Wise Society : Cucina etnica, agli italiani piace sempre di più

Cucina etnica, agli italiani piace sempre di più

di Fabio Di Todaro
25 Novembre 2015

Donna, over 35, benestante e residente al Nord: ecco l'identikit del nuovo consumatore di cous-cous e pollo tandoori secondo una ricerca dell'IZS delle Venezie.

Sushi (giapponese), kebab (turco), zighinì (eritreo), tandoori (indiano), empanada (argentino), gyros (greco), involtino primavera (cinese) e polpo alla galiziana (spagnolo). La cucina etnica è sempre più “trendy”, sopratutto nelle grandi città. Quella che negli anni ’90 sembrava essere una moda passeggera, è invece divenuta un’abitudine radicata quasi nella metà della popolazione italiana. Gusto e risparmio ci hanno fatto avvicinare ai gusti delle altre popolazioni, in un melting pot che non rappresenta soltanto una fusione di sapori, ma pure di culture.

CINQUANTAMILA RISTORANTI ETNICI IN ITALIA – Stando ai dati diffusi dalla Fondazione Leone Moressa, sono quasi cinquantamila i ristoranti etnici presenti in Italia. L’offerta si è ampliata e quella che appariva come una tendenza transitoria s’è invece consolidata, sopratutto nelle regioni settentrionali. Il tema del cibo e della cucina proveniente da tutto il mondo ha ricevuto un’ampia eco mediatica, anche grazie al contenuto individuato per l’edizione appena conclusa di Expo. Merito della globalizzazione, che ha favorito i flussi di persone e di tradizioni gastronomiche diverse dalle nostre. Non solo nuovi ingredienti, ricette e diverse modalità di preparazione: il cibo etnico è fortemente legato all’identità, alla tradizione e alla cultura di paesi e popoli diversi. Ma qual è l’atteggiamento dei consumatori italiani nei confronti di queste pietanze?

I CIBI ETNICI PIACCIONO DI PIU’ ALLE DONNE – Convinti che conoscere le caratteristiche di questi alimenti sia importante per collocare il tema della sicurezza alimentare in una cornice sociologica, gli specialisti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie hanno realizzato uno studio con l’’obiettivo di analizzare le caratteristiche dei consumatori di prodotti etnici nel contesto italiano. L’indagine ha coinvolto 1317 persone, dalle cui interviste s’è potuto dedurre che il consumo di cibo etnico è piuttosto diffuso. La cucina etnica piace e la tendenza è in crescita. Gli italiani preferiscono soprattutto la cucina araba, cinese e giapponese. Dallo studio è emerso che il consumatore di cibo etnico in Italia è soprattutto donna, lavoratrice, sopra i 35 anni, con figli, residente al nord e con un livello di istruzione medio-alto. Sono infatti le donne (52,5%) ad amare l’etnico più degli uomini (47,5%). L’84,7% degli intervistati ha dichiarato di aver mangiato cibo etnico almeno una volta, contro il 15,3% che non lo ha mai provato. Il 57,5% ha aumentato il consumo negli ultimi cinque anni, mentre per il 31,7% è rimasto lo stesso e per il 10,8% è diminuito. Circa uno su tre mangia etnico qualche volta al mese (29,5%), la maggior parte diverse volte all’anno (45,1%).

DOVE E COSA SI MANGIA? – L’etnico non si mangia solo fuori casa, una delle ultime tendenze è di prepararlo direttamente fra le mura domestiche. Il 75% dichiara di acquistare prodotti alimentari etnici, e lo fa soprattutto in supermercati della grande distribuzione (48,3%) o in piccoli negozi alimentari gestiti da stranieri (17,2%). Quali prodotti si comprano di più? Quelli della cucina cinese o giapponese (38,8%), seguiti dalla messicana/latino-americana (25,7%), araba/mediorientale (14,2%), del sud-est asiatico (10,6%) e africana (5,4%). Le motivazioni per cui si mangia etnico sono infatti diverse: sicuramente per mangiare qualcosa di diverso (51,4%), ma anche per ragioni culturali (31,1%) ed economiche (7,4%). A casa si cucinano soprattutto cous cous, riso cantonese e sushi. Con un costo relativamente contenuto, il piatto etnico è stato descritto anche come un valido diversivo “anti-crisi” alla portata di tutti. Come si viene a contatto con la cucina etnica? Principalmente tramite famigliari e amici (50,4%) o da viaggi in paesi stranieri (24,5%).

Twitter @fabioditodaro

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