Wise Society : Desertificazione, una minaccia per la Terra da affrontare a livello globale

Desertificazione, una minaccia per la Terra da affrontare a livello globale

di Maria Enza Giannetto
31 Gennaio 2023

Il processo di progressivo inaridimento della terra è una tra le minacce più gravi per il il nostro Pianeta, perché ha serie conseguenze sia di tipo sociale che economico. Facciamo il punto

Degradazione dei suoli, scomparsa della biosfera e trasformazione dell’ambiente naturale in deserto. Questi risvolti  negativi, che coinvolgono la superficie terrestre, rientrano tutti sotto il grande cappello della parola desertificazione. Un termine che non si riferisce alle condizioni delle aree designate di norma come “deserti”, quanto, piuttosto, alle zone aride e inaridite da vari processi e che quindi riassume una tra le minacce più gravi per il Pianeta Terra e contro cui si stanno studiando sempre più interventi a livello locale e internazionale.

Desertificazione

Foto di Free-Photos da Pixabay

Che cos’è la desertificazione

Secondo la definizione più accreditata, ovvero quella della UNCCD (United Nations Convention to Combat Desertification in Countries experiencing Serious Drought and/or Desertification, Particularly in Africa entrata in vigore nel dicembre del 1996) la desertificazione è il «degrado delle terre nelle aree aride, semi-aride e sub-umide secche, attribuibile a varie cause, fra le quali variazioni climatiche ed attività umane». In sintesi, il processo di desertificazione è la progressiva perdita di fertilità e consumo del suolo, attraverso la distruzione della struttura e della composizione dello stesso, che non permette buona produzione agricola, o l’esistenza di varie specie di vegetazione spontanea.

Come si manifesta

La desertificazione si manifesta, dunque, con la diminuzione o la scomparsa della produttività e complessità biologica o economica delle terre causate dai sistemi di utilizzo della terra, o da uno o più processi, compresi quelli derivanti dall’attività dell’uomo e dalle sue modalità di insediamento; il deterioramento delle proprietà dei suoli e la perdita protratta nel tempo di vegetazione naturale. Oltre alla perdita di fertilità, la distruzione del suolo ha altre aggravanti, come quando il suolo diventa meno profondo e permette l’infiltrazione solo di piccole quantità di acqua di pioggia risultando in una diminuzione dalla quantità di acqua sotterranea.

Insomma, la desertificazione può comportare povertà, problemi di salute dovuti alla polvere portata dal vento, nonché una diminuzione della biodiversità (che può contrastare il cambiamento climatico). Inoltre, la desertificazione può avere conseguenze demografiche ed economiche, costringendo la popolazione a migrare lontano dalle aree colpite, andando a ingrossare le fila dei migranti climatici.

Ma perché la desertificazione mette a rischio la vita di tutti gli esseri viventi? Per quanto riguarda l’essere umano, basti pensare che sui 7,7 miliardi di abitanti del Pianeta, circa 3 miliardi vivono nelle zone aride. Queste ultime, messe insieme, coprono il 46,2 per cento delle terre emerse. Inoltre, secondo i dati, oltre il 75% del suolo globale è già in qualche misura degradato (non stupisce, infatti, che negli anni sia anche nata la rete peopleforsoil che ha lanciato la campagna Salvasuolo). E tra 30 anni potrebbe arrivare al 90%.

siccità e desertificazione

Foto di klimkin da Pixabay

Le cause della desertificazione

Le cause maggiori della desertificazione sono i cambiamenti climatici sempre più repentini e il riscaldamento globale. Se la desertificazione naturale, connessa alle dinamiche climatiche, è quella che ha dato vita nel corso delle ere geologiche alle attuali aree desertiche del pianeta, il processo legato allo sfruttamento intensivo della popolazione è sempre più un serio pericolo per le regioni aride e secche del pianeta. E si parla di quasi il 45% delle terre emerse con percentuali che in l’Africa (il continente più colpito) toccano i due terzi delle terre coltivate.

