Wise Society : Slow Medicine: curarsi con sobrietà e consapevolezza

Slow Medicine: curarsi con sobrietà e consapevolezza

di Mariella Caruso/Nabu
24 Novembre 2016

Sulle orme di Slow Food nasce un movimento per una medicina sobria, sana e giusta che ridimensiona il ricorso alle terapie farmacologiche

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Slow Medicine, vuole ridimensionare il ricorso alle terapie farmacologiche e alla diagnostica senza allontanarsi dai bisogni sanitari della gente e mettendo al centro la persona senza occuparsi solo del sintomo, Image by iStock

Quando arrivò Slow Food, apologia della lentezza e della valorizzazione di un certo tipo di cibi in un momento in cui la società era orientata verso il fast food, fu una rivoluzione. Oggi la stessa rivoluzione potrebbe arrivare da un altro movimento, quello della Slow Medicine, che in qualche modo mutua alcuni dei valori assoluti di Slow Food, diventato nel frattempo un colosso internazionale, applicandoli alla medicina che deve essere sobria, sana e giusta in cui non si faccia nulla di meno di necessario, ci sia rispetto del paziente, del professionista, dell’ambiente. «Slow Medicine è una nuova visione della medicina che vuole ridimensionare il ricorso alle terapie farmacologiche e alla diagnostica – spiega la psicologa e psicoterapeuta Silvana Quadrino, tesoriere di Slow Medicine -. Questo non significa, però, essere lontani dai bisogni sanitari della gente, ma mettere al centro la persona nella sua interezza senza occuparsi solo del sintomo». Il concetto di partenza di Slow Medicine è che lo stato di salute non è un concetto assoluto, ma il risultato di un ampio range di fattori e, piuttosto di approcciarsi alla cura del singolo sintomo, occorre una visione olistica dell’individuo. «Una visione – continua Quadrino – che deve essere già chiara sin dai primi anni di vita, a conclusione della fase di svezzamento».

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Anche sulla fase post-svezzamento Slow Medicine ha le proprie idee, ma le indicazioni principali per crescere in salute sono due: mai abbondare con lo zucchero e il sale, Image by iStock

LA SALUTE COMINCIA DAL PIATTO – Anche sulla fase post-svezzamento Slow Medicine ha le proprie idee, ma le indicazioni principali per crescere in salute sono due: mai abbondare con lo zucchero e il sale. «Gli alimenti hanno già il loro sapore, e contengono naturalmente zucchero e sapidità, che noi non riusciamo più a identificare, così abituati ad aggiungere dosi eccessive di sale e zucchero – sottolinea Quadrino -. La colpa è delle industrie che alterano il sapore dei cibi per creare dipendenza». Per combattere questo fenomeno, continua l’esponente di Slow Medicine, «è necessario che i bambini vengano messi in contatto con tutti i cibi, senza demonizzazioni, e che gli adulti non abbiano uno stile alimentare differente». In sintesi non è possibile dar da mangiare ai bambini la verdura pretendendo di mettere le patatine fritte nel proprio piatto.

FARMACISTI E CASE FARMACEUTICHE. Altra questione riguarda le case farmaceutiche: per Slow Medicine sono nemiche o amiche? «Non abbiamo nemici, ci interessa soltanto che lavorare con pazienti e cittadini per aumentare la loro consapevolezza, per far sì che usino i farmaci con il supporto della consulenza medica, che i farmacisti tornino a fare il loro mestiere di consulenti informati – continua Quadrino -. È necessario che la gente, sana o malata che sia, capisca che curarsi con farmaci di diverso tipo non è un modo per guarire più in fretta e che non è detto che i farmaci di nuova generazione siano meglio di quelli già in commercio. In campo sanitario serve una maggiore etica da parte di medici, farmacisti e giornalisti.

LISTE D’ATTESA – Va da sé che i medici e i farmacisti dovrebbero spezzare i “legami” non necessari con le case farmaceutiche». Altro tema è quello delle liste d’attesa che è stato appena affrontato in un incontro a Torino. «Da parte del cittadino occorre un uso corretto delle risorse sanitarie che non tolga il diritto alle cure a chi ne ha bisogno – sottolinea ancora -. Oltre il 40% di chi affolla le liste d’attesa per l’effettuazione di esami diagnostici non ne ha realmente bisogno, ma occorre che il medico lo spieghi nella maniera giusta affinché il paziente non si senta abbandonato».

OMEOPATIA E MEDICINE ALTERNATIVE – Slow Medicine lascia la porta aperta all’omeopatia e alla medicina alternativa, a patto che, chiarisce Quadrino, «sia ben chiaro che in caso di patologie come tumore, ictus e così via dicendo, l’unico metodo di cura possibile è quello di affidarsi alla medicina tradizionale. Inutile ribadire – conclude – che serve una rieducazione dei cittadini che devono tornare ad avere la capacitò di saper interpretare le informazioni mediche a loro disposizione nel migliore dei modi».

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