Grande efficienza, risparmio idrico e ottima resa: questo sistema si candida un grande aiuto per l’agricoltura italiana. Ma è una tecnica utile anche per usi domestici
L’irrigazione a goccia rappresenta un ottimo alleato per conciliare la necessità di irrigazione dell’agricoltura e ridurre l’impegno idrico, messo a dura prova dalla siccità. L’Italia ha particolarmente bisogno di metodi irrigui efficienti dato che il nostro è uno dei Paesi con una maggiore propensione all’irrigazione a livello europeo, segnala Istat. A questo proposito nell’UE si posiziona al quarto posto (col 20,2%), dopo Malta (31,4%), Grecia (23,6%) e Cipro (21%), ovvero tra i Paesi in cui più del 20% della superficie agricola utilizzata viene sottoposta a irrigazione. Il settore agricolo si contraddistingue per essere il maggiore utilizzatore di acqua. Più della metà del volume idrico utilizzato in Italia è destinato a scopi irrigui. Serve quindi una maggiore efficienza e precisione per ridurre gli spechi: l’irrigazione a goccia promette un’efficienza superiore al 90% rispetto all’irrigazione a spruzzo, a rotore o a pioggia, che normalmente si colloca tra il 35% e il 50%. Utile per l’agricoltura, anche se più comunemente utilizzata nei vivai e nelle aziende agricole, il sistema “a goccia” può essere adottato anche per usi casalinghi come piccoli orti o anche per uso indoor.
Cos’è l’irrigazione a goccia
L’irrigazione a goccia consiste nel posizionare dei tubi con degli erogatori sul terreno accanto alle piante. Gli erogatori fanno gocciolare lentamente l’acqua nel terreno in corrispondenza della zona radicale. L’acqua viene fornita lentamente e in maniera costante, permettendo alla terra di assorbirla in modo uniforme e garantendo una crescita ottimale delle piante.
Concepito negli anni Venti del XX secolo, il sistema fu messo a punto dall’ingegnere israeliano Simcha Blass che lo brevettò negli anni Sessanta, permettendo a Israele di espandere la superficie agricola coltivabile e consentendo al deserto del Negev di diventare una terra vivibile e fertile.
Vantaggi e benefici
I motivi per puntare sull’irrigazione a goccia sono numerosi. L’irrigazione a goccia consente una maggiore efficienza nell’utilizzo dell’acqua, riducendo gli sprechi e migliorando la salute delle piante. Poiché i livelli di umidità sono mantenuti a un livello ottimale, la produttività e la qualità delle piante migliorano. Inoltre, l’irrigazione a goccia previene le malattie riducendo al minimo il contatto dell’acqua con le foglie, gli steli e i frutti delle piante. Senza contare il fatto che consente di mantenere asciutte le file tra le piante, riducendo la crescita delle erbe infestanti.
Il vantaggio di risparmio idrico si lega al risparmio economico derivante dall’efficienza del sistema. Ulteriori benefici sono dati dal fatto che riduce la lisciviazione di acqua e nutrienti al di sotto della zona radicale.
Come funziona l’irrigazione a goccia
Il sistema d’irrigazione a goccia come funziona, esattamente? Parliamo di un sistema che eroga acqua alla coltura utilizzando una rete di linee principali, secondarie e laterali con punti di emissione distanziati lungo la loro lunghezza. Ogni orifizio gocciolatore/emettitore fornisce un’applicazione uniforme, misurata e controllata di acqua, nutrienti e altre sostanze necessarie alla crescita direttamente nella zona radicale della pianta.
L‘acqua e le sostanze nutritive entrano nel terreno dai gocciolatori e si spostano nella zona radicale delle piante grazie alle forze combinate di gravità e capillarità. In questo modo, il prelievo di umidità e di sostanze nutritive da parte della pianta viene reintegrato quasi immediatamente, garantendo che la pianta non soffra mai di stress idrico, migliorando così la qualità e la capacità di ottenere una crescita ottimale e un’elevata resa.
Un sistema di irrigazione professionale
Il sistema di irrigazione a goccia professionale è composto da varie parti. Innanzitutto, una pompa preleva l’acqua dalla sorgente; le valvole di regolazione controllano lo scarico e la pressione dell’intero impianto. C’è poi il sistema di filtrazione che elimina i residui e impurità dall’acqua. I tipi di filtro più comuni sono quelli a griglia e a sabbia graduata, che rimuovono il materiale fine in sospensione idrica.
