Rieducazione dell'olfatto e risveglio del metabolismo tramite micronutrienti sono i presupposti di un nuovo programma dietetico che mira al calo del 10% in meno di sei mesi
In Italia due adulti su cinque, pari al 42% della popolazione, sono in eccesso ponderale, il 31% in sovrappeso e l’11% è obeso. Purtroppo, però, non esiste una consapevolezza reale del problema. «In particolar modo le persone in sovrappeso ritengono di non esserlo, ma anche il 10% degli obesi nonostante l’evidenza eclatante non si ritiene tale perché sulla percezione di se stessi giocano variabili culturali e personali, oltreché disagi psicologici». A dirlo, citando i dati del sistema di sorveglianza nazionale PASSI 2009-2012 sull’eccesso ponderale e la frequenza dell’obesità nella popolazione italiana, è Giovanna Caccavelli, medico nutrizionista e ricercatrice di Sprim Italia che da mesi sta lavorando per la messa a punto di un nuovo programma dietetico che ha come presupposto «la riscoperta dell’olfatto e il risveglio del metabolismo».
Rieducare l’olfatto per alimentarci meglio e per perdere peso. Scienza o fantascienza? «Solo scienza», chiarisce Caccavelli. «Il programma si chiama “Dieta S”, dove S sta per “Smell, sexy and science”», continua . «Quel richiamo alla scienza è importante perché con il nostro programma vogliamo distinguerci dalle tante diete alla moda senza fondamenti scientifici – spiega -. Alla base dell’elaborazione del protocollo che sarà la base dello studio clinico prospettico, randomizzato e controllato di valutazione che sarà condotto su donne adulte sedentarie in sovrappeso e obese (con un BMI 25-34), infatti, c’è uno studio scientifico approfondito».
Studio che si base sul ruolo dell’olfatto, il cui ruolo nella nutrizione e nella dieta è stato fin qui dimenticato o ampiamente sottovalutato. «Nessuno ormai annusa gli alimenti – fa notare -. Dalla valutazione approfondita di una serie di studi, invece, è possibile constatare il ruolo centrale nell’olfatto nelle nostre abitudini nutritive. Buona parte di ciò che noi consideriamo il “profumo” di un alimento, in realtà viene percepito da recettori che si trovano dietro la faringe. Ragion per cui anche quando mangiamo noi riusciamo a percepire profumi. Questo è molto importante perché attraverso l’olfatto ognuno di noi è in grado di percepire il senso di appetito e di sazietà».
Che ruolo può avere, quindi, l’olfatto in una dieta? «Può servire – sottolinea Caccavelli – a regolare il nostro rapporto con il cibo trasformandosi in una sorta di interruttore che ci comunica quando non abbiamo più bisogno di mangiare. Diciamo che, rieducando l’olfatto, potremmo saziarci anche soltanto del profumo degli alimenti. Non sembri assurdo quello che sto per dire: ma con un senso dell’olfatto mal allenato potremmo continuare a mangiare a oltranza».
L’obiettivo sfidante della “dieta S” «è quello di riuscire a far perdere il 10% del peso corporeo, il target indicato dalla task force europea antiobesità, non in sei mesi ma in un tempo ridimensionato e in una maniera non malsana». Oltre la rieducazione dell’olfatto il secondo presupposto è «la riattivazione del metabolismo attraverso una serie di micronutrienti: zinco, magnesio e vitamina B6 perché gli studi hanno dimostrato che aiutano a ricostruire la massa magra e a diminuire quella grassa».