Siccità e desertificazione trovano la loro causa principalmente nei fattori climatici, ma ci sono anche zone nel mondo dove è causata principalmente da un uso non sostenibile delle risorse naturali (pratiche agricole e cattivo uso delle risorse idriche). In ogni caso, al contrario di quanto si pensi il degrado non dipende solo dall’agricoltura, ma da tutto l’insieme di attività produttive e dall’incapacità dell’uomo di gestire il suolo in modo sostenibile.

Sembra paradossale ma in realtà la desertificazione è sia una causa sia una conseguenza dei cambiamenti climatici. Il suolo è infatti un enorme bacino di anidride carbonica e senza vegetazione questa viene rilasciata in atmosfera causando  l’aumento delle temperature. Allo stesso tempo, però, con meno piogge e temperature più alte, il suolo è di conseguenza meno fertile.

Origine e conseguenze

  1. l’assenza di pioggia: il terreno diventa arido fino al deterioramento totale
  2. gli incendi e la deforestazione di vaste aree boschive rendono più fragile la natura alle mutazioni climatiche
  3. la perdita della biodiversità
  4. lo sfruttamento del suolo per l’agricoltura che corrode il terreno
  5. l’inquinamento e urbanizzazione aumentano i fenomeni di piogge acide
  6. l’erosione delle coste e lo sfruttamento dei bacini acquiferi spinge a uno sfruttamento elevato delle risorse del suolo.
deserto in Namibia

Foto di Parsing Eye / Unsplash

Come si combatte la desertificazione

Combattere la desertificazione e il suo avanzamento continuo è ormai tra le priorità dei governi del mondo anche se non è così semplice fronteggiare tutte le cause concatenate. L’ONU si è impegnata per affrontare i problemi in tutto il pianeta. L’assemblea delle Nazioni Unite ha proclamato il 2011 Anno Internazionale delle Foreste, e dal 1994 il 17 giugno è stato dichiarato Giornata mondiale della lotta alla desertificazione. Inoltre, dal 2000, 191 stati membri delle nazioni unite hanno sottoscritto il Millennium Development Goals (Obiettivi di Sviluppo del Millennio) che consiste in una lista di propositi in cui gli stati si impegnano a raggiungere entro il 2015. Ovviamente, però, non esiste una ricetta unica per combattere la desertificazione.

Tra le azioni più note a livello globale c’è il mega progetto della Grande muraglia verde in Africa: un corridoio verde che dovrebbe andare dal Senegal al Corno d’Africa, per una lunghezza totale di circa 7.800 chilometri e una larghezza di 15 e che nel 2030 riuscirebbe a catturare 250 milioni di tonnellate di CO2 dall’atmosfera.  C’è anche il progetto biellorusso che parte dalla torbiere. Nel 1986 la regione di Mahilëŭ, nella parte orientale della Bielorussia infatti ha lanciato un progetto che punta tutto sulle torbiere considerate trappole per la CO2, capaci di immagazzinare grandi quantità di carbonio. 

Tra le battaglie contro la desertificazione spicca anche l’invito da parte della Banca mondiale  a scegliere un’agricoltura “amica del clima”, in cui l’aumento della produttività del suolo vada di pari passo con la sostenibilità nella sua gestione. Inoltre, da tempo si parla di carbon neutrality o neutralità climatica, ovvero il perfetto equilibrio tra le emissioni di gas serra climalteranti e quelle assorbite dalle foreste. Allo stesso tempo l’Unccd ha coniato il concetto di neutralità nel degrado del suolo:  quando la quantità e la qualità delle risorse territoriali, necessarie a sostenere funzioni e servizi ecosistemici e a rafforzare la sicurezza alimentare, rimangono stabili o aumentano entro determinate scale temporali e territoriali ed ecosistemi.

Maria Enza Giannetto

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