Wise Society : Fare pace con la natura: alla COP16 per salvare la biodiversità del pianeta

Fare pace con la natura: alla COP16 per salvare la biodiversità del pianeta

di Vincenzo Petraglia
23 Ottobre 2024

In soli 50 anni nel mondo si è verificato un calo del 73% della dimensione media delle popolazioni globali di vertebrati selvatici. Un'emergenza globale che i governi riuniti in Colombia fino all'1 novembre cercheranno di contrastare con azioni (si spera) concrete

“Pace con la natura” è lo slogan della COP16 sulla Biodiversità, in corso a Cali in Colombia fino all’1 novembre, che si propone di consolidare gli impegni assunti dalle nazioni nel 2022 durante la COP15 che portò alla firma dell’Accordo di Kunming-Montreal. In quell’occasione 196 governi di tutto il mondo avevano approvato il “Global Biodiversity Framework” (GBF), un percorso che si prefigge di mettere a terra azioni concrete per invertire la perdita di biodiversità entro il 2050, impegnandosi nel frattempo a mobilitare 30 miliardi di dollari l’anno entro il 2030, con un target intermedio di 20 miliardi entro il 2025.

La 16esima edizione della COP sulla Biodiversità vuole essere un invito alla riflessione e un impegno concreto da parte degli Stati per migliorare la relazione dell’uomo con l’ambiente e per pensare a un modello economico che non sia più soltanto predatorio, e quindi distruttivo, nei confronti della natura.

fondale marino

Foto: Neom / Unsplash

COP16, insieme per combattere la perdita della biodiversità

In soli 50 anni (1970-2020) nel mondo si è verificato un calo del 73% della dimensione media delle popolazioni globali di vertebrati selvatici: è quanto rileva l’ultima edizione del “Living Planet Report” del Wwf, motivo per cui è di fondamentale importanza che gli Stati parte della Convenzione Onu adottino impegni concreti per invertire questa tendenza. Perché la salute del pianeta, e quindi degli esseri umani, è direttamente proporzionale a quella della biodiversità.

L’obiettivo della COP16 ruota dunque proprio intorno alla valutazione dei progressi compiuti dai Paesi nell’attuazione degli obiettivi, tra cui la conservazione del 30% delle terre e degli oceani del mondo entro il 2030, la riduzione dell’inquinamento e la promozione dell’uso sostenibile delle risorse naturali.

Tra i punti chiave discussi nell’agenda di COP16 Colombia, l’aggiornamento sullo stato di attuazione dell’accordo di Kunming-Montreal, la presentazione da parte dei vari Paesi delle strategie e dei piani d’azione nazionali per la biodiversità (NBSAPs – National Biodiversity Strategies and Action Plans).

Diversi i documenti che al vaglio dei delegati delle varie nazioni per trovare strumenti concreti per raggiungere entro il 2030 i 23 target elencati nel framework globale, in linea con quattro principali obiettivi: utilizzo sostenibile delle risorse naturali, protezione e ripristino della biodiversità in ogni sua forma, compresa quella genetica, equa condivisione dei benefici derivanti dalla diversità biologica e adeguato sostegno finanziario e la costruzione di una rete internazionale efficiente. Il tutto con il fine ultimo di vivere appunto, entro il 2050, in “armonia con la natura”. La speranza è che a Cali si prendano decisioni importanti (e concrete) per il futuro nostro e del Pianeta.

Che cos’è la COP16 sulla Biodiversità

La Conferenza delle parti (COP) è l’organo decisionale supremo della Convenzione sulla diversità biologica (CBD), firmata da 150 leader di governo al Summit della Terra di Rio de Janeiro nel 1992.

Il suo scopo principale è quello di stabilire programmi, impegni e quadri d’azione per garantire la protezione della varietà di organismi viventi nelle diverse forme e nei rispettivi ecosistemi. Viene organizzata con cadenza biennale e quest’anno sarà affiancata anche dalla COP29 sui cambiamenti climatici, a Baku, in Azerbaigian (11-22 novembre) e COP16 sulla Desertificazione, che si terrà invece a dicembre a Riad, in Arabia Saudita.


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Vincenzo Petraglia

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