Sin dai tempi antichi, le civiltà hanno trovato modi e tecniche (anche primitive) per coltivare in condizioni di siccità. Oggi l'aridocoltura è sempre più un'esigenza per fronteggiare la crisi idrica e riuscire ad avere il massimo dai terreni
Coltivare frutta, verdura e cereali in zone dove la pioggia è scarsa o quasi inesistente. Con l’intensificarsi dei cambiamenti climatici e la crescente crisi idrica, trovare tecniche e strategie di coltivazione alternative è sempre più importante e l’aridocoltura, sintetizzando proprio le tante tecniche di coltivazione in situazioni di scarsità d’acqua, è sempre più vista come una soluzione perfetta per riuscire ad avere prodotti dalla terra anche quando è più difficile che crescano.
Che cos’è l’aridocoltura
Il significato della parola aridocultura deriva proprio dal suo etimo: calco dell’inglese dryfarming è un composto di arido e coltura, appunto. Si tratta, quindi dell’insieme di pratiche agricole sviluppate in zone aride o semi-aride, dove le precipitazioni sono scarse e i terreni poco fertili perché si basa sull’utilizzo di tecniche specifiche che ottimizzano l’uso delle risorse idriche.
Di fatto, anche se le l’innovazione tecnologica ha reso l’aridocoltura una tecnica all’avanguardia, si tratta, comunque, di una pratica antica che risale già alle primissime civiltà. Già sumeri ed egizi, infatti, gestivano l’acqua in ambienti aridi e usavano l’irrigazione tramite canali e la costruzione di bacini di raccolta. Per non parlare delle civiltà dei beduini nel deserto arabico che praticavano l’agricoltura a secco e la nomadizzazione per sfruttare le risorse idriche disponibili. Da segnalare anche i terrazzamenti con cui gli Inca adottarono tecniche di agricoltura dei terreni in pendio per ridurre l’erosione e massimizzare l’uso dell’acqua piovana. Insomma, dalla storia si impara sempre e le tecniche avanguardistiche di oggi sono, sicuramente, un upgrade tecnologico di quello che gli antichi cercavano di fare.
Le tecniche del dryfarming
Ma quali sono, nel dettaglio, le tecniche di aridocultura odierne? La crescente scarsità di acqua richiede l’adozione di varie innovazioni tecnologiche e pratiche sostenibili che possano permettere anche alle popolazioni che vivono in regioni aride il sostentamento. La cooperazione internazionale e le politiche agricole sostenibili, infatti, sono fondamentali per affrontare le difficoltà legate anche al continuo surriscaldamento globale e alle sue devastanti conseguenze che vanno dalla desertificazione alla fino all’aumento dei migranti climatici.
Per quanto riguarda le tecniche di aridocultura oggi, quindi, si va dalla selezione varietale alle pratiche di conservazione passando da nuove tecnologie di irrigazione e di agroecologia.
- La selezione varietale aiuta a sviluppare varietà di piante resistenti alla siccità, in grado di prosperare in condizioni di aridità.
- Le tecnologie di irrigazione sono tecniche moderne di irrigazione come quella a goccia o microirrigazione per ridurre al minimo lo spreco d’acqua. Questi metodi permettono, infatti, di fornire acqua direttamente alle radici delle piante, riducendo l’evaporazione.
- Le pratiche di conservazione comprendono la rotazione delle colture (soprattutto con le leguminose), l’uso di colture di copertura e la lavorazione minima del terreno, il mulching (sminuzzare i frammenti d’erba e rilasciarli sul terreno) e la creazione di terrazze aiutano a mantenere l’umidità nel suolo.
- L’approccio agroecologico è utile nella promozione di pratiche sostenibili che rispettano l’ambiente e i principi dell’ecologia, aumentando la resilienza degli ecosistemi agricoli.
- Utilissima è anche la gestione della fertilità del suolo attraverso l’aggiunta di compost e sostanze organiche può migliorare la struttura del suolo e la sua capacità di trattenere l’acqua.
- Fondamentale è la pianificazione delle coltivazioni con la programmazione delle semine e dei raccolti in base alle condizioni climatiche e alle previsioni meteorologiche può massimizzare l’uso dell’acqua disponibile.
La scelta delle colture adatte
Non solo tecniche, però. Nell’aridocultura è molto importante la scelta delle colture adatte a situazioni di aridità. Non tutte le piante, infatti, sono adatte alle tecniche di aridocultura, ma servono specie vegetali particolarmente resilienti e adattate a sopravvivere in tali condizioni.
Tra i cereali, ad esempio, spiccano il sorgo resistente alla siccità e il frumento duro utilizzato che cresce bene in condizioni di scarsa idratazione. Tra i legumi, invece, ci sono le lenticchie e i ceci che si adattano bene a terreni poveri e a condizioni aride.
Per quanto riguarda le piante oleaginose, invece, ricordiamo la senape che può essere coltivata in terreni aridi e contribuisce alla fertilità del suolo e la soia che, sebbene preferisca un po’ di umidità, vanta alcune varietà adatte a condizioni più secche. Anche le piante aromatiche, come rosmarino e timo, stanno bene all’asciutto.
Ovviamente, le piante che più di tutte stanno bene al caldo e non temono l’aridità sono quelle grasse e i cactus: ecco perché il fico d’India è così ben diffuso in Sicilia (la crisi idrica sull’Isola continua a essere attuale). Più difficile, ovviamente, far crescere alberi da frutta dove scarseggia l’acqua così come è ridotta la scelta di ortaggi che stanno bene senza acqua. Sicuramente alcune delle colture che meglio sopportano l’assenza d’acqua sono quelle normalmente coltivate proprio nel Mediterraneo: vite e ulivo nonché alcuni fruttiferi minori e mandorli e pistacchi.
Più ridotta la scelta di verdure e ortaggi da coltivare senz’acqua. Oltre ai ravanelli che possono crescere in condizioni di poca disponibilità d’acqua, quello che meglio si adatta ai terreni aridi è sicuramente il pomodoro che, pur richiedendo, in genere una buona quantità di acqua, risponde bene alle tecniche di aridocultura. Il pomodoro può essere infatti coltivato senza acqua attraverso alcune tecniche agricole innovative che sono appunto l’irrigazione a goccia o il mulching (copertura del suolo con materiali organici o plastici). E ovviamente anche la selezione di varietà resistenti.
L’aridocoltura in Italia
Ma qual è la situazione nel nostro paese? In Italia l’aridocoltura in Italia non è sviluppata come in altre regioni del mondo dove la scarsità d’acqua è una problematica principale per l’agricoltura. Ci sono però alcune aree specifiche del paese, in Sicilia, Puglia e Calabria dove vengono adottate sempre più pratiche di aridocoltura per far fronte alla diminuzione delle risorse idriche. Anche se non è un fenomeno di massa in Italia, vi è un crescente interesse e una necessità di sviluppare tecniche per affrontare la scarsità d’acqua in alcune regioni.
Maria Enza Giannetto