Accanto a questo viene collegato un serbatoio col fertilizzante, che aggiunge le sostanze, veicolandole con l’acqua durante l’irrigazione. Le condotte principali, secondarie e laterali portano l’acqua dalla fonte ai campi. Di solito si tratta di tubi in PVC o polietilene e devono essere interrati perché si degradano facilmente se esposti alla radiazione solare diretta.
Terminali del sistema sono gli emettitori o gocciolatori, dispositivi utilizzati per controllare il deflusso dell’acqua dalla laterale alle piante. Sono posti a distanza fissa l’uno dall’altro, con spazi variabili a seconda delle colture.
L’irrigazione a goccia in Italia
Quale beneficio ne può ottenere l’Italia dall’adozione della tecnologia di irrigazione a goccia è chiaro. Ma andrebbe diffusa maggiormente. Nel 2014, secondo gli ultimi dati Istat, se il 62% dell’acqua è distribuito alle colture mediante sistemi di irrigazione a bassa efficienza, la micro irrigazione è impiegata in maniera contenuta (9,6%).
Negli anni la situazione è andata migliorando, complice anche la perdurante situazione di siccità che affligge il nostro Paese. La stessa Coldiretti segnala che, anche nel campo delle tecniche irrigue, “pur essendoci ampio spazio di miglioramento in termini di efficienza”, il 21,3% della superficie irrigua nazionale è irrigato con sistemi a basso consumo idrico. In alcune regioni (Liguria, Puglia, Sicilia e Basilicata) la micro irrigazione risulta essere il metodo prevalente.
Su quali colture è usata?
Ma quali coltivazioni possono beneficiare dell’irrigazione a goccia? Tra le colture in cui la si adotta ci sono gli alberi da frutto e le viti: frutteti e vigneti occupano il 50% della superficie sottoposta a micro irrigazione.
In Puglia il sistema a goccia viene praticato da decenni con ottimi risultati per la coltivazione dei pomodori, che ha un peso specifico elevato nella regione. La produzione agricola in serra trae vantaggio dal sistema a goccia. Il pomodoro beneficia della tecnica di micro irrigazione anche nel nord Italia: secondo Coldiretti, a Piacenza l’80% della coltura è irrigato con il sistema a goccia, garantendo un’efficienza idrica dell’95% e un risparmio d’acqua variabile dal 35% al 55%.
Tra gli alberi, quelli da frutta a guscio possono beneficiare positivamente di questa tecnica, ma anche il riso potrebbe essere una coltura ideale: essa costituisce l’ultima frontiera esplorata tra le colture irrigate a goccia in Italia e anche nel mondo.
Irrigazione a goccia fai da te: come installare il sistema a casa
Utilizzabile per l’orto o anche per piccole coltivazioni, il sistema di irrigazione a goccia fai da te è un’opzione semplice. Nei negozi di giardinaggio si possono trovare kit o componenti per realizzare il proprio impianto. Basta poco: una pompa e/o una valvola di riduzione della pressione, un timer collegato per calcolare quanto e quando deve essere erogata l’acqua, un tubo di portata principale e micro tubi (del diametro di pochi millimetri) per portare l’acqua direttamente alla pianta.
Se si è collegati a un sistema di erogazione idrica come il sistema dell’acquedotto, occorre regolare la pressione in modo che l’acqua venga dosata con cura. Un altro modo per applicare il sistema è quello di impiegare l’irrigazione a goccia con serbatoio. È la tecnica di irrigazione a gravità, un modo economico ed efficace per fornire acqua a un’area coltivata di piccole dimensioni, ancora meglio se frutto della raccolta dell’acqua piovana. Il sistema di base è molto semplice e consiste in un serbatoio rialzato con un tubo che esce dal fondo e che alimenta l’acqua in un sistema di irrigazione a goccia di base, il tutto sempre controllato da un timer a batteria che controlla la quantità e velocità di irrigazione.
Anche nel caso di irrigazione a goccia con serbatoio, ci sono kit per coltivazioni casalinghe, basato sul sistema di micro irrigazione alimentato dalla forza di gravità dell’acqua o collegata a reti idriche con pressione massima di 1 bar.
Andrea Ballocchi