Riconoscere l’importanza della biodiversità e della natura per tutte le attività economiche fornisce una ragione in più per perseguire la conservazione della biodiversità e la protezione della natura e arrestare questo grave declino dell’integrità biologica del pianeta.
Twitter @fabioditodaro