Il vento è cambiato. Non solo sostenibilità ambientale, ma anche sociale. Abbiamo analizzato i nuovi trend con Mariangela Capolupo, manager di Unilever per il brand Knorr, promotore di alcuni interessanti progetti in ambito Esg
Unilever è una delle più grandi multinazionali del pianeta operanti nel mercato dei beni di largo consumo che ha fatto e continua a fare scuola, sicuramente in ambito marketing, ma anche nel campo dell’innovazione, anche per favorire processi e prodotti più sostenibili. “Rendere la sostenibilità una consuetudine” è, infatti, il purpose scritto nero su bianco dell’azienda, a sottolineare come la sostenibilità sia al centro della strategia del gruppo.
Sotto l’ala di Unilever trovano posto brand fra i più noti e utilizzati nella vita di tutti i giorni: da Dove a Knorr, passando per Mentadent, Algida e Carte D’Or (con questo marchio, per esempio, ha realizzato la prima vaschetta di gelato compostabile e riciclabile, con un cambio di pack che dal 2019 ha portato all’eliminazione di più di 2,5 milioni di tonnellate di plastica dall’ambiente per un totale di 4.500 tonnellate di CO2 in meno), e svariate altre marche.
Un impero presente, con oltre 400 brand proprietari, in oltre 190 Paesi, nei quali ben 3.4 miliardi di persone utilizzano i suoi prodotti ogni giorno, generando un fatturato globale di oltre 60 miliardi di dollari. 127 mila i dipendenti e 54 a 46 (donne/uomini) l’equilibrio di genere nel management.
Abbiamo intervistato Mariangela Capolupo, Head of Marketing Nutrition Italy Scratch Cooking e Responsabile per Knorr, con la quale abbiamo parlato dell’impegno dell’azienda in ambito Esg e di alcuni dei progetti più interessanti messi in campo che vanno dall’agricoltura rigenerativa all’inclusione sociale.
Intervista e testi: Vincenzo Petraglia
Riprese: Fabio Restelli
> TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Nuove frontiere della sostenibilità: cosa ne pensano le aziende e la Generazione Z?